di Roberta Folatti

Hanno potuto seguire ventiquattr'ore su ventiquattro i militari americani in Iraq, registrandone esaltazioni e timori, e soprattutto la sensazione - sempre più forte col passare del tempo - di star combattendo una guerra dai presupposti ambigui. Garrett Scott e Ian Olds si sono installati con le loro telecamere nella base dell'82° Divisione aviotrasportata, di stanza a Falluja durante l'inverno 2003, prima che la città irachena venisse praticamente rasa al suolo dalle truppe americane. Il documentario che hanno realizzato, in apparenza descrittivo, quasi innocuo, mostra i giovani militari americani alle prese con la quotidianità di una missione di guerra e mentre cercano di stabilire contatti amichevoli con la popolazione. Ma soprattutto li fa parlare, fa emergere i loro umori, le impressioni, le frustrazioni di un compito sempre meno chiaro, frutto dell'impossibile conciliazione fra il ruolo di occupanti e quello di portatori di pace e benessere.
Da principio i soldati hanno una propensione dialogica nei confronti degli abitanti di Falluja - a loro volta in bilico tra speranza e rifiuto - cercano di ascoltare le loro richieste, di immedesimarsi nello stato d'animo di un popolo che vede le strade delle proprie città invase da uomini armati. Ma appare subito chiaro che questi ragazzini mandati allo sbaraglio non hanno gli strumenti per affrontare una situazione così complessa e delicata. E quando si rivolgono ai superiori, sono gli stessi capi a non essere in grado di dare risposte, di fornire modelli di comportamento adeguati.
L'incomprensione tra forze occupanti e abitanti della città continua a crescere, di pari passo con le azioni terroristiche che colpiscono in modo pesante l'esercito americano.

Il documentario di Scott e Olds, più che per le scene di guerriglia e per le immagini dei rastrellamenti nelle case irachene, fatti quasi a caso, è impressionante quando registra le dichiarazioni e i racconti dei giovani militari. Sono una minoranza quelli arruolatisi per convinzione, per la maggior parte si è trattato di una pura casualità o del vago bisogno di trovare alternative di vita. Molti sono pentiti e non vedono l'ora di lasciare, non per niente i responsabili del reclutamento organizzano di continuo corsi per convincere gli indecisi a rimanere nell'esercito.
Joseph Wood è uno dei militari che compare in Occupation: Dreamland, si è arruolato a diciotto anni e dopo quattro anni trascorsi nell' Us Army, di cui sette mesi a Fallaja, ha abbandonato la divisa e ora fa parte dell'"Iraqi veterans against the war". Nel film, tra gli intervistati, Wood non è l'unico a chiedersi le vere ragioni di quella guerra e a rintracciare, alla base di tutto, gli interessi economici degli uomini di Bush.
In mezzo alla grande inesperienza delle reclute e al pressapochismo dei superiori, c'è quindi una consapevolezza che cresce, a dimostrazione di come l'avventura irachena sia ormai sfuggita di mano a tutti.
Occupation: Dreamland si ferma prima che l'occupazione di Falluja sfoci in una guerra totale, ma i presagi di ciò che avverrà si percepiscono bene nel documentario dei due coraggiosi registi americani.
La sensazione di essere in trappola, prigionieri di sospetti e incomprensioni reciproche si respira in ogni scena e non c'è buona volontà singola che possa impedire che si vada verso la catastrofe.
Occupation: Dreamland è stato ospitato e premiato in diversi Festival, ultimo riconoscimento il "Truer than fiction" alla cerimonia degli Indipendent spirits award 2006. Purtroppo Garrett Scott, considerato uno dei giovani cineasti più promettenti, non ha potuto essere presente: è scomparso prematuramente il 2 marzo scorso.

OCCUPATION: DREAMLAND (2005, Usa)
Regia: Garrett Scott e Ian Olds
Produttrici: Selina Lewis Davidson Nancy Roth
Produttore: Garrett Scott
Montatore: Ian Olds

In sala da venerdì 19 maggio

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy