di Fabrizio Casari

E’ ormai un anno che Fidel Castro ha ufficialmente ceduto le funzioni di governo ad una giunta guidata da suo fratello Raul e formata da cinque alti dirigenti di assoluto rilievo nel quadro politico dell’isola. Gli interrogativi che un anno fa la stampa e le cancellerie di tutto il mondo ponevano, riguardavano la possibilità o meno che il sistema riuscisse a continuare nel suo cammino o se, invece, l’uscita di scena di Fidel, per relativa che fosse, avrebbe aperto una situazione di caos nell’isola. Un interrogativo, quello sulle capacità di tenuta del sistema cubano, che si accompagnò all’incertezza circa le effettive condizioni di salute del lider maximo. Ci si domandava, infatti, se Fidel Castro sarebbe guarito o se, invece, gli sforzi dei sanitari sarebbero risultati vani. In questa possibilità molti ci avevano sperato, è noto. La maggior parte di essi risiedono a Miami, salvo alcuni supporters europei allocati a macchia di leopardo tra Praga, Madrid e Roma. In Florida, dove da quaranta noiosi anni la morte di Fidel è annunciata ogni giorno prima e dopo i pasti, si erano scatenati caroselli di macchine con a bordo la feccia della città. Avvoltoi senza ali, adagiati nella lunga ombra di morte accucciata sotto le bandiere della FNCA, la Fundaciòn Nacional Cubano Americana, cioè l’agglomerato di mafiosi ed affaristi che, dagli Usa e con l’aiuto del governo Usa, finanziano e sostengono le attività terroristiche contro Cuba.

di Carlo Benedetti

MOSCA Si arriva nella capitale russa e subito si scopre che c’è - oltrefrontiera - una nuova Cecenia che si materializza in un’altra parte del cuore del Caucaso. Per ora c’è solo il recente risultato di un referendum (supercontestato) che assegna la vittoria all’Armenia nella contestata questione del Nagorno-Karabach, l’autoproclamata repubblica autonoma abitata in maggioranza dagli armeni ma inserita nel territorio dell’Azerbaijan. Una enclave che da sempre è al centro di scontri tra Baku e Erevan rivelando - dal punto di vista geopolitico - che in una regione già calda c’è un vero e proprio “conflitto congelato” sempre a rischio di nuovi inneschi. Il territorio contestato è minimo: 4400 chilometri quadrati. Ma è qui che si concentrano problemi epocali che segnano il rapporto tra le due grandi entità della regione: l’Armenia forte dell’appoggio di una diaspora internazionale e di lobby presenti negli Usa e in Israele; l’Azerbaijan legato al mondo turco ma pur sempre ancorato alla politica estera espressa da Mosca. E così questa enclave del Nagorno-Karabach, pur trovandosi nel cuore dell’Azerbaijan non si sente azera e, in particolare dal 1988, alza la testa contro i “coloni” di Baku.

di Agnese Licata

Migliaia di malati di Aids rischiano di non potersi più curare per chissà quanto tempo a causa del ritiro precauzionale di un farmaco anti-Hiv prodotto dalla svizzera Roche. Si tratta del Viracept, un inibitore della proteasi, capace cioè d’interferire con il ciclo riproduttivo del virus. Oggi, nella maggior parte delle nazioni occidentali si preferisce prescrivere un farmaco più recente, il Kaletra (Laboratori Abbott), perché consente di ridurre gli effetti collaterali. Ma nel resto del mondo, in America Latina, Africa, Asia, dove si concentra la maggior parte dei malati di Aids, il Viracept rimane l’unico farmaco accessibile, con il suo prezzo di ventotto centesimi di dollaro a dose. La decisione della Roche di ritirare in modo indiscriminato tutte le confezioni di Viracept (sia in pillole sia in polvere) da tutti i quarantanove paesi in cui è stato venduto, rischia di privare oltre quarantacinque mila persone della loro unica possibilità di cura.

di Carlo Benedetti

MOSCA. La recente scomparsa dell’attore Ulrich Muhe, protagonista di “Le vite degli altri”, il film che rievoca le vicende della Stasi della “Germania Democratica”, del capitano Gerd Wisler, del drammaturgo Georg Dreyman spiato e ricattato, è avvenuta proprio mentre in Russia si apre un dibattito sulle attività spionistiche di quando il mondo era diviso in due. Tutto è favorito dal fatto che quel recente “passato che non passa” è ancora presente ed ha dei precisi punti di riferimento. A partire da Putin che si porta dietro l’alone del Kgb, per finire da altri massimi esponenti del Cremlino attuale sempre forgiati alle scuole dei servizi segreti. Per non parlare poi delle centinaia di organizzazioni di polizia privata che sono piene di ex agenti o di quelle joint-venture dove si stanno riciclando molti uomini dei “servizi”. E ci sono poi i pensionati della Lubjanka che si aggirano fra le ambasciate e le redazioni (locali e straniere) offrendo materiali, dossier, rievocazioni e tutto quanto può fruttare denaro. In pratica c’è un vero e proprio mercato dell’usato spionistico. Ma ci sono anche aspetti sino ad oggi tenuti in disparte che rappresentano l’altra faccia delle “Vite degli altri”.

di Elena Ferrara

Arrivano i vampiri ed è subito un business. Non solo quello, tradizionale, riferito a libri e film ispirati alla figura del succhiasangue romeno. Questa volta il “Vampiro” diventa una vera e propria industria. Si materializza nelle strade di un’antica città della Romania – Brasov - e si aggira nelle cantine e negli androni di antichi palazzi della Transilvania con tanto di copyright e di aree protette: veri e propri parchi nazionali che consentono al Vampiro di spostarsi velocemente con il suo carro funebre e la bara che lo nasconde. Tutto brevettato e controllato dalla Siae di Bucarest. L’iniziativa nasce grazie ad uno scrittore e imprenditore francese di origine romena, un certo Paul-Loup Sulitzer. Uomo dei giorni nostri appassionato lettore delle antiche vicende del conte Dracula narrate in quell’affascinante e impressionante romanzo gotico scritto nel 1897 dall’irlandese Bram Stoker. Il programma di questa operazione hollywoodiana sta per entrare nella fase conclusiva. Sulitzer ha effettuato una lunga serie di ricognizioni nelle terre romene mettendo in fila tutti gli elementi di ordine storico e folkloristico segnati dalla vita di Dracula così come descritta da Stoker. La vicenda – è noto – si perde nella notte dei tempi ed è ancor oggi dominata dalla superstizione e dall’ignoranza.


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