di redazione

Unite dalla stessa pioggia che bagna Torino e la Capitale, Juventus e Roma regalano alla Serie A due partite d'alto livello, di quelle che eravamo abituati a vedere fino a qualche anno fa, e con le rispettive vittorie su Torino e Inter continuano a guidare la classifica separate da soli tre punti (34 a 31). Il risultato più sofferto è quello dei bianconeri, che s'impongono all'ultimo respiro nel derby della Mole.

Nel primo tempo gli uomini di Allegri passano in vantaggio con un rigore di Vidal, pareggiato da un capolavoro memorabile di Peres, capace di correre da un capo all'altro del campo prima di scaricare un missile incrociato che scheggia il palo e s'insacca. Quella del Toro (12 punti) è una partita eroica, in stile Ventura: catenaccio granitico e contropiede. Quagliarella sfiora anche un clamoroso gol dell'ex, ma nel finale i granata subiscono la beffa più atroce: all'ultimo secondo del recupero, quando la Juve sembrava ormai imballata e rassegnata al pari, Pirlo indovina un destro chirurgico da fuori.

Meno tattica e più spettacolare la sfida dell'Olimpico, dove i giallorossi battono 4-2 l'Inter (17 punti). A fare la differenza è l'organizzazione di gioco: gli uomini di Mancini s'impegnano ma, senza Kovacic e Hernanez, a centrocampo mancano i piedi capaci di accendere la luce. In difesa, invece, evidentemente il problema non era Vidic: la linea nerazzurra è lenta, dormigliona, orfana un leader capace di chiamare i movimenti.

E gli attaccanti della Roma entrano che è una meraviglia: prima Ljajic e Gervigho combinano per l'1-0 passando entrambi davanti ai difensori interisti, poi Manolas divora in un sol boccone il duo Campagnaro-Ranocchia e scaraventa in porta. L'Inter però ha cuore e pareggia due volte: nel primo tempo con lo stesso Ranocchia, di testa da corner, nel secondo con una zampata deviata di Osvaldo, che poi scioccamente irride i suoi ex tifosi. Dopo due minuti dall'esultanza guascona dell'italoargentino, però, l'ennesimo colpo di sonno della difesa nerazzurra offre a Pjanic un cioccolatino da spingere in porta per il 3-2. Lo stesso bosniaco chiude i conti con una punizione mortifera in pieno recupero.

L'altra notizia di giornata è il risultato del Genoa, che - aspettando Sampdoria-Napoli - si gode 24 ore in solitaria al terzo posto con 23 punti. I gialloblu passano sul campo del Cesena (penultimo a quota 8) con i gol di Matri, Antonelli e Burdisso. A referto anche due calci di rigore sbagliati, uno per parte.

Un gradino sotto i liguri si rifà vivo il Milan, che torna alla vittoria dopo più di un mese e sale a 21 punti. Decisivo Menez, che condanna l'Udinese prima con un rigore, poi con un'azione personale. La squadra di Stramaccioni, dopo le scintille d'inizio stagione, scivola così a metà classifica, a 18 punti.

Il risultato di San Siro penalizza anche la Lazio (21 punti), che si fa scavalcare in classifica proprio dai rossoneri. Nell'anticipo di giornata, i biancazzurri non vanno oltre lo 0-0 sul campo del Chievo (terzultimo a quota 10), offrendo peraltro una prestazione che lascia più di un dubbio sulla preparazione atletica della squadra, ormai abituata a calare vistosamente fra primo e secondo tempo.

Si avvicina a un punto dei capitolini la Fiorentina, trionfante 4-0 sul campo del Cagliari (11 punti). Il risultato sembra bugiardo, ma in realtà è coerente con la filosofia zemaniana: i sardi creano tonnellate di palle gol, ma per gli attaccanti non è giornata, mentre in difesa si moltiplicano le solite amnesie. Oltre a Mati Fernandes (autore di una doppietta) e a Cuadrado, segna perfino Gomez, interrompendo uno psicodramma che durava ormai da 259 giorni.

Non si arresta invece lo psicodramma del Parma, che perde l'11esima partita sulle 13 giocate ed è sempre più ultimo a quota 6. Stavolta gli uomini di Donadoni vengono sconfitti fuori casa dal Palermo (17 punti), che s'impone 2-1 con i gol di Dybala e Barreto, intervallati dall'inutile pareggio di Palladino.

Chiude il quadro della giornata la vittoria del Sassuolo, che rimonta la rete iniziale di Moras per il Verona con le marcature di Sansone e Taider. I neroverdi si proiettano a metà classifica con 18 punti, mentre i veneti - fermi a 14 - continuano nella loro lenta discesa.


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