di Alessandro Iacuelli

L'impianto Eurex di Saluggia (VC) è, come noto, un ex sito nucleare italiano, ora usato dalla SOGIN per l'attività di decomissioning degli impianti nucleari situati in Italia.
In pratica, nel sito di Saluggia vengono temporaneamente stoccati i materiali radioattivi, prima del loro invio ai siti di stoccaggio definitivi.
Nei giorni scorsi, piccole quantità di acqua sono fuoriuscite dalla piscina dell'impianto, infatti come spiega la stessa Sogin molti elementi radioattivi vengono fatti decantare in una piscina centrale costruita in calcestruzzo. Proprio dal calcestruzzo filtrerebbero piccole quantità di acqua contaminata da Plutonio.
Immediata la risposta della Sogin, che si affretta dichiarare che le piccole perdite non sono affatto pericolose. Secondo l'azienda infatti le acque uscenti dalla piscina vengono raccolte in una seconda vasca, e poi reimmesse nella vasca centrale.
Sul posto è accorsa l'Arpa Piemonte, che dal giugno 2004 svolge sistematicamente i controlli. Proprio secondo l'Arpa non sono mai state rilevate situazioni anomale: anch'essa respinge ogni ipotesi di fuoruscita verso l'esterno, ma questa corsa al minimizzare non ha tranquillizzato né i cittadini né le associazioni ambientaliste.

di Cinzia Frassi

Si chiamava Tullio Faggin l'operaio deceduto nel 1999 per angiosarcoma al fegato, un tipo di tumore causato dal cvm alias cloruro di vinile monomero. Si tratta di un cancerogeno riconosciuto tale fin dagli anni '50 che tuttavia veniva usato per la produzione di plastica in pvc senza le precauzioni necessarie a proteggere i lavoratori.
La morte di Tullio Faggin si chiama omicidio e a decretarlo in via definitiva è stata la Cassazione, che pochi giorni fa ha confermato la sentenza emessa nel 2004 a Marghera per i cinque ex dirigenti Montedison: Alberto Grandi, Piergiorgio Gatti, Emilio Bartalini, Giovanni D'Arminio Monforte e Renato Calvi, tutti condannati ad un anno e sei mesi di reclusione. L'omicidio di questo operaio è l'unico non "cancellato" dalla prescrizione, l'ultimo di un elenco formato da ben 160 nomi.
Diventa definitivo anche il riconoscimento del nesso causale tra le lavorazioni tossiche del Petrolchimico e la formazione di questa forma tumorale, l'angiosarcoma, con la conseguenza che i familiari delle vittime potranno continuare la causa per ottenere il risarcimento del danno. Vivaddio, perché il problema è proprio questo: dimostrare il nesso causale, la relazione precisa tra la tipologia tumorale e una sostanza. Non il contrario. Non serve sapere che ci sono cancerogeni nell'aria, nel terreno, nell'acqua e che queste sostanze non si trovano lì per natura, ma a causa di attività illecite dell'uomo.

di Sara Nicoli

Ogni volta che l'Osservatore Romano si scaglia contro la politica laica dello Stato su materie etiche, si è tentati di pensare che abbia raggiunto il massimo dell'ostilità, dell'ingerenza, del tentativo di intimidazione possibile. E invece, con regolarità sconcertante, ormai quasi con cadenza giornaliera, si viene sorpresi da un volume di fuoco superiore al precedente, con toni sempre più stizziti e offensivi.
L'altro giorno è stata presa di mira Rosy Bindi e il suo laico tentativo di mediazione politica sul tema dei Pacs in una coalizione tutt'altro che coesa sulle questioni legate al sociale. Ma le parole dure utilizzate dall'Osservatore per attaccare un ministro cattolico, nel maldestro tentativo di limitarne l'azione politica facendo leva sulla sua intimissima fede, è nulla se paragonato alla violenza con cui l'organo della Cei ha attaccato la volontà della laica Livia Turco di aprire all'utilizzazione della RU486, meglio nota come la pillola abortiva. La sua uscita è stata bollata come "sconcertante".

di Bianca Cerri

L'amministrazione di New York ha speso un miliardo di dollari per realizzare Reflecting Absence, gigantesca opera monumentale in ricordo dell'attacco al World Trade Center. In realtà, i costi non dovevano superare i 500 milioni di dollari, ma qualcosa deve essere andato storto. La colpa è probabilmente del costosissimo impianto idraulico voluto dagli architetti per alimentare i due specchi d'acqua e la cascata inseriti nel corpo centrale, che ha richiesto manodopera specializzata e una serie di circuiti piuttosto complessi. In questo momento, sono in corso i lavori per realizzare la torre centrale, che si chiamerà "Libertà" e dovrà essere alta esattamente 1776 piedi, in omaggio all'anno in cui vennero fondati gli Stati Uniti. Il sindaco di New York teme però che gli enormi riflettori necessari a produrre il suggestivo scenario di luci ideato dagli architetti, possano far lievitare ulteriormente i costi. I cittadini si augurano invece che l'opera venga terminata al più presto e senza lesinare sulle spese. Anche il direttore dei lavori, Mike Harad, amico personale del governatore Pataki e vincitore di una gara d'appalto alla quale avevano partecipato 5.201 imprese è d'accordo. Se si vuole che Reflecting Hope abbia un qualche effetto taumaturgico sulla città di New York, ancora sotto choc a cinque anni dalla tragedia, non si deve guardare al centesimo.

di Carlo Benedetti

Il Vaticano lo definisce un "pellegrinaggio apostolico" ma la realtà diplomatica - che si distingue spesso con i suoi respiri "culturali" - lo inquadra nell'ambito di una vera e propria missione d'intelligence nei confronti dell'Est. Perché questa prima uscita all'estero del papa Joseph Ratzinger (in Polonia dal 25 al 28 maggio) pur essendo presentata come prosecuzione ideale del cammino "sulle orme di Giovanni Paolo II" assume un significato geopolitico del tutto particolare. Certo, c'é la volontà di propagandare il viaggio come un omaggio alla terra del papa Polacco. Ma c'è soprattutto l'intento di avviare un pontificato che - come già fece Karol Wojtyla - comprenda in primo luogo una politica verso l'Est. Varsavia, quindi, come base logistica e poi altre terre e capitali sino a giungere a quella Mosca che ha sempre respinto i contatti con il Vaticano. E non è un caso se proprio a ridosso di questa missione il papa, a Roma, si è incontrato con il suo "agente" a Mosca, l'arcivescovo Tadeusz Kondrusiewic. Un colloquio sul quale nulla è filtrato se non il fatto che il Cremlino non ha ancora sciolto, appunto, le tante riserve nei confronti della Chiesa romana. E allora: viaggio strategico? E perché in questo momento?


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