di redazione

La riscossa nel segno di Mancini non è arrivata, ma quello di ieri sera è per l'Inter un punto guadagnato. Il derby di Milano va in archivio con un pareggio giusto, frutto di un gioco bloccato a livello tattico, scarso a livello tecnico, ma con un ritmo più vivace del solito. Decidono un gol per tempo: il Milan passa con un bel piattone sul palo lungo firmato Menez, i nerazzurri rispondono con un diagonale lento ma preciso di Obi dal limite dell'area. A pesare, però, sono soprattutto le palle gol sprecate. E chi ha più da recriminare sono i rossoneri, che falliscono due clamorose occasioni per il 2-1: prima con El Shaarawy, che solo davanti ad Handanovic spara sulla traversa, poi con Bonaventua, che allo scadere tira fuori di un centimetro. Per i nerazzurri è Icardi a sbagliare: nel primo tempo a tu per tu con Diego Lopez, nella ripresa con una girata (non facile, per la verità) che pizzica l'incrocio.

Le indicazioni per i due allenatori, tuttavia, non mancano: Inzaghi potrebbe forse rassegnarsi al fatto che aspettare Torres non darà migliori risultati dell'attesa di Godot; Mancini sfata invece un mito mazzarriano e nel finale riesce a far giocare insieme Kuzmanovic, Guarin, Hernanez e Kovacic. Il giovane croato è però penalizzato dalla posizione di partenza, troppo defilata, e la fluidità della manovra ne risente non poco.

Le due milanesi continuano così a galleggiare a metà classifica: il Milan a 18 punti, l'Inter a 17. La distanza dalle due regine del Campionato è ormai abissale: in virtù delle vittorie in trasferta nei due anticipi (rispettivamente 3-0 sulla Lazio e 2-1 sull'Atalanta), la Juve viaggia a 31 punti, seguita dalla Roma a quota 28.

Rimane in terza posizione il Napoli (22 punti), che però getta alle ortiche un'occasione assai ghiotta. Al San Paolo gli uomini di Benitez vanno in vantaggio prima 2-0, poi 3-2, ma si fanno rimontare dal Cagliari e alla fine portano a casa un solo punto. E' certamente un risultato non insolito quando in campo c'è una squadra di Zeman, ma di recente anche il Napoli non scherza quanto a mancanza di equilibrio fra i reparti: Higuaìn va a segno per la quinta partita consecutiva e De Guman sta emergendo, ma la difesa colleziona errori di ogni tipo e non consente quasi mai agli azzurri di gestire in tranquillità i gol segnati.

Chance sprecata anche la Sampdoria (21 punti), che non riesce a tornare da sola nell'ultima casella buona per la Champions. I blucerchiati, infatti, si fanno fermare sull'1-1 dal Cesena (penultimo a quota 8), pur dominando in lungo e in largo per l'intera partita. Al gol dell'ex di Lucchini risponde l'autorete di Nica. Nel finale gli emiliani si salvano grazie a un filotto di parate prodigiose del portiere Leali.

L'ennesimo pareggio della giornata è quello fra Udinese (18 punti) e Chievo (terzultimo a 9): i friulano passano in vantaggio con il 200 gol in Serie A di Totò Di Natale, alla sua 400esima presenza, ma la festa viene rovinata nel finale da una cannonata a lunga gittata di Radovanovic.

Aspettando Genoa-Palermo, chiudono il quadro della giornata tre vittorie esterne. La più importante è quella della Fiorentina sul campo del Verona: al Bentegodi i viola passano con i gol di Gonzalo Rodriguez e Cuadrado, separati dal momentaneo pareggio di Nico Lopez su grande assist di Toni. La squadra di Montella arriva a 16 punti e supera così in classifica proprio il Verona, fermo a 14.

I veneti vengono scavalcati anche dal Sassuolo (15 punti), capace di vincere 1-0 in casa del Torino (12 punti). Eroi di giornata il portiere Consigli, che para un rigore a Sanchez Mino, e il pragmatico Floro Flores, che decide la partita con una zuccata a pochi minuti dalla fine, dopo che Zaza e Berardi aveva sbagliato l'impossibile sottoporta.

Infine, notte fonda per il Parma, che perde al decima partita su 12 e rimane ultimo a quota 6. Stavolta al Tardini passa l'Empoli, che vince grazie alle reti di Vesino e Tavano, bissando la vittoria della giornata precedente contro la Lazio e portandosi così a 13 punti.

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