di Betta Bertozzi


Ieri sera, dal mio divano rosso, ho visto una grande, una grandissima televisione.
Ho visto quella televisione che noi tutti predichiamo, e che non razzoliamo più, per un sacco di ragioni. Un po’ perché i programmi non c’è più il tempo di scriverli o di pensarli, un po’ perché i programmi costano e le spese si tagliano, un po’ perché le buone idee, come l’erba voglio, non crescono nemmeno nel giardino del re. Figurati nei programmi..
Ieri sera mi sono goduta Fazio. Un Fazio inedito, sorprendente, vitale e vivo, un Fazio che pugna e lotta insieme a noi, come ai bei tempi. Come quando Telekabul era un pochettino più possibile dell’isola che non c’è e per farla non ti servivano Peter Pan e la polverina magica, ma solo una buona idea, e di quelle ce n’erano a bizzeffe.
Fazio ha ricevuto in piedi, percorrendo a larghi passi lo studio, il direttore Caprarica. Fazio ha finalmente percorso il suo studio misurandone a lunghi passi l’ampiezza, e questa è una notizia. Parlando con Caprarica, gli ha chiesto quello che noi tutti ci chiediamo, ma senza populismo e senza risatine distribuite a vagonate. Alla fine, quando dopo aver ricordato la marca delle tazze da tè della Regina Madre è riuscito a chiedergli dove si trovava il giorno della morte di Lady D., l’ha fatto senza piaggeria e con comprensione, come un bravo intervistatore che ascolti raccontare da una femminista vera cos’era Via del Governo Vecchio negli anni ‘70. Finalmente un’intervista fatta come si deve, con immagini a supporto scelte con cura, senza silenzi incapaci di farlo assomigliare a Andy Kaufman, uno che per far ridere si faceva bastare un taxi e non aveva la macchina produttiva di Endemol. Impedibile la parte sulla scelta mattutina delle cravatte, operazione che coinvolge tutta la famiglia Caprarica: è stato un momento di vera, concreta, universale ironia.
Ma lo zenith, il punto di non ritorno che farà la storia della tivvù del prossimo millennio, Fazio l’ha toccato quando, durante l’esibizione di Celentano, si è trasformato in un Elvis Presley de’ noantri, gettando definitivamente alle ortiche la sua immagine di primo conduttore uscito vincitore da un esperimento crioterapeutico. Grande, grande Fazio, capace di risparmiarci le teleprediche di Celentano e di fare spazio al Celentano cantautore d’altri tempi, quello che canta e basta, e quando canta canta da dio.
E Luciana Littizzetto? Quando l’hanno inquadrata in mezzo al pubblico, si è tolta la maschera della monologante stitica che da tempo la distingueva come la comica più inutilmente acida della tivvù, quella piccola grande donna è tornata a dialogare con la gente, con tempi comici umani, mostrando vera attenzione per la risposta e la risata di chi la circondava, e io non ho resistito: sono scoppiata a piangere.
Mi sono buttata in terra, in preda al riso e al pianto. Piangevo tutte le mie lacrime di televisionara delusa, anni di stenti fra copioni ricopiati e buone idee buttate al vento, piangevo i pianti di chi si fa le file nelle anticamere dei produttori che si sono comprati la tivvù stipandola di costose boiate, piangevo le lacrime che ho accantonato da quando gli autori costano meno di un format comprato all’estero, per due lire, e adattato male da quattro scalzacani. Ridevo di gioia vera per Fazio, finalmente libero da se stesso, ridevo di una Littizzetto uscita dallo specchio sterile di Alice e rientrata in mezzo alla gente che ride e ha bisogno di ridere, ridevo perché la buona televisione ci vuol poco a farla, solo un’idea.

E voi? Voi cos’avete visto, ieri sera? Lo so, niente di tutto questo. Perché il programma di Fazio oramai piace solo a lui, perché non c’è un solo elemento nuovo da quando ha demolito il condominio, perché la Littizzetto è l’unica donna al mondo che può prolungare il suo malumore mensile ad libitum.

A volte, la tivvù è meglio guardarla da spenta. Quando la guardi, e piangi.

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy