di Carlo Benedetti

Nel periodo sovietico era una massoneria del silenzio, ma prima della Rivoluzione bolscevica aveva avuto periodi di splendore. Aveva dalla sua parte, ancora nel 1917, Kerenskij e tutto il suo governo. Poi il netto calo e quindi, con Gorbaciov la ripresa di ogni attività. Si deve appunto al fondatore della perestrojka e al suo diretto collaboratore Aleksandr Jakovlev (accusato un tempo di essere un “muratore” di una loggia moscovita) se è tornata attiva inglobando giornalisti, scrittori, deputati, avvocati, diplomatici e affaristi di ogni risma che operano negli ambienti dell’amministrazione comunale della capitale. Ora i “nuovi massoni” escono decisamente allo scoperto invadendo tutti i gangli della società russa. Prendono in mano settori della diplomazia e della politica, delle istituzioni e delle banche. Stabiliscono rapporti diretti con le massonerie di altri paesi e dominano la vita di molti media. Ecco il capo, il Grande Maestro della loggia russa più importante: quella di Mosca. Si chiama Andrej Vladimirovic Bogdanov ed è nato nel 1970. Alle spalle una rapida carriera politica nella compagine del “Partito democratico” e nella direzione della Confindustria russa. Ma la sua “specializzazione” consiste nell’organizzare partiti e movimenti. In pratica diviene un professionista della politica nel senso più diretto del termine. Conosce leggi e modalità per ottenere autorizzazioni e finanziamenti. E così all’insegna del suo slogan - “Per me sono tutti eguali, io seguo gli ordini del committente” - mette in sella i partiti “Democratico”, il “Rus”, la “Russia Unita”, il “Partito dei pensionati”, il “Partito della Russia forte”, il “Movimento popolar-patriottico”... Tutto con il sistema el “chiavi-in-mano”. E così sulla base delle grandi amicizie accumulate in questi anni nel campo della vita politica ed economica della Russia post-sovietica, Bogdanov si lancia nell’avventura massonica.

Al giornalista russo Serghej Osipov - che conduce ora una inchiesta sulle 28 logge che sono sorte come funghi nella capitale, a Vladivostock nell’Estremo oriente, a Kaliningrad, Voronez e San Pietroburgo - dichiara che la massoneria russa “non ha nessun programma politico”. Quindi, la vita russa non ha niente da temere. Eppure si sa che i “muratori” si muovo in segreto. Non esistono elenchi ufficiali degli iscritti e non si conoscono le percentuali delle categorie più rappresentate.

Il fatto è che in questa nuova Russia la forza massonica si sta estendendo a macchia d’olio in tutte le strutture vitali della società. Bogdanov - a nome dei suoi adepti - spiega che i massoni nel corso di tutti cataclismi politici della Russia si sono trovati ad operare da diversi lati delle barricate. “Ci sono stati massoni - ricorda - che aderivano al movimento dei decabristi e massoni che erano, invece, fedeli seguaci dello Zar”.

Il giornalista che conduce l’indagine avanza le domande centrali: tutto in regola? Nulla da nascondere? Cosa siete oggi, una organizzazione a delinquere, una setta religiosa o un club? “Nulla di tutto questo - risponde il Gran Maestro - perchè noi, nelle nostre logge, portiamo gli uomini a discutere, a conoscersi. Curiamo il loro sviluppo morale...”. Tra domande e risposte si apprende poi che ogni loggia russa è composta di circa 20 muratori e che il totale degli adepti, in Russia, è per il momento a quota 400. La tassa da pagare annualmente si aggira sui 300 euro. E anche in Russia, come nelle altre massonerie “regolari” del mondo, non si ammettono le donne nelle proprie logge.

Sin qui il Gran Maestro. Restano da individuare, invece, le reali attività della massoneria russa. E qui si può solo procedere utilizzando fonti che però non forniscono dati concreti o testimonianze dirette. Su un punto però tutti sono d’accordo. Ed è quello che riguarda l’attività organizzativa delle Logge che operano un reale collegamento con le strutture della società. Si entra nel giro massonico solo su suggerimento delle categorie interessate ad avere un ruolo nella costruzione della “nuova Russia”.

E non è un caso se alcuni “muratori” russi - che operano nel settore della grande edilizia - stanno scalando le organizzazioni che si occupano della ristrutturazione delle grandi città. Nel giro di questi affari si entra solo utilizzando la porta delle raccomandazioni e delle tangenti gestite dalle logge... Tutto questo avviene mentre all’orizzonte si avvicina sempre più quel grande “affare” delle Olimpiadi del 2014, a Soci. La corsa per gli appalti è già cominciata. E chi meglio dei massoni russi - che nel settore delle grandi costruzioni hanno basato le loro strutture - può fornire nomi ed indirizzi? Non a caso il Cremlino - per mettersi almeno formalmente al riparo da qualsiasi critica - ha varato una legge appositamente elaborata per regolamentare tutti i problemi connessi all’appuntamento di Soci.

Vi saranno precise disposizioni che riguarderanno l’esproprio dei terreni, le costruzioni delle attrezzature sportive e gli alberghi. Il Comitato olimpico russo promette che tutto avverrà a viso scoperto. Nessuna loggia? Nessuna infiltrazione? In giro, comunque, c’è molto pessimismo. Intanto si affacciano sul grande affare olimpico anche i club russi del Rotare e del Lyons, sempre sensibili per le manifestazioni sportive. E per i dollari, ovviamente.

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