Una vero e proprio fuoco di sbarramento, alimentato con avvertenze e minacce all’indirizzo del governo, si è alzato contro la possibilità che l’Italia firmi il protocollo d’intesa del progetto One Belt One Road, da tutti generalmente definito come la nuova “Via della Seta”. Gli Stati Uniti hanno fatto immediatamente sentire la propria voce e subito sono intervenuti in loro sostegno alcuni esponenti della Unione Europea.

 

Ma cos’è One Belt One Road? E’ un piano di investimenti globali nato nel 2013 e al quale hanno aderito 67 paesi che hanno firmato il Memorandum d’Intesa. Gli investimenti ammontano a 8000 miliardi di Euro e, fino ad ora, il Pakistan è la nazione maggiormente coinvolta, con un investimento di 60 miliardi di dollari.

Il mistero attorno al blitz condotto all’interno dell’ambasciata della Corea del Nord a Madrid lo scorso febbraio ha cominciato a sciogliersi dopo che la polizia e l’intelligence spagnole hanno collegato un paio di membri del commando responsabile dell’accaduto nientemeno che alla CIA americana. L’episodio era apparso subito sospetto sia per le modalità con cui l’operazione era stata portata a termine sia per la coincidenza con le fasi preparatorie del secondo summit tra il presidente americano Trump e il leader nordcoreano, Kim Jong-un.

 

Alle tre del pomeriggio del 22 febbraio, una decina di individui si erano introdotti nell’edificio che ospita la rappresentanza diplomatica della Nordcorea nel quartiere residenziale di Aravaca, alla periferia nord della capitale spagnola. Un paio d’ore più tardi, una donna era riuscita a fuggire da una finestra dell’ambasciata e, raggiunta la strada più vicina, aveva iniziato a gridare per richiamare l’attenzione di passanti e residenti che si sono poi affrettati a chiamare la polizia.

Anche se le cause del disastro aereo di domenica scorsa in Etiopia rimangono ancora da verificare, una serie di indizi relativi al velivolo della Boeing schiantatosi al suolo poco dopo la partenza da Addis Abeba e la stessa situazione del settore aereonautico civile a livello globale permettono già da ora di esprimere una serie di considerazioni sulla vicenda che è costata la vita a 157 persone. Le condizioni atmosferiche ottimali registrate poco prima dell’incidente, la data di costruzione recentissima dell’aeromobile e il livello di esperienza del comandante, d’altra parte, avevano subito suscitato parecchi dubbi sull’accaduto, soprattutto alla luce delle analogie riscontrate con il disastro dell’ottobre scorso in Indonesia.

Il governo conservatore di Theresa May martedì si è visto respingere per la seconda volta dal Parlamento di Londra il piano di uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea concordato con Bruxelles. L’accordo, già bocciato pesantemente a gennaio, era stato modificato in extremis lunedì, ma non ha prevedibilmente alterato di molto gli equilibri tra i favorevoli e i contrari, così che il processo di separazione innescato dal referendum del 2016 resta ancora avvolto dalla nebbia a poco più di due settimane dalla data ufficialmente prevista per l’addio all’UE.

Gli sforzi per un dialogo politico in Nicaragua camminano a singhiozzo. Il governo di Daniel Ortega, su richiesta di opposizione, chiesa e industriali aveva dato inizio al tavolo di concertazione, ma gli stessi richiedenti, che dapprima avevano aderito e che poi avevano firmato l’accordo sui termini operativi del dialogo, hanno abbandonato il negoziato.

 

Il governo sandinista non ha posto limiti ai temi in discussione, pur proponendo i punti principali: rafforzamento delle istituzioni di garanzia nel processo elettorale così come concordate con la OEA, giustizia ed indennizzi per le vittime del tentato golpe del 2018, riesame della situazione giuridica degli arrestati e provvedimenti di clemenza, appello agli organismi internazionali contro le sanzioni USA al Nicaragua.


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