di redazione

L'Inter batte la Fiorentina e si mette alla caccia dei lupi in testa alla classifica. Quella di ieri è stata una partita buona per far crollare qualsiasi certezza nerazzurra dell'anno scorso: Jonathan che si trasforma definitivamente da bruco in farfalla, Guarin che esce dal campo in polemica con pubblico. Una puntata di "Ai confini della realtà" andata in scena sul prato di San Siro.

E dire che all'inizio sono i Viola ad andare in vantaggio con il solito Rossi (stavolta su rigore). Poi la sforbiciata da album delle figurine Panini di Cambiasso in mischia e il gol dell'ex terzino afflitto da labirintite capovolgono il risultato. Il tutto in una cornice tattica che rispetto alla versione di Stramaccioni sembra aver subito l'incantesimo della fata turchina. Una fata che parla toscano e si chiama Walter. 

L'Inter raggiunge così quota 13 punti e si accoda a Napoli e Juventus, la coppia da ieri sera sulle tracce della Roma. Nel turno infrasettimanale i giallorossi colgono la quinta vittoria in cinque partite, ottenendo il primato solitario in classifica con 15  punti. Gli undici di Garcia battono la Sampdoria fuori casa con i gol di Benatia e Gervinho, confermando le qualità messe in mostra fino ad ora: difesa granitica (un solo gol subito) e capacità di andare in gol con quasi tutti i giocatori (nove marcatori su 12 reti). Il copione è sempre il solito: primo tempo di studio, ripresa all'arrembaggio. 

Non tiene il passo dei capitolini un Napoli pressoché irriconoscibile, che si fa bloccare sull'1-1 in casa dal malandato Sassuolo. Dopo il 7-0 rimediato dall'Inter, si pensava che il destino dei neroverdi fosse segnato anche al San Paolo, ma non è stato così: alla botta da fuori di Dzemaili risponde Zaza. Il Sassuolo rimane ultimo, ma mette in cascina il primo punto della stagione. Quanto a Benitez, forse dovrà ricredersi sull'eccessivo turnover: se in Italia è poco praticato, un motivo ci sarà. Senza Behrami, per dirne una, il centrocampo degli azzurri recupera una valanga di palloni in meno.

I partenopei vengono così raggiunti (oltre che dall'Inter) dalla Juventus, che supera il Chievo con un 2-1 al veleno. I bianconeri vincono in rimonta, ma sul loro successo pesa un gol regolarissimo annullato a Paloschi. Certo, un errore del guardalinee può capitare, ma di solito è questione di centimetri, non di metri...

Cardiopalma anche per il Milan, acefalo dell'intemperante Balotelli. I rossoneri tornano da Bologna con un solo punto (appena il quinto), ma è frutto di un'impresa. All'89esimo Abbiati e compagni perdono (meritatamente) 3-1. Poi i gol di Robinho e Abate rimettono tutto in piedi. Stavolta non servono nemmeno i sette minuti di recupero gentilmente concessi contro il Torino.

Se la cava meglio la Lazio, che rialza la testa dopo la sconfitta nel derby superando 3-1 il Catania. A dispetto del risultato, la partita rimane in bilico fino all'ultimo, con i siciliani capaci di resistere e di cercare il pareggio anche dopo esser rimasti in 10 uomini. A chiudere i giochi ci pensa Hernanes, che allo scadere piazza un bel sinistro da fuori. I biancoazzurri danno una bella prova di carattere, ma i problemi in attacco rimangono: senza Klose, a buttarla dentro rimangono solo i centrocampisti. 

Il quadro della giornata si completa con il pirotecnico 4-3 di Parma-Atalanta (che riporta al gol Denis) e con due pareggi: Torino-Verona (2-2) e Livorno-Cagliari (1-1).

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