di Fabrizio Casari

Totti, Del Piero e Di Vaio decidono il punteggio finale di Juventus, Roma e Bologna. Siamo nel 2011 ma sembra di tornare indietro di diversi anni. Eppure sono loro, alcuni dei vecchietti terribili, a risultare decisivi nella giornata odierna di campionato. Che registra, oltre allo stato di grazie dei campioni appena citati, un sensibile smottamento di classifica ai piani alti. L’Inter casalinga sembra somigliare a quella d’esportazione e se il Lecce di Di Canio, pur buona squadra, non è certo il Bayern Monaco, il Meazza di ieri alla fine della partita che ha vinto la squadra di Leonardo vittoriosa, sembrava l’Allianz Arena di cinque giorni prima.

La partita con il Lecce, infatti, pur non semplice, ha portato in dote un bottino importantissimo: tre punti in più in classifica e avvicinamento determinante a due dalla capolista, fermata a Palermo. Leonardo ha ripresentato il modulo fantasia, con tutti i suoi vantaggi e tutti i suoi limiti. Il vantaggio è certamente quello di una squadra che corre meno a coprire ogni spazio del campo e corre anche a velocità ridotta, privilegiando scambi stretti, possesso palla e verticalizzazioni che portano i campioni come Eto’o, Snejider e Pazzini a piazzare, prima o poi, il colpo decisivo. L’aspetto negativo è invece rappresentato dallo scarso filtro che i due centrocampisti sono in grado di esercitare a protezione della difesa, al quale si aggiunge lo scarso rendimento di alcuni che rende ancor più complicata la situazione.

Ma l’Inter arriva comunque al derby con soli due punti di svantaggio, dopo che al rientro dal mondiale la distanza era di 13 punti. Merito della squadra e del nuovo allenatore e demerito del Milan, che ha ceduto punti su punti. Tra questi, fondamentali quelli di sabato sera lasciati alla Favorita. Alla vigilia del derby, infatti, il Milan é inciampato addosso al Palermo, che tra le mura amiche è riuscito con un gol a ritrovare i tre punti che da diverso tempo non riusciva a portare a casa. I rossoneri dispongono ormai di soli due punti di vantaggio sull’Inter e il derby diventa quindi un appuntamento tremendo.

Il Napoli di Mazzarri é ad un'incollatura sotto l'Inter, a tre punti dal Milan, sola al terzo posto. La vittoria in casa contro un buon Cagliari e aver ritrovato Cavani nelle vesti di goleador consente di crederci. A meno tre dal Milan con il derby di Milano da giocare, con l'Inter che dovrà affrontarla al San Paolo, sarebbe impossibile non pensarci. Poi, com'é noto, la scaramanzia é parte notevole del mondo del calcio e dunque giocatori, allenatore e società faranno a gara per evitare di pronunciare la parola scudetto. Ma sognano, eccome se sognano..

L’Udinese, dal canto suo, non perde il vizio di vincere; ne segna due anche al Catania e vola al quarto posto a sei punti dal Milan. Alzi la mano chi immaginava a inizio stagione una simile posizione, un simile gioco e simili risultati. Non si possono che fare i complimenti a Guidolin, fresco di rinnovo contrattuale quanto consapevole che, bene che vada, riuscirà a tenere Di Natale, ma non certo Sanchez. E trovare un altro Sanchez, non sarà facile, dal momento che la valigia di soldi che Pozzo otterrà dalla vendita del “nino maravilla” non verrano reinvestiti se non in minima parte per l’acquisto di altri giovani di talento da far sbocciare nel campionato italiano. Questa, del resto, è sempre stata la politica societaria friuliana, a meno che l’eventuale ingresso in zona Champions (al momento più che alla portata) non porti con sé un cambio di programmi. In questo caso, vendere Sanchez potrebbe anche comportare un investimento importante per uno o più giocatori di livello alto.

La Roma di Montella strappa un punto importante in casa di una Fiorentina che veniva da uno score importante di punti. La doppietta di Totti permette ai giallorossi di portare a casa un risultato utile e vede il capitano giallorosso tagliare il traguardo dei 200 gol in serie A e 256 con la maglia giallorossa.

Non sono pochi, tutt’altro; non sono in tanti ad aver raggiunto questo traguardo e, se pure spesso non hanno permesso alla squadra di ottenere i trofei cui aspirava, hanno consentito comunque alla Roma di rimanere nell’olimpo del calcio italiano degli ultimi 15 anni. Con Zanetti, Maldini e Del Piero, Totti è uno di quei giocatori che sembrano imprescindibili dalla loro squadra e, contemporaneamente, rendono la squadra imprescindibili da loro.

La Lazio batte il Cesena. Non un’impresa grandiosa, ma quanto basta per riprendere un po’ di colore. Il gol è di Zarate, evento non frequente da quando Reja allena i biancazzurri. Altro evento non consueto è la vittoria della Juventus, che con il gol decisivo di Del Piero (bellissimo, tra l’altro) batte il Brescia e torna al sorriso. Ma sarà bene che Del Neri non s’illuda: il suo destino è comunque segnato.

Il Chievo espugna il campo del Bari. E’ da dodici partite la squadra di Bartolo Mutti non riesce a vincere. Tre mesi senza vittorie non potevano che generare le proteste dei tifosi come quelle viste sugli spalti del San Nicola e persino negli spogliatoi, nei confronti di Almiron. Ma l’imputato principale, per i tifosi, è il presidente Matarrese. Il problema, ormai, non è tanto quello della posizione in classifica alla fine del campionato, che nemmeno un miracolo potrebbe portare a rimanere in serie A, ma quello dell’ambiente attorno alla squadra, che rischia davvero di divenire incandescente.

Ennesima sconfitta, poi, per la Sampdoria. La sconfitta, maturata in casa ad opera del Parma, lascia la squadra di Garrone a 31 punti. Tre punti più in basso e comincia la zona retrocessione. Davvero un mesto tramonto per una squadra che meriterebbe, per storia e immagine, per tifo persino, un altro passo e un altro posto in classifica.

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