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Un conto è pensarlo. E fare in modo che quel pensiero si trasformi in
una gestione politica di una rete tv senza, tuttavia, agire in modo tanto sfrontato
da poter essere poi accusati di fare uno sporco doppio gioco. Altra cosa è
dichiarare, con l'arroganza tipica dell'uomo, quello che pochi giorni fa ha
espresso il direttore di Raduno, Fabrizio Del Noce. Che davanti ad un attonito
consiglio d'amministrazione Rai se n'è uscito teorizzando "la necessità
di un continuo equilibrio tra Rai e Mediaset, perché troppi punti di
vantaggio per una rete o per l'altra non vanno bene per il sistema televisivo".
O meglio: non vanno bene a Mediaset.
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GENNAIO:
Era ora: il 12 gennaio, dopo due anni di genocidi, gli Stati Uniti decidono di
smettere la farsa sulle armi di distruzione di massa. Il 20 gennaio, in una Washington
bianca di neve, George Bush inaugura la sua seconda presidenza con una cerimonia
che non potrebbe essere più spettacolare, oltre che dispendiosa. Alcuni
si divertono a contare i numerosi riferimenti a dio e alla libertà nel
discorso presidenziale ma nessuno si accorge che l'Iraq e l'Afghanistan non vengono
neppure nominati.
In Italia, 17 persone muoiono in un incidente ferroviario. La tragedia suscita
proteste e spinge i lavoratori di TrenItalia a scioperare ma con la paura di rimetterci
il posto di lavoro.
Nelle zone devastate dalla forza dell'onda anomala si continua a cercare eventuali
superstiti e i governi promettono che potenzieranno i sistemi di sicurezza. Gli
aiuti umanitari arrivati non vanno oltre il minimo indispensabile. In Italia hanno
inizio le diatribe sulla gestione dei fondi, che è meglio tralasciare per
carità di patria.
Il 25 gennaio viene giustiziato in Texas Troy Kunkle, 38 anni. Lo stesso giorno,
la Georgia mette a morte Timothy Carr, 34 anni.
Il 30 gennaio, l'Iraq va al voto ma permane un clima di grande incertezza.
La Chiesa Battista di Westboro, USA, condanna senza appello gli omosessuali e
vieterà loro l'ingresso.