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In questa stagione le sale cinematografiche - quelle cittadine che sopravvivono alla chiusura estiva e quelle dei luoghi di villeggiatura - sono desolatamente povere di bei film. Le rade nuove uscite sono di solito fondi di magazzino, quindi conviene ripiegare sulle pellicole "bucate" durante l'anno e rimaste miracolosamente in cartellone. Ne voglio ricordare qualcuna.
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Sono sicuramente due personaggi controversi e non fanno nulla per smentire
questa fama. Anzi.
Daniele Ciprì e Franco Maresco hanno partecipato alla Milanesiana,
iniziativa culturale di punta dell'estate milanese, rispondendo alle domande
di giornalisti e appassionati.
Stimatissimi da Carmelo Bene, detestati da un vasto parterre di critici, da
Irene Bignardi a Morando Morandini, che ha bollato il loro "Totò
che visse due volte" con un perentorio "maledettismo estetizzante",
i due registi siciliani sono conosciuti per i personaggi grotteschi, sgradevoli,
miserrimi che popolano le loro storie. Ma nel 2003 con "Il ritorno di Cagliostro"
hanno cambiato in parte registro, realizzando un film surreale e spassoso, che
è andato benissimo ai botteghini. In questo caso sono stati i vecchi
estimatori ad accusarli di una deriva commerciale. Insomma Ciprì e Maresco
continuano a dividere, e forse è proprio questo che li solletica di più.
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Non sono notizie che vengono riportate di frequente nel panorama mediatico mondiale già affollato e sovraccarico. Ma forse a qualcuno interesserebbe sapere che in Argentina ogni anno diverse migliaia di persone muoiono per denutrizione. Nel paese sudamericano, che aveva raggiunto un buon livello di sviluppo, si soffre la fame e a pagare lo scotto più grave sono come sempre i bambini.
A tutto ciò si è arrivati per colpa della politica scellerata dei governi Menem, De La Rua e Alfonsin, con la complicità cioè dell'intero arco parlamentare sprofondato nella corruzione e nell'illiceità. Ce lo racconta con ritmo incalzante e una visione estremamente lucida, Fernando Solanas, premiato a Berlino nel 2004 con l'Orso d'Oro alla carriera. Esiliato a Parigi dalla dittatura, uomo dai molteplici talenti (musicista, fumettista, pubblicitario, attore), il regista argentino realizza un documentario di due ore in cui ricostruisce la vicenda politico-sociale del suo paese e le cause che l'hanno portato sull'orlo della bancarotta con un debito pubblico vicino ai 180 miliardi di dollari.
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La musica c'entra tantissimo con il cinema, anche se talvolta non ce ne accorgiamo o non sappiamo cogliere questo profondo legame. Ci sono colonne sonore che aderiscono totalmente alle immagini, che diventano parte essenziale di un film. Superfluo citare il mitico connubio fra Sergio Leone e Ennio Morricone, o le scelte musicali raffinate di di Krzysztof Kieslowski, che costituiscono l'anima e il fulcro dei suoi film. Ma anche tra le pellicole più recenti il legame può rivelarsi potente, cito quasi a caso "Le conseguenze dell'amore" di Paolo Sorrentino, "Mysterious skin" di Gregg Araki, "Tutti i battiti del mio cuore" di Jacques Audiard, "Sesso e filosofia" di Mohsen Makhmalbaf.
Leggi tutto: ORIGINAL SOUNDTRACK: AFFASCINANTI CONTAMINAZIONI
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Una scelta coraggiosa quella della Teodora Film, che rema controcorrente rispetto
al mercato della distribuzione italiana. La illustrano i responsabili stessi,
nelle pagine del sito della società, partendo dall'irritante sensazione
di trovarsi in un panorama cinematografico asfittico e totalmente subalterno
a quello americano.
"Quest'anno, prevedendo la solita triste estate cinematografica, ci siamo
detti: basta, cerchiamo di trovare un'apertura, una piccola fessura fra le leggi
del mercato, mettiamo insieme qualcuno dei più bei film che abbiamo visto
negli ultimi festival, sottotitoliamolo, rinunciamo quasi del tutto all'esosa
pubblicità e diamo al pubblico qualcosa di veramente fuori dal comune,
da ricordare. Nell'unico modo che il mercato ci consente".
E il primo dei film fatti circuitare è senza dubbio una pellicola che
non si dimentica. 13 Tzameti, del ventiseienne georgiano Gela Babluani,
ha ottenuto diversi riconoscimenti in giro per il mondo, tra cui il premio come
miglior film straniero al Sundance Film Festival che presenta il meglio
della produzione indipendente.