di Cinzia Frassi

Mentre ci domandiamo cosa ne sarà della carta stampata in questi tempi di vacche magre, forse non ci siamo accorti di quanto è cambiato il mondo dell’informazione nell’era del web 2.0. Accanto al modello tradizionale, quello cioè del quotidiano che infiliamo sotto il braccio, c’è l’infinito mondo del web con la sua offerta di notizie in un fluire rapido, continuo, inarrestabile. Il cappello di poche righe, un titolo a grandi caratteri, immagini e video, l’informazione on line si presenta affiancata da servizi di ogni genere. Lo sforzo economico di andare on line viene ripagato nelle grandi testate in vari modi: pop up all’accesso, banner pubblicitari di varia grandezza animati e non, link di vari formati a programmi televisivi, forum, chat, messaggi pubblicitari, per non parlare di adsense eccessivi ed invasivi e tutto ciò che può stare in una home page. Ecco come si presenta la maggior parte dei siti che si occupano di news.

di Cinzia Frassi

Il primo a chiedere aiuto al governo Berlusconi è il presidente del gruppo Espresso, Carlo De Benedetti, e lo fa senza mezzi termini. Parlando agli azionisti e comunicando loro la chiusura in perdita di 2,5 milioni del primo trimestre, spiega la forte crisi dell’editoria e, in particolare, dei ricavi pubblicitari: occorrono, dice, “misure straordinarie per le quali deve intervenire il governo”. Note dolenti anche per il colosso Caltagirone Editore. Infatti, il presidente, Francesco Gaetano Caltagirone, davanti all’Assemblea degli azionisti parla di “emergenza drammatica” arrivando perfino ad affermare che dalla “crisi uscirà completamente modificata la geografia e la sostanza dell'editoria italiana”. Lasciando da parte il dilemma se ci sia in Italia chi abbia il vezzo di cavalcare la crisi per portare a casa qualche regalìa del governo, la situazione sembrerebbe proprio grave.

di Rosa Ana De Santis

In Italia sono 30 mila le bambine che vengono sottoposte a questa pratica selvaggia. A dirlo è il presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, Giuseppe Mele. Nel protocollo d’intesa con il Ministero della Salute firmato il 18 settembre scorso, l’obiettivo concordato è quello di combattere la circoncisione rituale clandestina, femminile e maschile. Quella che nella scorsa estate ha procurato la morte di due piccoli. Circoncisione e mutilazione femminile sono pratiche sul confine fra tradizione, storia e riti antropologici consegnati di madre in figlio per indiscussa eredità. Si potrebbe indugiare a lungo sulla dialettica tra le ragioni della cultura e quelle del pensiero morale universale. Sapendo già che è una disquisizione malposta o non sufficiente.

di Elena Ferrara

Tedesco doc, aveva servito il suo paese in tutti i fronti. Nel periodo della seconda guerra mondiale l’Armata sovietica entrata in Germania lo aveva preso e rinchiuso in un campo di lavoro. Ma lui, Horst Tappert (classe 1923), non si era dato per vinto ed era arrivato - passo passo - al trionfo nel piccolo schermo divenendo uno dei maggiori personaggi del mondo dei serial. Noto con il nome di “Ispettore Derrick” dopo aver raggiunto decine e decine di paesi con le sue incredibili avventure - è morto due giorni fa in una clinica di Monaco di Baviera. La sua carriera aveva preso avvio con precisi impegni teatrali, ambiziosi e tutti carichi di significato letterario. Aveva debuttato nelle scene nel 1945, subito dopo la guerra in una Germania distrutta. Era stato il Dr. Striebel nella piéce di Helwig “Die Flitterwochen”. Poi ci furono altre prove di rilievo. E tra le sue interpretazioni più famose ci furono quelle in “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, ma anche lavori presi da Shakespeare, Balzac e Moliére. Quindi debuttò nel primo musical tedesco del varietà post-bellico: “Lady in the Dark”. Poi il momento d’oro con la tv.

di Carlo Benedetti

MOSCA. In una Russia dove poche settimane orsono si è scatenato un tormentone televisivo di serial sulla figlia di Stalin (Svetlana) e su quella di Breznev (Galina) e mentre vanno in onda una saga ebraica tratta dal romanzo di Anatoly Ribakov “Sabbia pesante” e un documentario sui momenti della vita di Berija, piomba la notizia di un film che (se andrà in porto...) sarà destinato a far rivivere quello che i “sovietici” erano stati obbligati a studiare sin dai banchi delle elementari. E cioè quell’opera monumentale di Karl Marx: “Il Capitale”, testo chiave del movimento comunista. E questo vorrà dire che per la dirigenza del paese - che sta cercando con tutte le forze di cancellare quello “spettro che si aggira per l’Europa” – si aprirà il fronte del cinema. Perchè a Mosca si apprende che il regista tedesco Alexander Kluge (Leone d'oro a Venezia nel 1969 con "Artisti sotto la tenda del circo: perplessi") si accinge al “ciak” di un suo nuovo film che sarà tratto dall’opera di Marx. Si dovrebbe intitolare "Notizie dall'antichità ideologica" per non impressionare quanti (soprattutto in questa Russia carica di oligarchi e paperoni) vedono ancora in giro lo “spettro”.


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