Una giornata di Serie A gattopardiana, in cui sembrava che tutto dovesse cambiare e alla fine non è cambiato niente. Decisive due reti nei minuti di recupero messe a segno da due protagonisti inaspettati.
Il primo è De Vrij, che con una zampata sottoporta pareggia un derby stregato fino all’ultimo secondo per l’Inter. Dopo il gol nel finale di primo tempo realizzato da Reijnders, i nerazzurri riescono a centrare tre volte lo stesso palo e a vedersi negare dall’arbitro un rigore evidente su Thuram, prima di trovare il meritato pareggio oltre il 90esimo.

Continua il botta e risposta fra Napoli e Inter per la corsa scudetto. In questa giornata i primi a battere un colpo sono gli azzurri, che sabato al Maradona infliggono la prima sconfitta di questo Campionato alla Juventus. La Signora passa in vantaggio col neoacquisto Kolo Muani, ma nella ripresa scompare e viene rimontata dai partenopei con Anguissa e Lukaku. Per la squadra di Conte è il settimo successo consecutivo.

Il primo posto in classifica del Napoli non è più virtuale. Grazie al pareggio dell’Inter contro il Bologna (2-2) nel recupero della giornata saltata per la Supercoppa italo-araba, i partenopei hanno ora tre punti di vantaggio sui nerazzurri, ma una sola partita in più (resta da recuperare Fiorentina-Inter, interrotta per il malore a Bove). Morale: la squadra di Inzaghi può al massimo raggiungere quella di Conte.

Vincono Napoli e Inter, le altre pareggiano e perdono terreno. Non fosse stato per l’invereconda Supercoppa d’Arabia, probabilmente oggi l’Inter sarebbe prima, inseguita da Napoli e Atalanta. Siccome però alla Lega, come a molti, i petrodollari piacciono più della dignità, al momento la parte alta della classifica è falsata, viste le tante partite da recuperare.
Il Napoli si conferma al primo posto battendo 2-0 nel posticipo di giornata il Verona. Decidono un autogol di Montipò (sfortunato a colpire con la schiena dopo un palo colpito da Di Lorenzo) e Anguissa con un tiro da lontano. Con un po’ più di cinismo, gli azzurri avrebbero potuto dilagare.

Più dell’onor poterono i petrodollari. Per la quarta volta negli ultimi sei anni, la Serie A ha deciso di umiliarsi spedendo alcune delle sue squadre di vertice in Arabia Saudita a gennaio. Una scelta mortificante, dettata da mera sete di profitto, che distorce e forse addirittura falsa l’andamento del Campionato. Ammesso poi che esista un singolo arabo a cui interessi qualcosa della Supercoppa Italiana, trofeo che probabilmente, fra Torino e Milano, viene usato in anticamera come portaombrelli. Ma tant’è.

Questa mini-giornata di Serie A con appena sette partite consegna al Napoli un titolo di “Campione d’inverno” che più virtuale di così non potrebbe essere. Con il 3-0 in casa della Fiorentina (reti di Neres, Lukaku e McTominay), gli azzurri salgono a 44 punti: 3 più dell’Atalanta e 4 più dell’Inter, che però hanno rispettivamente una e due partite in meno rispetto ai partenopei.

La Roma sale a 23 punti vincendo 2-0 il derby con le reti di Pellegrini e Saelemaekers. Disordini e scontri in zona stadio dimostrano però che la tifoseria capitolina (giallorossa come biancazzurra) non merita di andare allo stadio di sera come accade normalmente nelle città in cui giocano più squadre di calcio.

Nella parte bassa della classifica si registra una serie di pareggi d’atmosfera festiva. Il primo gol del 2025 è tecnicamente quello che la Gialappa’s definirebbe un “gollonzo”: Pohjanpalo intercetta un rinvio di Vasquez e porta in vantaggio il Venezia contro l’Empoli. I lagunari sprecano però l’occasione di uscire dalla zona retrocessione facendosi raggiungere dai toscani con Esposito.

Ancora meno emozionanti le fide Verona-Udinese, Lecce-Genoa e Torino-Parma, finite tutte senza reti. Dopo un primo tempo noioso, l'Hellas (in 10 per un doppio giallo a Serdar) conquista un pari sofferto grazie a un Montipò in serata di grazia. In Salento, invece, solo legni: palo di Krstovic e poi doppia traversa di Thorsby e Pinamonti nella stessa azione.

I pugliesi raggiunti al terzultimo posto a quota 17 dal Cagliari, vittorioso per 2-1 in casa del Monza. La squadra di Bocchetti passa in vantaggio con Caprari su rigore, poi viene raggiunta e superata dalle reti di Zortea e Piccoli e finisce in 10 (rosso a D'Ambrosio).


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