Le speranze di Washington di riuscire a mantenere la presenza militare in Niger sono tramontate definitivamente dopo l’arrivo a Niamey dei primi cento consiglieri militari della “Africa Corps” russa. Gli Stati Uniti lo scorso fine settimana hanno infatti reso noto di aver accettato di ritirare dal Niger il contingente di un migliaio di militari, UAV (droni) armati MQ9 Reaper, elicotteri e aerei da trasporto.

Il vice segretario di Stato Kurt Campbell ha avuto un faccia a faccia a Washington con il premier nigerino Ali Mahamane Lamine Zeine, che ha ribadito la decisione sovrana del suo Paese di chiedere la partenza di tutte le forze straniere, comprese quelle americane. L’accordo prevederebbe l’invio nei prossimi giorni di una delegazione statunitense in Niger per concordare i dettagli del ritiro delle truppe dalle due basi di Niamey e Agadez oggetto di manifestazioni popolari che chiedevano il ritiro dei militari americani.

L’ultima in ordine di tempo si è tenuta qualche giorno fa ad Agadez dove centinaia di persone mobilitate da 24 associazioni nigerine hanno manifestato per chiedere la partenza dei soldati americani dalla base. Come riportato dall’agenzia France Presse, un grande striscione srotolato dai partecipanti recitava: “Questa è Agadez, non Washington, l’esercito americano se ne vada. Il nostro messaggio è chiaro: soldati americani, fate i bagagli e tornate a casa”, ha dichiarato all’AFP Issouf Emoud, leader del Movimento M62 di Agadez, che aveva organizzato le manifestazioni per chiedere la partenza dei militari francesi che mesi or sono si sono trasferiti nel vicino Ciad.

Dagli Stati Uniti non è stato specificato un calendario del ritiro ma potrebbe richiedere alcune settimane, anche se da molte settimane le attività militari americane in Niger sono state sospese.

Per ora Niamey non sembra intenzionata a chiedere il ritiro anche delle truppe italiane, forse anche alla luce dei rapporti distesi tra Roma e la giunta di Niamey, mentre a metà gennaio quest’ultima ha firmato un accordo di cooperazione militare con la Russia e la scorsa settimana Mosca ha inviato un aereo da trasporto con un centinaio di consiglieri militari e ampi equipaggiamenti. Mosca ha annunciato di aver accettato di “intensificare” la cooperazione militare con il Niger.

Statunitensi cacciati anche dal Ciad?

Gli Stati Uniti rischiano di perdere anche l’accesso alla base di N’Djamena, capitale del Ciad, dove si concentra anche la residua presenza militare francese nel Sahel. La scorsa settimana, come ha reso noto la CNN, il governo del Ciad attraverso il capo di stato maggiore dell’aeronautica, generale Idriss Amine, ha inviato una lettera all’addetto militare americano a N’Djamena in cui minaccia di porre fine all’ accordo di sicurezza con gli Stati Uniti annullando l’accordo sullo status delle forze (SOFA), che determina le regole e le condizioni in base alle quali il personale militare statunitense può operare nel paese.

Anche se la lettera non ordinava direttamente alle forze armate statunitensi di lasciare il Ciad, i funzionari americani hanno detto alla CNN che tutte le forze statunitensi avrebbero dovuto lasciare la base francese a N’Djamena.

La lettera menziona specificamente la Task Force per le operazioni speciali degli Stati Uniti (SOTF) nella base, un importante hub per le forze per le operazioni speciali statunitensi nella regione, hanno detto due delle fonti, ma tutte le forze americane presenti in Ciad sono dislocate presso quella base all’aeroporto della capitale per un totale stimato in un centinaio di militari.

Più truppe russe in Libia

Negli ultimi giorni Mosca ha rafforzato la presenza militare in Libia inviando un aereo da trasporto che ha sbarcato decine di militari nella base di Brak al-Shati nella regione centro-occidentale controllata dalle forze dell’esercito Nazionale Libico del generale Khalifa Haftar.

Allo stesso tempo le navi da sbarco Ivan Gren e Aleksandr Otrakovskiy, provenienti dalla base navale russa di Tartus (Siria) hanno sbarcato veicoli ed equipaggiamenti nel porto di Tobruk, in Cirenaica, in base alle intese raggiunte nel corso delle ripetute visite del vice ministro della Difesa russo Yunus-Bek Yevkurov (che ha siglato anche l’accordo di cooperazione col Niger) al generale Haftar.

Secondo un video diffuso dal sito di notizie libico Fawasel Media, i russi hanno fatto affluire recentemente in Cirenaica artiglieria trainata, veicoli corazzati, lanciarazzi campali multipli, veicoli blindati e camion GAZ e KAMAZ.

La presenza militare russa in Libia è stimata in circa 1.500 militari schierati principalmente a Brak, Al-Jufra , al-Khadim e Tobruk equipaggiati anche con una decina di velivoli da combattimento Mig 29 e Sukhoi Su-24M e sistemi di difesa aerea Pantsir.

 

di Gianandrea Gaiani

Fonte: Analisi Difesa

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