di mazzetta

Tutti i giornali ed i media del mondo si sono riempiti della notizia dell’arresto di un gruppo di francesi e spagnoli in Ciad, accusati per il tentato rapimento di un centinaio di bambini locali. Grande eco ha avuto la visita di Sarkozy in Ciad che ha ottenuto la liberazione di alcuni degli arrestati, non direttamente coinvolti nel tentato rapimento. La vicenda che ha avuto per protagonista una sedicente organizzazione umanitaria francese, l’Arca di Zoe, è un triste riproporsi di tutto il peggio che si è già visto quando ONG di dubbio lignaggio hanno tentato di sfruttare le sofferenze del terzo mondo per acquisire soldi e benemerenze nel primo. I fatti dicono che si è trattato di un rapimento in piena regola. I rappresentanti dell’Arca di Zoe hanno millantato il soccorso ai poveri bambini del Darfur e hanno messo in piedi un’organizzazione tesa a soddisfare i buoni sentimenti di numerose famiglie europee ansiose di adottare i poveri bimbi africani. Adozioni impossibili secondo le numerose leggi locali ed internazionali che regolano la materia. Così i volenterosi dell’Arca si sono dovuti un po’ arrangiare architettando un vero e proprio piano criminale finito malissimo. Nessuno dei bambini che avevano in qualche modo raccolto proveniva dal Sudan, ben pochi di questi erano orfani, nessuno di questi era ferito. Per rendere plausibile il loro espatrio i dirigenti francesi dell’operazione hanno prima ingannato i loro parenti, convinti che sarebbero stati accolti in un asilo in Ciad, poi hanno provveduto a “truccare” i bambini come se fossero feriti, infine hanno presentato il tutto alle autorità del Ciad come se si trattasse dell’evacuazione umanitaria di piccole vittime della guerra; tutto filmato e poi trasmesso alla televisione francese, tutto molto evidente. Un rapimento doloso di bambini da recapitare ai generosi donatori europei in attesa di riversare il proprio amore sulle piccole vittime della tragedia del Darfur. Un’occasione d’oro per il presidente illegittimo del Ciad, quel Deby che ha appena siglato un accordo con l’opposizione e che ha potuto ergersi a difensore dei propri piccoli e indifesi cittadini.

Uno show che non avrebbe potuto essere più ipocrita da un lato e razzista dall’altro. Il razzismo trasuda da ogni aspetto del comportamento degli europei coinvolti; razzista è pensare di poter prelevare i figli di un popolo sul presupposto di una propaganda che riassume la tragedia del Darfur ad uso degli interessi occidentali, razzista è pensare che si possano adottare impunemente i piccoli sudanesi, semplicemente pagando qualche migliaio di euro. Ancora di più quando in Francia come in tutta Europa è molto difficile trovare una famiglia per gli europei cresciutelli rimasti senza chi si curi di loro.

Ipocriti sono tutti i protagonisti della vicenda, dal presidente Deby che è al governo perché la Francia è intervenuta militarmente a salvarlo da un paese che è stanco delle sue truffe e delle sue violenze, fino alla controparte francese che ha colto l’occasione per mostrarsi amica dell’Africa senza però infierire sui propri ladri di bambini. I media francesi traboccano di voci che non discutono la “buona fede” di quelli dell’Arca di Zoe.

Poche voci francesi a condannare i rapitori di bambini, nessuna a ricordare che il Ciad arruola i bambini per combattere l’opposizione. A queste si aggiunge l’ipocrisia dei media ad ogni latitudine; sul caso del rapimento si sono espressi tutti in tutti il mondo, ma qualche mese fa dopo l’intervento militare (illegale) francese a sostegno del dittatore Deby e del suo omologo centrafricano Bozizè, quando i due dittatori hanno scatenato mercenari e predoni praticando un’ estesa pulizia etnica a colpi di massacri e stupri, taceva la Francia e tacevano i media.


Secondo l’Alto Commissariato per i Rifugiati in Ciad ci sono quattrocentomila profughi ciadiani e duecentomila centrafricani; secondo l’ONU tutti i villaggi del Nord-Est della Repubblica Centraficana sono stati distrutti e i loro abitanti vivono ora nei campi per profughi in Ciad; stessa sorte per gli abitanti delle province “ribelli” in Ciad.

Di tutto questo non ha parlato nessuno e così la Francia è riuscita ad ottenere il placet per una missione “umanitaria” in Ciad, formalmente intitolata ad assistere e proteggere i profughi del Darfur, potendo in questo modo dispiegare le proprie truppe a tutela dei propri interessi nell’area. Interessi che riguardano il petrolio (i giacimenti appartengono a TOTAL ed EXXON), un grande oleodotto ed il mantenimento del controllo sulla Francafrique, quel che resta del colonialismo francese. Poco importa se al potere in tutti i paesi francofoni ci siano da anni (alcuni da decenni) grottesche dittature, anche peggiori di quella di Deby.

Sarkozy e i ministeri francesi della difesa e degli esteri sono stati prodighi di dichiarazioni nel caso dei francesi arrestati (il vero motivo dell’attenzione, poiché è chiaro che la sorte dei bambini interessa veramente a pochi), quanto sono stati omertosi sulle operazioni militari francesi nell’area e sui massacri (soprattutto di civili) che ne sono seguiti. Alla stessa maniera si sono comportati i media: l’arresto dei francesi è una notizia; il massacro e la cacciata di centinaia di migliaia di poveri negri, la truffa che ha coinvolto la Banca Mondiale per finanziare Deby in difficoltà, l’intervento militare illegale nei due paesi, non hanno invece meritato una riga.

Capita così che gli ignari cittadini del primo mondo possano continuare a donare per i bimbi del Darfur e certe ONG a prosperare sulle loro disgrazie, mentre ben altri massacri continuano ad essere perpetrati nel silenzio dei complici a pochi chilometri da dove si concentra la propaganda occidentale. Molti sono quelli saliti sul carro della propaganda anti-islamica prendendo a pretesto la tragedia del Darfur, quasi nessuno ha avuto la schiena abbastanza dritta per riuscire ad informare il mondo degli eccidi che si consumano ancora oggi sotto l’egida della civile e “cristiana” armata francese e con i buoni auspici di una classe politica che non ha mai smesso di essere colonialista e intimamente razzista.

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