di Roberta Folatti

E' uscito qualche mese fa nelle sale, ora è disponibile in dvd "La guerra di Mario", storia di un bambino napoletano che viene affidato in prova a una famiglia benestante. Lui ha dei genitori, ma sono talmente inaffidabili e ambigui da indurre i giudici minorili a toglierlo da quell'ambiente.
Tra differenze e timidi tentativi di avvicinamento, il piccolo Mario e la mamma adottiva, una bravissima Valeria Golino, cominciano a conoscersi e a provare dell'affetto. La donna cerca di accontentare in tutto il piccolo Mario, mettendosi a sua totale disposizione, ma giudici e assistenti sociali considerano con severità questa eccessiva accondiscendenza. Non è facile stabilire un rapporto affettivamente equilibrato con un bambino dall'infanzia tormentata e non è facile neppure giudicare se una madre è adatta o non lo è. Il film di Antonio Capuano lascia aperti interrogativi e dubbi, rinunciando alla tentazione di un lieto fine. L'affetto incondizionato è un valore importante, ma forse non basta in certe situazioni.
La vicenda di Mario, lirica e realistica in egual misura, sembra prendere una piega più lieta quando al bambino viene regalato un pianoforte: le sue difficoltà ad aprirsi paiono sciogliersi nell'istintivo piacere della musica.
Abbiamo parlato con Pasquale Catalano, compositore napoletano, autore della colonna sonora de La Guerra di Mario.

La musica in questo film è decisamente essenziale.
Dopo aver visto la pellicola e il modo di girare di Capuano, ho abbandonato tutto l'arrangiamento possibile ed è rimasto un lavoro quasi esclusivamente pianistico. Non mi tornava metterci altro. Solo alla fine c'è un coro di bambini, che è una piccola apertura con violoncello e controvioloncello.

Come avviene il processo di composizione delle tue musiche?
Solitamente parto dalla sceneggiatura, cerco di mettere in rapporto organico, quasi drammaturgico reale, la musica con le immagini. Per La guerra di Mario, partendo da uno spunto di sceneggiatura, ho cominciato a pensare al possibile modo di esprimersi di questo bambino, che si avvicina al pianoforte da solo. Come facevo io a sette anni...

Quanto conta l'immaginazione per un compositore?
Non mi baso tanto sull'immaginazione visiva, quanto sulle sensazioni che la sceneggiatura suscita in me, magari mi concentro su un momento molto significativo della trama o su un lato del carattere di un personaggio.

Quanto incide secondo te la musica in un film?
La scelta della musica dipende dalla sensibilità del regista. E dalla sensibilità del musicista dipende la capacità di dare traduzione alle idee del regista. C'è una cosa che si chiama cinematograficità, tu non sai cos'è ma sai che funziona. Si tratta di spogliarsi di tutte le sovrastrutture mentali, di liberarsi dell'aspetto puramente tecnico.

Passando alle colonne sonore composte da altri, cosa ti piace?
A me piacciono tutti i film in cui la musica è in grado di spostare l'immaginario degli spettatori da una cosa all'altra. Uno dei primi film che è riuscito in questo è stato "Il quarto uomo", poi è venuto Ennio Morricone con i film di Sergio Leone. E "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto", che io mi riguardo ogni mese, che ha cambiato davvero l'immaginario della gente. E poi Greenaway e i suoi primi due film, "il mistero dei giardini di Compton House" e "Zoo di Venere".


LA GUERRA DI MARIO (Italia, 2005)
Regia: Antonio Capuano
Cast: Valeria Golino, Marco Grieco, Andrea Renzi
Musiche: Pasquale Catalano
Formato: Dvd
Distribuzione: Medusa Video

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