di mazzetta

Il prossimo due luglio potrebbe segnare un data importante nella storia del Pakistan. I due leader dei maggiori partiti si sono incontrati a Londra e hanno firmato una "Carta della Democrazia", accolta benevolmente anche dagli altri partiti pachistani, che chiede la fine del governo di Musharraf entro il 2 luglio e l'istituzione di un governo civile che conduca il paese alle elezioni.
Benazir Bhutto (PPP) e Nawaz Sharif (PML) hanno sottoscritto un impegno che prevede il ritorno alla Costituzione del 1973, l'uscita dei militari dalla politica e la loro sottomissione al comando civile, l'abolizione del Consiglio Nazionale di Sicurezza ( Il Consiglio è composto di militari e storicamente ha sempre ingerito pesantemente nella politica pachistana) e altri passi volti a terminare la dittatura militare.

di Carlo Benedetti

Il vecchio e rivoluzionario disegno yugoslavo di Josif Broz Tito è crollato definitivamente, perché anche l'ultimo baluardo della resistenza serba è andato in frantumi. Con il voto favorevole all'autonomia di Podgorica nei confronti di Belgrado, la geoeconomia e la geopolitica dell'Europa si ridisegnano. Hanno vinto i secessionisti guidati da Milo Djukanovic. Hanno perso gli unionisti guidati dal socialista Predrag Bulatovic. Ora la battaglia è sulle percentuali e sulle contestazioni con le polemiche che aumentano e con lo scontro sul testa-a-testa che è pur sempre notevole. Ma secondo i dati ufficiali - che sono ovviamente preliminari e che sono stati resi noti nella nottata del 21 maggio - i voti favorevoli allo "strappo" sono pari al 55,4% (qualche decimale in più rispetto alla maggioranza qualificata concordata con i mediatori europei per il via libera alla secessione), mentre i "ne" (no) si sono fermati al 44,6%.

di Daniele John Angrisani

Esecrazione, biasimo, disgusto e persino orrore. Sono questi i sentimenti provocati dalla notizia che è stata diffusa nel pomeriggio di venerdì scorso, in base alla quale il Parlamento di Teheran avrebbe approvato una legge che prevederebbe l'obbligo per gli ebrei, i cristiani ed i zoroastriani di indossare obbligatoriamente una fascia di riconoscimento di diverso colore a seconda della propria fede religiosa. Tale codice di colori permetterebbe ai musulmani di riconoscere facilmente gli aderenti ad altre religioni evitando che possano stringere loro la mano per sbaglio, diventando così ''najis'' (sporchi). Ciò che di gran lunga impressiona di più in questa notizia è però il colore giallo della fascia che sarebbero obbligati ad indossare gli ebrei, cosa che ricorda sin troppo da vicino uno dei principali provvedimenti presi dal governo nazista in Germania negli anni che hanno portato all'Olocausto. La notte tra il 9 ed il 10 novembre 1938, infatti, in seguito all'uccisione di un funzionario dell'ambasciata tedesca a Parigi da parte di un ragazzo ebreo diciassettenne, in Germania furono incendiate o distrutte oltre 200 sinagoghe, profanati cimiteri, e distrutti oltre 7500 negozi di ebrei.

di mazzetta

Nelle ultime settimane la capitale somala, Mogadiscio, è stata teatro di sanguinosi scontri. Scontri come da anni non se ne vedevano e che nascono dal tentativo di alcuni signori della guerra, legati nell'Alleanza per la Pace Contro il Terrorismo (Arpct), di cacciare dalla capitale i gruppi identificati come aderenti alle Corti Islamiche. Nell'impotenza del Governo Federale Transitorio, che ha dovuto insediarsi a Baidoa perchè a Mogadiscio non c'era sicurezza ( cioè non lo voleva nessuno) e dell'IGAD (Inter-Governmental Authority on Development, un'autorità costituita dai paesi africani per aiutare la costituzione di un governo formata da Gibuti, Eritrea, Etiopia, Kenya, Sudan, Uganda e Somalia ), i combattimenti sono andati crescendo fino a provocare qualche centinaio di morti ( in gran parte civili non combattenti) e feriti in proporzione.

di Michele Muro

Un elicottero Marine One della società AugustaWestland Da un bel po' di mesi, sia i giornalisti che i magistrati inquirenti stanno tentando di capire come sia stato possibile che documenti falsi, che ricostruirebbero un presunto tentativo del presidente iracheno Saddam Hussein di acquistare uranio arricchito dal Niger, siano stati consegnati dall'Italia alle autorità americane. La vicenda ha assunto rilevanza internazionale in quanto si tratta di una delle principali accuse allora mosse dal presidente Bush nell'ambito della sua campagna a favore della guerra contro l'Iraq e che lo stesso Bush, grazie anche a questi documenti, ha ripetuto dinanzi al Congresso nel Discorso sullo Stato dell'Unione 2003. Peccato che, come si è scoperto dopo, fosse tutto falso.


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