di redazione

E’ come un’ustione per i tifosi della Roma. Non solo il big mach alla penultima di Campionato, che per tutto l’anno si pensava sarebbe stato decisivo, in realtà è inutile, perché la Juventus si presenta all’Olimpico già campione d’Italia. Non solo i bianconeri vincono di misura, segnando il gol decisivo al 94esimo minuto; la sceneggiatura thriller di questa stagione vuole che l’autore di quella rete sia Osvaldo, l’ex più odiato dai tifosi giallorossi, inserito da Conte come terza sostituzione e subissato di fischi e insulti da tutto lo stadio. Alla fine, l’attaccante italoargentino esulta sorridendo verso le tribune che una volta lo acclamavano. E’ il suo primo (e forse ultimo) gol in Campionato con la maglia della Signora.

Oltre al finale, anche il resto della partita si rivela più emozionante del previsto, con la Roma tutt’altro che rassegnata e la Juve non ancora sazia. Le occasioni non mancano su entrambi i fronti, e le porte rimangono inviolate solo grazie alla bravura dei portieri: il giovane polacco Skorupski per i giallorossi e il vecchio leone Storari per i bianconeri, autore di una doppia parata da urlo su Nainggolan e Florenzi.

Gol annullato giustamente a Torosidis nel primo tempo, fallo da espulsione di Chiellini non visto dall’arbitro nella ripresa. Poi, all’ultimo secondo, il destro al volo di Osvaldo sotto l’incrocio che proietta la Juve a 99 punti, record storico. Se gli uomini di Conte batteranno il Cagliari la settimana prossima, arriveranno a quota 102, una vetta mai raggiunta da nessuna squadra europea. Il che non dice che la Juve è la più forte d’Europa, quanto che quello italiano è uno dei campionati meno belli d’Europa.

Subito dietro in classifica, il Napoli si conferma terza forza della Serie A strapazzando 5-2 fuori casa la Sampdoria. Un risultato bello anche se poco significativo, se non per il ritorno al gol di Hamsik dopo 17 partite.

Ancora parzialmente in bilico la zona Europa League, ma non per Fiorentina e Inter, ormai certe di chiudere l'annata rispettivamente in quarta e quinta posizione. I viola liquidano 1-0 il retrocesso Livorno grazie a una rete di Cuadrado, mentre nell'anticipo di giornata i nerazzurri passeggiano sulla Lazio con un 4-1 casalingo che si rivela il miglior modo per dire addio all'immortale capitano Javier Zanetti, alla sua ultima partita sul prato di San Siro.

Anche la Lazio, come la Roma, paga pegno all’ex, dal momento che è Hernanes, con un tiro da venti metri all’angolino a chiudere per sempre ogni pur flebile speranza laziale di riequilibrare la gara. Ma le stelle che brillano in campo sono quelle di Kovacic, che propone giocate e assist fenomenali, e del capitano dell’Inter, recordman per tutte le statistiche, per la correttezza e la professionalità riconosciutegli da tutto il movimento calcistico, che lascia dopo 19 anni e 16 trofei riempiendo il Meazza di commozione.

I biancocelesti salutano così definitivamente ogni velleità europea, mentre tutte le altre squadre in lizza per il sesto posto si fanno sfuggire un'occasione incredibile. Il Torino pareggia 1-1 con il Parma (ancora in rete Immobile, capocannoniere con 22 centri), ma continua a occupare l'ultima casella buona per la coppa con 56 punti.

Perdono l'opportunità di superare i granata non solo gli emiliani (a quota 55), ma anche il Milan e il Verona (54 punti per entrambe). I rossoneri perdono 2-1 fuori casa contro l'Atalanta, incassando nel finale un gol pazzesco di Brienza, capace di bucare il sette da distanza siderale. I veneti, invece, passano in vantaggio 2-0 su un'Udinese che ormai da tempo non ha più stimoli, ma poi si fanno clamorosamente rimontare dal solito capolavoro di Di Natale e dal destro allo scadere di Badu.

L'altra squadra di Verona, il Chievo, batte il Cagliari fuori casa con un colpo di testa di Dainelli e si assicura la permanenza in A. Condannati alla B, invece, Bologna e Catania, impegnati in uno scontro diretto portato a casa 2-1 dai siciliani. I gialloblù vincono così la seconda partita consecutiva, ma il loro risveglio è arrivato decisamente troppo tardi.

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