di Roberta Folatti

Di primo acchito lo si può scambiare per uno dei tanti film ambientati nei bassifondi di una metropoli, tra teppistelli di origini latine sempre pronti ad azzuffarsi tra loro. Ma Guida per riconoscere i tuoi santi è un prodotto originale sia nella sceneggiatura che nell’approccio registico. Non per niente è stato premiato al Sundance Film Festival 2006, vetrina principe per i film indipendenti. Basata sulla convinzione che è necessario riconciliarsi col proprio passato anziché sfuggirlo e che, per quanto traumatico esso sia, ha sempre qualcosa da insegnarci, la pellicola di Dito Montiel – scrittore dai molteplici talenti al suo esordio alla regia – ripercorre gli avvenimenti di una torrida estate degli anni ’80. Siamo nel Queens a New York, precisamente nel quartiere Astoria, e Dito il protagonista – omonimo dell’autore ma a suo dire non del tutto identificabile con lui, anche se il film è ispirato alla sua autobiografia – si barcamena tra il suo gruppo di amici d’infanzia, di quelli che prima di pensare passano all’azione, e un nuovo compagno di scuola, più riflessivo e ambizioso, che coltiva il sogno di fondare una rock band e scappare in California.
Lo stesso regista ci tiene a sottolineare che la trama è un mix tra esperienze reali e immaginazione: “Nel film racconto una storia e la verità è nelle emozioni dei personaggi”.
Le giornate nel quartiere trascorrono lente e inconcludenti, i ragazzi o corteggiano le ragazze o si mettono nei guai. Tutto è piuttosto vuoto e meschino e manca soprattutto la sensazione di poter cambiare le proprie vite, di poter scegliere la propria strada. Dito però ha una famiglia che lo circonda di affetto, mentre il suo migliore amico Antonio viene picchiato quotidianamente dal padre.

Ma dopo una serie di tragici avvenimenti, Dito si renderà conto di volersene andare lontano e l’atteggiamento di suo padre, che non comprende questa sua esigenza, teso com’è a smussare ogni contrasto, chiudendo gli occhi sulla realtà degradata del quartiere, lo spingerà a tagliare i ponti con la sua famiglia per innumerevoli anni. Nel frattempo diventerà uno scrittore famoso.
Ma Dito Montiel ci dice che non si può recidere il legame con l’ambiente e con le situazioni che ci hanno formati, e se anche tentiamo di cancellare volti ed affetti per ricominciare daccapo in un altro luogo, quelli continuano ad esistere e a pensarci. Sono i nostri santi e non ci resta che riconoscerli.

Il film è giocato su una sapiente alternanza di flashback e contemporaneità, di momenti ironici e drammatici: per essere un esordio, rappresenta davvero una bella sorpresa.
Prodotto, tra gli altri, da Sting e da sua moglie Trudie Styler, è interpretato dagli ottimi Robert Downey Jr. e Chazz Palminteri, oltre a un gruppetto di attori giovanissimi che lasciano decisamente il segno.

Guida per riconoscere i tuoi santi (Usa, 2006)
Regia: Dito Montiel
Sceneggiatura: Dito Montiel
Fotografia: Eric Gautier
Cast: Robert Downey Jr., Chazz Palminteri, Rosario Dawson, Shia LaBeouf, Channing Tatum
Distribuzione: Mikado








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