di Roberto Giardina

BERLINO. Ai tedeschi va male, e gli europei godono. Sembra che i sudditi di Frau Angela non riescano a combinarne una giusta. Sono gli unici a non voler andare alla guerra in Libia. Come osano mettere in pericolo la compatta Unione Europea, e tradiscono i britannici, i francesi, e gli americani? Loro che si spacciano per eroi nibelungici, per superuomini ariani, sono i primi a spaventarsi per un botto lontano, a Fukushima in Giappone, e in fretta e in furia abbandonano l´atomo, mentre appena a settembre avevano prolungato la vita delle centrali fino al 2040.

Provocano danni di miliardi all´Europa, soprattutto a Nicolas, che sperava di vendere le sue centrali da rottamare all´amico Silvio. Per colpa dei crucchi, anche gli italiani hanno detto “nein”. Non hanno capito che cosa si perdono. Dove è andata a finire la mitica coerenza teutonica? E´ vero che Angela è una signora, ma pur sempre Made in Germany.

Non è finita. Arriva il batterio mortale e se la fanno sotto, in tutti i sensi, figurato e realistico. Lo chiamano alla loro maniera EHEC, gli unici in Europa, così all´inizio gli altri non capiscono. Perché hanno paura del vero nome e cognome del batterio, Escherichia Coli? Sono sempre stati maniaci delle sigle: non si definiscono BRD, invece che Deutschland, e chiamavano DDR l´altra Germania?  Come si può? Non è dignitoso.

Erano la patria dei geni, degli scienziati, di Einstein e di von Braun, che dalle V2 arrivò alla Luna, ed ora non riescono a debellare un semplice batterio. E sconvolgono l´Europa. Danno la colpa ai cetrioli spagnoli, poi ai pomodori olandesi, quelli bellissimi che non sanno di nulla, all´insalata di casa loro, ai céchi e ai greci. Provocano milioni di danni agli agricoltori e non vogliono rimborsarli. Accusano i germogli di soja, quelli dei fagioli, e poi i broccoli. Cambiano idea ogni giorno.

I loro politici impartiscono saggi consigli: lavatevi le mani. Lo diceva anche mia nonna. E come mai muoiono soprattutto le donne? Perché stanno più attente all´igiene dei maschi, così alla fine hanno meno anticorpi. In altre parole, noi maschi siamo dei maiali. O moriamo da giovani, o diventiamo immuni o quasi come Achille. E noi europei che ci aspettavamo un piano anti epidemia, come una Blitzkrieg, una guerra lampo.

La Germania non è più quella di una volta. E neanche ci dispiace. In tedesco si chiama Schadenfreude, che al solito non si può tradurre con una sola parola, sarebbe la gioia quando a qualcun altro va male.  Dato che il termine esiste solo nella lingua di Goethe, qualcuno ha dedotto che solo i tedeschi sono così maligni. Ma almeno questo non è vero. Come dimostriamo con la nostra irrefrenabile soddisfazione per i guai di Berlino e dintorni.

Io vivo in Germania da troppi anni, e so da sempre che i tedeschi non sono perfetti. Per fortuna, altrimenti avrebbero vinto la guerra, trasformando l´Europa in un giardino tutto pulito e ordinato come piace a loro, disseminato da orripilanti nanetti. Anzi, sono ben lontani dall´essere perfetti: sono loro che hanno soprannominato la capitale “Tunis”.

Non è un omaggio alla vecchia Cartagine, per cui facevo il tifo da bambino palermitano, ma un gioco di parole con Tue nichts, non far nulla. Nella metropoli sulla Sprea nessuno lavora. Sarebbe la Napoli della Mitteleuropa. Sempre loro a sostenerlo.

I guai cominciano quando lavorano: idraulici, elettricisti, meccanici, combinano guai, a meno che non siano d´importazione, ex jugoslavi, polacchi, persino italiani. Anni fa si leggeva nei giornali l´espressione “Italienische Verhältnisse”, cioè una situazione all´italiana: scioperi, governi ballerini, corruzione. Non si legge più, sostituita da Hamburghische Verhältinisse”, una situazione all´amburghese, la città anseatica dove si ricorre da dieci anni a elezioni anticipate, rifugio di terroristi e della criminalità organizzata. Ormai li abbiamo contagiati, ma l´EHEC non c´entra.

Quando scoppiò lo scandalo dei conti neri usati da Helmut Kohl per finanziare il suo partito, m’invitarono a una trasmissione radio, dove potevano intervenire anche gli ascoltatori. “Che cosa prova lei come italiano?” mi chiese il conduttore. Come italiano mi considerava un esperto in materia. “Schadenfreude”, risposi con sincerità. Fa bene al cuore, vedere che non siamo i soli. Un´ascoltatrice mi rimproverò: “Fa male - mi disse - non siamo amici, voi italiani e noi tedeschi? Bisogna stare vicini agli amici quando va male”. Ma lei doveva essere una luterana, noi latini siamo diversi. Forse non migliori.

In questo caso con la Schadenfreude sarei prudente. Angela ha fatto benissimo a non partire per la Libia, dove gli altri si trovano già nei guai. E speriamo che non la convincano a cambiare idea. Che male c´è a restare da soli, se si ha ragione? E sull´atomo, come darle torto? Però “nein” l´avevamo detto prima noi, solo che il “nein” all´italiana è sempre particolare, non vale per sempre, e si può interpretare. Rimane il batterio: la colpa forse è che hanno parlato troppo. A Venezia quando imperversava il colera, molto simile all´EHEC, le autorità negavano tutto per non nuocere al turismo. E non facevano la conta dei morti. Grazie a loro Thomas Mann scrisse un capolavoro.

L´Istituto Roland Koch, dove gli scienziati studiano il rimedio, ha un sito internet accessibile a tutti aggiornato di ora in ora, in base alle ricerche. Le ipotesi lette da noi giornalisti diventavano certezze alla tv o sui giornali. Un eccesso di trasparenza. Ma non mi sembra un difetto. Forse sono diventato troppo tedesco, o soffro della sindrome di Stoccolma, sempre meno insidiosa di Frau Escherichia.

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