di redazione

Con la Roma a tre punti dalla prima, tra Napoli, Sampdoria e Lazio la lotta per il terzo posto in classifica continua. Ma sia chi si trova al secondo che al terzo posto ha scarsa importanza quando chi è al primo rifila 7 gol all’ultima. La Juventus di ieri ha letteralmente umiliato il Parma di Donadoni e i suoi tre delanteros - Llorente, Tevez e Morata - hanno inviato un messaggio chiarissimo alla Roma e alle altre 18: non è cosa nemmeno per quest’anno.

Nemmeno le argute domande del post-gara da parte dei commentatori di Sky sono riuscite a fornire una storia alla partita. Da segnalare per bellezza il 4 a 0 firmato Tevez: 70 metri di campo con un misto di forza, velocità, controllo di palla e precisione da parte dell’apache che s’invola, solca la prateria scansando i nemici e scocca la freccia. Del Piero, che della Juventus è stato icona assoluta e che davvero meritava un altro trattamento dalla famiglia Agnelli, ha festeggiato ieri i suoi 40 anni e piace pensare che la squadra gli abbia voluto concedere un omaggio.

Il Parma, invece, con l’eccezione della vittoria ottenuta sull’Inter di Mazzarri, continua a collezionare sconfitte e già dopo l'undicesima giornata si cerca di capire come cercare di evitare il tracollo della B. Lo scorso anno aveva stupito tutti per qualità e risultati e non è certo colpa dei nuovi innesti se dopo pochi mesi vive il tracollo, così come Donadoni rimane un buon tecnico. Sarà dunque importante rivedere conti, acquisti e cessioni e, nel frattempo, far fare le valigie a Leonardi, che dal suo amico Moggi ha imparato poco.

La Roma non resta a guardare la Juventus e affonda il Torino con un secco 3 a 0. Dopo otto minuti già in vantaggio e con la partita in mano per novanta minuti, in alcuni momenti ha mostrato quello che da lei ci si aspetta: calcio veloce ed efficace. Che la squadra di Garcia abbia difficoltà a ritrovare assetti ed entusiasmo sarà anche vero, ma solo lei è in grado d’insidiare il primato ai bianconeri. E’ vero, la Roma ha perso contro le grandi, dal Bayern alla Juve, al Napoli, ma resta comunque una squadra capace di mantenere un cammino che punta allo scudetto. I pochi punti che la separano dla primo posto possono essere decisivi, soprattutto se la Juventus dovesse trovare un periodo di difficoltà.

Dopo la vittoria sulla Roma, il Napoli, pretendente ad un posto in Champions, batte sul suo campo la Fiorentina, pretendente Europa league. La squadra di Benitez sembra aver ritrovato gli equilibri tattici che nascondono le pesanti lacune difensive ed esaltano un attacco straordinario, dove spicca il pipita Iguain che anche ieri ha timbrato il cartellino.

Poteva finire con un punteggio più rotondo, ma difficilmente con maggiori emozioni la partita tra Sampdoria e Milan che ha dato il via al turno settimanale di campionato prima della sosta. Le due squadre sono sembrate figlie più o meno maggiorenni dei rispettivi allenatori ed hanno dato vita ad una gara emozionante e aperta fino all’ultimo minuto. E se ormai Mihajlovic è in pieno possesso della sua squadra, che da lui ha ereditato il carattere, il Milan di Inzaghi è riuscito a recuperare una partita che sembrava potesse perdere, dimostrando comunque determinazione e voglia di non arrendersi. Il Milan, che dopo un anno ritrova la via del gol per El Shaarawy, sembra voler confermare come il baratro degli anni scorsi abbia trovato soluzione di continuità. La Samp resta dunque al terzo posto in classifica e alzi la mano chi l’avrebbe previsto ad inizio del torneo.

Una doppietta di Icardi e Handanovic che para un rigore non sono bastati all’Inter per andare oltre il pareggio contro il Verona. Era dagli anni ’90 che il Verona non prendeva un punto a Milano. Tutto il secondo tempo in dieci per l’espulsione di Medel che ha causato un rigore parato da Handanovic, ma questa non è una notizia. Così come non è una notizia il volume poderoso di fischi che il Meazza rilascia a Mazzarri, davvero incapace di costruire calcio. E sebbene abbia giocato una buona partita per impegno e corsa, la squadra nerazzurra non ha proprio una idea che è una del che fare quando si trova in possesso di palla, né cosa sia la velocità, pero non parlare di una condizione fisica pessima. Mazzarri, invece di accampare scuse, dovrebbe dire chiaramente che ha voluto questo telaio di squadra ed assumersi le proprie responsabilità. Invece di dire come mai contro l’Inter tutti giocano la miglior partita dovrebbe accorgersi che lo fanno perché solo l’Inter ti permette di giocare bene. Questo dovrebbe dire l'allenatore più pagato, ma questa è l ragione per la quale non se ne andrà di sua sponte.

Certo è che risulta evidente come questo anticalcio è unico modulo che conosce e la paura di perdere è ormai il sentimento che guida. Ed è inutile che dica che ha ottenuto risultati (in 20 anni una coppa Italia, via..), perché puoi anche pensare che coprire sia l’unico gioco e che si debba affondare il colpo solo in contropiede, ma se non hai Cavani, Lavezzi ed Hamsick diventa arduo. L’Inter ha una caratteristica precisa: pur disponendo di giocatori di buona tecnica, nessuno azzarda un dribbling o un passaggio di prima, la squadra non gioca nemmeno a due tocchi e il 50 per cento dei passaggi sono indietro. Se Thohir si tiene Mazzarri, otterrà due risultati: quello di vedere l’Inter fuori dall’Europa e quello di rompere il feeling con i tifosi, già non proprio ottimo. Inevitabile, del resto, per un imprenditore che ha preso l’Inter per guadagnarci soldi e farsi un nome, non per investirci e vederla vincere.

L’Empoli, batte la Lazio e ne interrompe la serie positiva che durava da sei giornate. La squadra toscana è ben messa in campo, gioca un buon calcio pur senza disporre di stelle e, nonostante in molti ancora non apprezzino, rende la vita complicata a chiunque. Tra Genoa e Cagliari arriva un pareggio che è il risultato meno atteso tra Zeman e Gasperini, mentre Il Chievo batte il Cesena e l‘Udinese pareggia con il Palermo dimostrando che Stramaccioni deve ritrovare il bandolo della matassa per ricominciare a vincere. Sassuolo e Atalanta pareggiano, buono il punto per entrambe.




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