L’ultimo rapporto sulle disuguaglianze globali presentato da Oxfam non presenta dati particolarmente significativi rispetto a quelli degli ultimi anni. L’oscena concentrazione della ricchezza nelle mani dell’uno per cento della popolazione, che possiede il 45% della ricchezza globale, determina per conseguenza la caduta di livello per il resto del 99 per cento degli abitanti del pianeta. Ci sono 795 milioni di persone che soffrono la fame, altri 817 milioni che non riescono a fare tre pasti al giorno e 750 milioni di persone che non hanno accesso all’acqua potabile.

Il consueto appuntamento super-esclusivo del World Economic Forum (WEF) di Davos, in Svizzera, si sta svolgendo questa settimana in uno spirito di apparente ottimismo, giustificato dal continuo accumulo di ricchezze tra le élite planetarie e, almeno per quanto riguarda gli Stati Uniti, dalle prospettive che lascia intravedere il pacchetto di tagli alle tasse per i più ricchi recentemente approvato dal Congresso di Washington.

I problemi delle banche italiane sono manifesti e noti a tutti, mentre quelli degli istituti francesi e tedeschi rimangono nell’ombra. Nessuno ne parla, neppure la Vigilanza Bce. Eppure, il pericolo in agguato è altrettanto grave. Parliamo dei titoli tossici, o “titoli illiquidi”, per chi preferisce l’eufemismo. Nel linguaggio contabile, comunque, si chiamano “Level2” e “Level3”, L2 e L3.

Per chi conoscesse poco il nostro Paese, la manovra varata la settimana scorsa dal Parlamento potrebbe funzionare da corso accelerato di italianità. Per come è andata a finire, verrebbe da pensare che il relatore del provvedimento sia Brancaleone da Norcia, disposto a imbarcare chiunque nella sua armata per affrontare le crociate.

L’obiettivo è giusto: ridurre il precariato. I mezzi scelti per perseguirlo, tuttavia, si riveleranno certamente inefficaci. Dopo lo tsunami di numeri che ha certificato il fallimento del governo Renzi sul tema del lavoro, finalmente il governo Gentiloni decide di fare qualcosa per mettere una toppa sul buco che da 10 anni disperde le energie del nostro Paese.


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