di Mariavittoria Orsolato

Sapevamo che prima o poi sarebbe successo. Dopo averci terrorizzato per anni con immigrati scassinatori/rapinatori, pericolosi attacchi terroristici e - non da ultimo - con lo spauracchio del degrado urbano, adesso ci mandano l’esercito a casa “per far sentire che lo Stato c’è e che è difficile commettere reati”. Parola di Ignazio La Russa, neoministro degli Esteri e grande estimatore della divisa (nera). Nel decreto legge sulla sicurezza approvato in questi giorni dalle Camere, oltre al famoso emendamento scansa-processi, c’è infatti una postilla che in molti hanno già definito “colombiana” e che prevede l’invio di 3000 uomini dell’esercito italiano a pattugliare e vigilare le strade delle maggiori città per almeno sei mesi, rinnovabili una sola volta. Ma non chiamatele ronde. I soldati andranno “semplicemente” a rafforzare le fila dei tutori dell’ordine convenzionali - polizia, carabinieri, municipale - affiancandoli nelle routinarie operazioni di vigilanza e presidio di siti e obiettivi strategici. In questo modo i cittadini potranno riporre torce e forconi e abbandonare l’idea di scendere in strada per dare la caccia al criminale e all’abusivo. Grazie Ignazio.

di Mariavittoria Orsolato

Il karma del cavaliere deve essersi inceppato. Prima il mitra mimato alla povera giornalista russa, poi lo scivolone sul “salva-rete 4” e adesso questa sparata sulle intercettazioni. Da quando è tornato al Governo, Silvio Berlusconi non ne fa una giusta. Lo scorso sabato in occasione dell’Assemblea dei Giovani Industriali, tenutasi come tradizione (noblesse oblige) a Santa Margherita Ligure, il Presidente del Consiglio ha annunciato un nuovo disegno di legge anti-intercettazioni, con pene fino a 5 anni per i trasgressori, siano essi giornalisti, poliziotti o magistrati. Attenzione però, le intercettazioni non saranno del tutto abolite ( era troppo anche per lui ). Si potrà ricorrere alle registrazioni telefoniche solo ed esclusivamente nelle indagini che riguardano il terrorismo o la criminalità organizzata- leggi mafia, camorra e n’drangheta. L’annuncio ha fatto trasecolare i magistrati dell’Anm, da parte loro è impensabile ridurre le tipologie di reato perseguibili con lo strumento dell’intercettazione : “ Intercettare - ha sostenuto il presidente Luca Palamara - è fondamentale per le investigazioni non solo sui reati più gravi, ma anche per quelli più comuni come le estorsioni. Una selezione così drastica rischia di restringere la possibilità di indagare”. Pensiamo infatti all’usura, al riciclaggio di denaro sporco, ai sequestri, alla pedofilia; senza la possibilità di spiare i sospetti intere indagini sarebbero andate a monte.

di Mariavittoria Orsolato

La vecchia volpe non perde il vizio, ma assieme al pelo comincia a perdere anche colpi. Inserire il terzo “salva-Rete 4” in un emendamento riguardante la tutela della fauna selvatica - sebbene le due cose potessero sembrare attinenti - è stato un boomerang per il Governo Berlusconi IV° che, per soli due voti, mercoledì si è visto sconfitto alla Camera ed è tecnicamente caduto sulla sua stessa buccia di banana. “Colpa delle assenze” si giustifica il Premier; “grande successo politico” gongolano i dipietristi. Tutta l’opposizione, sia quella “ombra” del Pd che quella “muro” dell’Italia dei Valori, passando per un’insospettabile Udc, ha infatti votato contro il Decreto Legge sull’attuazione degli adempimenti europei, contenitore legislativo voluto dal Governo Prodi, in cui il team Berlusconi ha inserito un articolo sulla possibilità di “continuare a consentire le trasmissioni a chi ne ha diritto, fino al completamento del piano di assegnazione delle frequenze tv in digitale, nel 2012”. Il fatto che l’avente diritto sia il Presidente del Consiglio e non Francesco Di Stefano, patron di Europa 7 e legittimo assegnatario delle frequenze occupate da Rete 4, ha evidentemente ridestato dal torpore del fair play quel che resta dell’opposizione italiana dopo la Caporetto del 13 e del 14 aprile, e ha fatto arrovellare sui codici giuristi di mezza Europa.

di mazzetta

“Questo è solo il primo passo per scoprire l'estensione del disprezzo del presidente Bush per la legge e la Convenzione di Ginevra. Sarà un procedimento molto doloroso sapere quante persone siano state abusate e come i principali valori americani siano stati traditi. Ma questa è l'unica strada perché questo paese torni ad essere un difensore e non un traditore dei diritti umani”. Così si chiudeva il 22 maggio un editoriale non firmato del New York Times, poiché il giorno prima era divenuto di pubblico dominio un rapporto dell'FBI relativo alle procedure di detenzione e d'interrogatorio dei prigionieri americani catturati nel quadro della War on Terror. Un rapporto desolante che riporta torture, omicidi ed estese violazioni dei diritti umani in – tutte - le strutture di detenzione americane sparse nei diversi continenti. Il rapporto dell'FBI ci dice che dopo lo scandalo del carcere di Abu Grahib quelle torture e quei metodi sono stati usati diffusamente da ufficiali americani ovunque nel mondo.

di Saverio Monno

Il governo dichiara guerra all'immigrazione: la clandestinità è un reato. Le pene contemplate vanno dai sei mesi ai quattro anni di reclusione. Previsto, inoltre, l'aggravio automatico di un terzo della pena per gli immigrati irregolari che commettano reati di qualsiasi tipo. Stretta sui ricongiungimenti familiari, con l'introduzione di test del DNA. Restrizioni alla libera circolazione anche per i richiedenti asilo. Chi affitta in nero ai clandestini rischia, invece, fino a tre anni di carcere e multe fino a 50.000 euro. Si allungano, poi, i tempi di permanenza nei cpt, fino a 18 mesi. Più poteri ai sindaci, i quali potranno adottare ordinanze urgenti “per motivi di sicurezza”. A meno di un mese dal suo ritorno a Palazzo Chigi, Berlusconi traccia il cammino delle riforme ed individua le priorità del governo. A Napoli, mercoledì scorso, in occasione del primo Consiglio dei Ministri, la presentazione del discusso pacchetto-sicurezza. Il provvedimento, che sarà in vigore entro la fine di Luglio, concretizza quella “svolta autoritaria”, osannata dalla Lega in campagna elettorale.


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