di redazione

Forse rinfrancate dall’atmosfera natalizia, Lazio, Roma, Milan e Sampdoria risorgono nell’ultima giornata prima delle feste. I rispettivi allenatori, tutti in bilico, mangeranno il panettone e forse riusciranno perfino a digerirlo. Il riscatto più inatteso è quello della Lazio, che dopo aver conquistato 1 punto degli ultimi 21 in palio riesce a sbancare nientemeno che San Siro, superando 2-1 nel posticipo la capolista Inter.

I biancocelesti passano subito con una sassata di Candreva su schema da calcio d’angolo, poi si dedicano al catenaccio e contropiede. La squadra di Mancini costruisce poco nel primo tempo, ma nella ripresa trova il pari con un taglio centrale di Icardi, che passa facilmente in mezzo a Hoedt e Mauricio.

A quel punto la tavole sembra apparecchiata per la rimonta nerazzurra, ma nel finale scatta la follia di Felipe Melo, che travolge in area Milinkovic Savic nell’incomprensibile tentativo di anticipare di testa, da dietro, un giocatore alto 1 e 95. Handanovic para il rigore di Candreva, che però marca la doppietta sulla ribattuta. Nel finale Melo si fa espellere per un colpo di taekwondo su Biglia, Milinkovic invece per due ingenuità a gioco fermo.

Alla fine una Lazio più volitiva che bella riesce a scacciare i fantasmi della crisi salendo a 23 punti e recuperando in un colpo 4 posizioni, dalla 14esima alla 10ima. L’Inter resta prima (36 punti contro i 35 della Fiorentina, vittoriosa per 2-0 sul Chievo), ma Mancini dovrebbe convincersi a questo punto che giocare col centrocampo intasato da mediani (Melo e Medel) non consente di far girare il pallone come ci si aspetta dalla capolista.    

Sull’altra sponda del Tevere sorride anche la Roma, che all’Olimpico batte 2-0 il Genoa e - per il momento - salva la panchina di Garcia. Nonostante la prima espulsione in carriera di Dzeko, reo di aver insultato platealmente l’arbitro, i giallorossi passano grazie a una volée di Florenzi e al primo gol in A del giovane Sadiq. I capitolini salgono così a 32 punti e rimangono a +4 sul Milan, che a Frosinone, dopo esser passato in svantaggio subendo il contropiede di Ciofani, cala il poker con Abate, Alex, Bacca e Bonaventura.

Completa il quadro delle resurrezioni il 2-0 della Sampdoria sul Palermo. I rosanero recriminano per due rigori non dati su Gilardino, ma alla fine la squadra di Montella riesce ad avere la meglio. A referto Soriano con un facile tap in e Ivan con un pallonetto al volo dalla distanza, spettacolare quanto casuale. I blucerchiati salgono così a 20 punti, superando di due lunghezze proprio i siciliani.

Intanto, prosegue la marcia trionfale della Juventus, che vince la settima partita consecutiva. A Carpi la signora passa in svantaggio (gol dell’ex di Borriello), ma poi rimonta grazie alla prima doppietta in bianconero di Mandzukic e al sigillo di classe di Pogba. Un autogol di Bonucci dà pepe al finale, ma non compromette la vittoria. La squadra di Allegri è ancora saldamente in quarta posizione, a -2 dal Napoli.

Gli azzurri infatti, negli stessi minuti, si sbarazzano fuori casa 3-1 di una combattiva Atalanta. La svagatezza di Hamsik (che prima segna un rigore di pochi centimetri su ribattuta della traversa, poi nel finale ne spara un altro alle stelle) non pregiudica la vittoria della squadra di Sarri, che ancora una volta si affida al suo fuoriclasse, Higuaìn, autore di una doppietta e di una valanga di altri tentativi.

L’Empoli dei miracoli coglie la quarta vittoria consecutiva in casa del Bologna, trascinato da un’altra doppietta di Maccarone. I toscani agganciano così il Sassuolo - che pareggia 1-1 a Verona - e ormai sentono profumo d’Europa.



di redazione

Con il successo di sabato per 4-0 sull’Udinese, l’Inter vola a 36 punti e consolida la prima posizione. La Juve, invece, prosegue la rimonta battendo 3-1 nel posticipo la Fiorentina e conquistando quota 30 punti. In questo modo i bianconeri superano la Roma di una lunghezza e si piazzano in quarta posizione, ad appena due punti dal Napoli.

Tutto ciò è possibile perché il big match della giornata, quello che alle 18 ha visto impegnati i giallorossi al San Paolo, non si è visto nemmeno un gol. La squadra di Sarri domina per lunghi tratti, ma costruisce le palle gol più nitide soltanto negli ultimi minuti, quando uno Szczisny in stato di grazia ferma due conclusioni ravvicinate di Hamsik. La Roma recrimina per un gol di De Rossi annullato a nove minuti dalla fine: secondo l’arbitro la palla crossata da Rudiger è uscita nella traiettoria, ma il replay non chiarisce. Alla fine però il pareggio è giusto: il catenaccio romanista contiene l’effervescenza offensiva di Higuain e compagni.

Ben più convincente la prova dell’Inter, anche se contro un avversario meno competitivo, ma che comunque non perdeva in casa da Settembre. Al Friuli i nerazzurri travolgono i padroni di casa con un poker firmato da Icardi (doppietta), Jovetic e Brozovic, che per mettere la ciliegina sulla torta inventa un tiro a giro alla Del Piero. Mancini, che sceglie di schierare l’ennesima formazione diversa dall’inizio della stagione, non solo trova conferme in attacco e nella consueta solidità difensiva guidata da Miranda, ma aggiunge alla faretra anche la freccia dello spagnolo Montoya, lanciato per la prima volta (e con successo) dall’inizio della partita.

Meno semplice, ma altrettanto convincente, il successo della Juventus sulla Fiorentina. Per i bianconeri la partita inizia nel peggiore dei modi, con un rigore trasformato al terzo minuto da Ilicic. Dopo altri 180 secondi, però, arriva il pareggio di Cuadrado, con un pallonetto di testa su cross di Evra. Un avvio scoppiettante che sembra preludere a una serata divertente, invece non succede più nulla fino all’80esimo, quando a portare avanti la Signora ci pensa una zampata di Mandzukic (che ormai ha definitivamente superato Morata nelle gerarchie di Allegri). Il sigillo finale arriva al 91esimo e porta la firma del solito Dybala, che in precedenza aveva anche fornito l’assist al croato. I viola sono ora secondi a 32 punti, al pari del Napoli.

Perde terreno invece il Milan, che in casa contro il Verona ultimo in classifica non va oltre un deludente 1-1, dopo lo 0-0 della settimana scorsa contro il Carpi. Bacca illude portando i rossoneri in vantaggio, ma De Jong si fa espellere e regala un rigore che Toni trasforma. I rossoneri arrivano così a 25 punti, solo una lunghezza sopra la coppia Atalanta-Empoli.

I toscani vincono 3-0 sul Carpi grazie alla grande giornata di Maccarone, autore di una doppietta e di un assist per Saponara. Per la squadra di Giampaolo è la terza vittoria consecutiva. Quanto ai bergamaschi di Reja, vengono superati in casa di misura dal Chievo, che passa con Birsa dopo un errore dal dischetto da parte di Paloschi.

Aspettando Lazio-Sampdoria (questa sera alle 20 e 45) e in attesa che si giochi Sassuolo-Torino (rinviata per nebbia), completa il quadro della 16esima giornata il 4-1 inferto dal Palermo al Frosinone. I siciliani si aggiudicano nettamente lo scontro salvezza grazie alle reti di Goldaniga, Vazquez, Trajkovski (primo gol in A per il macedone) e Gilardino. Ballardini, stavolta, può tirare un sospiro di sollievo. 












di redazione

Pomeriggio di ordinaria follia del Napoli, che passa dal primo al terzo posto consegnando all’Inter la vetta solitaria della classifica. Contro ogni pronostico, gli azzurri vengono travolti dal Bologna, che riesce addirittura a salire 3-0 con un gol di Rossettini e due del redivivo Destro. In tutte e tre le occasioni la difesa partenopea rimane a guardare e l’ultima marcatura rossoblù è condita anche da un’insolita papera di Reina. Nel finale arriva la doppietta del solito Higuaìn (14 gol in 15 partite), ma ormai è troppo tardi per evitare la sconfitta.

La squadra di Sarri rimane così a 31 punti e si fa scavalcare di due lunghezze dall’Inter e di una dalla Fiorentina. I nerazzurri passano sul Genoa nell’anticipo di sabato sera con l’ottavo 1-0 di questo Campionato, il che la dice lunga sulla solidità dei ragazzi di Mancini, indiscutibilmente la miglior difesa della Serie A.

D’altra parte, all’Inter manca un fuoriclasse in attacco del calibro di Higuaìn: con Icardi in panchina a risolvere turbe adolescenziali e Jovetic in serata da retropassaggio, per arrivare alla vittoria serve un po’ di fortuna. E quest’anno, a quanto pare, non manca neanche quella, visto che Ljajic segna con un cross su punizione.

Ben più larga la vittoria della Viola, che si riprende dai due pareggi consecutivi contro Empoli e Sassuolo dilagando 3-0 in casa contro l’Udinese. Nel primo tempo apre le marcature ancora una volta Kalinic, poi nella ripresa raddoppia Ilicic su rigore e Gonzalo Rodriguez chiude i giochi con un colpo di testa vincente.

Perde contatto con la vetta anche la Roma (quarta con 28 punti), che sabato pomeriggio non riesce ad andare oltre l’1-1 contro il Torino. Partita molto combattuta ma con poche occasioni: vantaggio di Pjanic con punizione cross mancata da Padelli, poi al 93esimo sciocchezza di Rudiger che costringe Manolas alla scivolata. Rigore molto dubbio, ma l’arbitro fischia e Maxi Lopez trasforma. I giallorossi si ritrovano così con un solo punto di vantaggio sulla Juventus (erano arrivati a +11).

La Signora, infatti, continua la rincorsa battendo facilmente all’Olimpico quel che resta della Lazio. Nonostante l’assenza di Pogba, la squadra di Allegri sbriga la pratica nel primo tempo con la complicità della solita difesa disastrosa biancoceleste: autogol di Gentiletti in apertura, poi tiro da fuori di Dybala bucato da Marchetti. Per i capitolini è arrivato un solo punto nelle ultime sei partite: Pioli è forse il meno colpevole, ma la sua sostituzione è probabilmente l’unica possibilità di dare una scossa a un ambiente in stallo prolungato.

La Lazio, ancora a 19 punti, scivola così al 12esimo posto, facendosi agganciare dal Chievo e superare dall’Empoli. I veneti battono 2-0 fuori casa il Frosinone grazie a un rigore di Paloschi e al raddoppio di Meggiorini. I toscani invece passano di misura sul campo dell’Hellas con un gol del difensore Costa.

Molto male la Sampdoria di Montella, che contro il Sassuolo rimedia la terza sconfitta consecutiva su tre. Di Francesco vola con i gol di Acerbi, Floccari e Pellegrini nel primo tempo, inutile la rete di Zukanovic al 90esimo. Finisce a reti bianche il posticipo fra Milan e Carpi.

Chiude il quadro della giornata il 3-0 dell’Atalanta sul Palermo (Denis, Cherubin e de Roon i marcatori). I bergamaschi volano in sesta posizione, a -3 dalla Juve. Per i rosanero, invece, la zona retrocessione è ad appena un punto di distanza.

di redazione

Grazie ad uno strepitoso Higuain, autore di una doppietta d’autore, il Napoli ha battuto l’Inter per 2 a 1 e si è portato alla vetta della classifica scavalcando di un punto proprio i nerazzurri. Non succedeva dal 1990 che i partenopei si trovassero soli al comando. Una partita bellissima tra due squadre che hanno messo in scena uno spettacolo avvincente in alcuni momenti e comunque mai banale, che testimonia come i ragazzi di Sarri e Mancini meritino il podio.

Il risultato era stato previsto da molti, dunque nessuna sorpresa. Ma chi si aspettava il dominio degli azzurri, con un Inter fatta solo di forza senza qualità, agnello sacrificale sull’altare del celebrato gioco degli uomini di Sarri, ha avuto modo di preoccuparsi se non di ricredersi.

Sì perché la partita, che pure ha visto gli azzurri prevalere sul piano del palleggio, con un possesso palla superiore ed una maggiore agilità di corsa, è stata falsata da una svista dell’arbitro Orsato, che ha espulso con eccessiva severità Nagatomo nella prima parte di gara, obbligando la squadra di Mancini a giocare in 10 per 55 minuti. Il primo cartelino è una simulzione di Callejon, il secondo un idiozia del giapponese.

Eppure, proprio la seconda parte della gara ha fatto emergere il carattere dell’Inter, che ha giocato 20 minuti di grande intensità ed ha dapprima accorciato le distanze con Liajic e poi nel finale, ha colpito due pali nello spazio di due minuti. Prima con Jovetic che di testa stampa il pallone sul palo e poi, 30 secondi dopo Reina che, aiutato probabilmente da San Gennaro, fa un miracolo deviando l'incornata di Miranda sul palo.

Il Napoli gioca comunque un calcio bello a vedersi e tremendamente efficace quando la palla da Hamsick o Jorginho viene lanciata nello spazio per Higuain, Insigne e Callejon. Contro l'Inter Sarri ha trovato la mossa giusta ordinando il pressing asfissiante su Medel, che secondo Mancini doveva invece essre quello che marcava Jorginho. Mossa decisiva che ha fatto perdere palloni ed opportunità di ripartenze all'Inter. Si vede la mano di Sarri, che ha saputo ricostruire il tessuto di una squadra cui in mala sorte era toccato Rafa Benitez in panchina, ma contro l'Inter il Napoli è stato soprattutto Higuain. Ora per  gli azzurri comincia il difficile, dal momento che sostenere agevolmente il ruolo della lepre con la muta dei cacciatori dietro è questione adatta a chi è abituato. Non a caso nel post partita Sarri avverte sulle difficoltà di gestione. Ovvio che, fino a quando potrà avvalersi di un Higuain così, nessun risultato le è proibito.

Ma per l’Inter non ci sono brutte notizie, a parte la sconfitta. Perché sul piano della personalità e dell’impegno, ha tenuto testa ad una squadra ben più rodata e sul suo campo. Per l’Inter la partita ha detto cose decisamente diverse da quelle che si è soliti ascoltare, visto che sebbene in inferiorità numerica, per tutto il secondo tempo ha tenuto in apprensione una squadra forte come già si è detto, giungendo a far mostra di scongiuri i sessantamila del San Paolo che aspettavano con trepidazione il fischio finale. Gli uomini di Mancini hanno dimostrato di essere in possesso di una forza caratteriale e di una compattezza di squadra e il suo tecnico, ancora una volta, ha dimostrato di capire il calcio come pochi in Italia.

Nell’altro posticipo la Fiorentina non riesce ad avere la meglio sul Sassuolo, che ha pareggiato il gol di Borja Valero con Floccari dopo aver tenuto testa ai Viola soprattutto nel secondo tempo. La squadra, molto ben allenata da Di Francesco, si conferma così bestia nera per le grandi (Juve, Napoli e Lazio) e anche gli uomini di Sosa perdono una straordinaria occasione di accorciare la vetta, che vede ora il Napoli a 31, l'Inter a 30 e la Fiorentina a 29 con la Roma a 27 punti.

Ma ogni ragionamento sugli equilibri di classifica sono comunque prematuri: ci sono 72 punti in palio fino alla fine della stagione e il ritorno della Juve, insieme alla crisi della Roma, diranno cose diverse da quelle ascoltate fino ad ora.


di redazione

Dopo l’imbarcata, il naufragio. Il 6-1 rimediato in Champions contro il Barça porta la Roma sull’orlo di una crisi di nervi e la squadra di Garcia, invece di reagire, cede di schianto. Non si spiega altrimenti il 2-0 inflitto ieri dall’Atalanta ai giallorossi, per giunta sul prato dell’Olimpico (in rete prima Papu Gomez su errore di Digne, poi Denis). Quella dei capitolini è una rottura psicologica che ricorda da vicino la svolta negativa dell’anno scorso, quando il 7-1 incassato dal Bayern Monaco cambiò volto all’intera stagione.

Stavolta, però, Garcia rischia sul serio. La fiducia della società nei suoi confronti sembra agli sgoccioli, soprattutto perché il tecnico francese dà l’impressione di non avere più nulla sotto controllo. L’incredibile arroganza di sbarcare al Camp Nou con la difesa alta (“non sono imbattibili, possiamo farcela”, ipse dixit) si sta ritorcendo contro l’allenatore giallorosso, evidentemente incapace di conciliare le aspettative dell’ambiente e le proprie velleità con il mondo reale. E così Garcia si fa dare una lezione di tattica dal senatore Reja, il tecnico che Totti si permise di irridere quando allenava la Lazio (“è lui l’uomo derby, Reja è il nostro portafortuna…”).

E proprio in casa Lazio non si respira un’aria molto diversa rispetto a quella di Trigoria. Come il suo collega giallorosso, anche Pioli siede su una panchina ormai traballante e non appare in grado di tenere sotto controllo le dinamiche psicologiche nello spogliatoio, prima ancora di quelle tecnico-tattiche sul campo. L’ennesima sconfitta dei biancocelesti in trasferta (0-1 a Empoli) non conta solo per il risultato, ma soprattutto perché dimostra come una gestione disattenta possa sfasciare una buona squadra.

Nemmeno un anno fa i biancocelesti erano una squadra veloce, con un tridente fulminante e un centrocampo solido. Oggi il ritmo di gioco ricorda quello delle partitelle scapoli-ammogliati e gli schemi palla a terra sono scomparsi, sostituiti da una pioggia di lanci lunghi maldestri e inutili. La sensazione è che diversi giocatori stiano già pensando a come imprimere il salto di qualità alla propria carriera lontano da Lotito. Quanto alla classifica, l’ultima sconfitta costa alla Lazio due posizioni in classifica: rimanendo a quota 19 punti i biancocelesti vengono superati di due lunghezze da Atalanta e Torino e scendono al decimo posto in graduatoria.

Di tutt’altro segno il periodo della Juventus, che prosegue nella sua fase di riscatto e di risalita della classifica battendo il Palermo fuori casa. Come contro il Manchester City in Champions League, la vittoria bianconera porta la firma di Mario Mandzukic, che al nono della ripresa insacca su assist di Dybala, il grande ex della serata. Sturaro raddoppia all’89esimo, mentre Zaza segna il definitivo 3-0 con un contropiede in pieno recupero. Con questo successo la squadra di Allegri si porta a 24 punti, ad appena tre lunghezze dalla Roma.

Oggi si giocano i grandi scontri di questo turno: Sassuolo-Fiorentina e Napoli-Inter, in campo rispettivamente alle 19 e alle 21. Chi vincerà lo scontro del San Paolo si aggiudicherà la vetta in solitaria della classifica, mentre in caso di pareggio fra la squadra di Sarri e quella di Mancini i viola potrebbero tornare in testa a pari merito con i nerazzurri.

Chiudono il quadro della quattordicesima giornata le vittorie di Torino e Milan nei due anticipi (2-0 al Bologna e 4-1 alla Sampdoria) e tre risultati a sorpresa nella parte bassa della classifica: Frosinone-Verona 3-2, Chievo-Udinese 2-3 e Genoa-Carpi 1-2.









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