di redazione

Quattro vittorie di misura in quattro partite, con un solo gol incassato (dal Carpi). Appena un mese fa era difficile da prevedere, ma sembra che il segreto dell'Inter 2.0 di Mancini sia la solidità difensiva, favorita - oltre che dallo scarso utilizzo di Ranocchia - anche dalla diga eretta in mezzo al campo da Felipe Melo e Kondogbia. Si tratta di una qualità che, al momento, non può vantare alcuna altra squadra del nostro Campionato. L'ultima vittoria dei nerazzurri arriva per 1-0 in trasferta contro il Chievo grazie alla prima rete stagionale di Icardi, capocannoniere della scorsa stagione. 

La Roma invece non tiene il passo dell'Inter e, come l'anno scorso, si fa fermare all'Olimpico sul 2-2 dal Sassuolo. I giallorossi hanno anche poco da recriminare, perché nel primo tempo il neroverdi passano due volte - prima con Defrel e poi con Politano - e vanno anche vicino al terzo ancora con Defrel. Il primo pareggio della squadra di Garcia è firmato in netto fuorigioco da Totti (alla 300esima marcatura in giallorosso), mentre il secondo è un capolavoro balistico di Salah, abile a fiondare in porta di sinistro, al volo e da fuori area.

Il mezzo passo falso della Roma (8 punti) fa la gioia di Torino e Fiorentina, rispettivamente al secondo e al terzo posto in classifica con 10 e 9 punti. L'uomo del destino per i granata in questa prima parte di stagione e Quagliarella, che schianta la Samp con la doppietta dell'ex. Meno convincente ma altrettanto efficace la prestazione dei viola, vittoriosi per 1-0 sul campo del combattivo Carpi grazie al secondo gol consecutivo di Babacar.

Quanto alle nobili decadute, tornano alla vittoria sia il Milan che la Juventus. I rossoneri (6 punti) superano 3-2 il Palermo in uno degli anticipi di giornata con una prestazione tremebonda in difesa ma letale in attacco, dove Bacca dà spettacolo fra colpi vincenti e giocate spettacolari.

Per i bianconeri (4 punti) quello rimediato in casa del Genoa è il primo successo stagionale in Campionato. La firma sulla partita è di Pogba, che prima propizia lo sfortunato autogol di Lamanna (sparando sulla traversa un pallone che carambola sul portiere avversario), poi nella ripresa trasforma il rigore del definitivo 2-0.

Arriva la prima vittoria in questo Campionato anche per il Napoli di Sarri, che sembra aver finalmente iniziato a carburare. Dopo il 5-0 rifilato in settimana ai belgi del Bruge, i partenopei travolgono 5-0 anche la Lazio al San Paolo con una prestazione brillantissima sul piano atletico, tecnico e tattico. Insigne e Higuaìn in stato di grazia.

La squadra di Pioli invece sprofonda nuovamente nel baratro: la sconfitta di per sé non è inaccettabile viste le assenze (De Vrij, Biglia, Candreva, Klose), ma il modo in cui è arrivata e l'atteggiamento molle, spaventato e rinunciatario dei biancocelesti sono inquietanti.   

Completano il quadro della giornata la vittoria di misura del Bologna sul Frosinone (primo gol in Italia di Mounier), il 2-1 in rimonta fuori casa dell'Empoli sull'Udinese (doppietta di BigMac Maccarone) e il rocambolesco 1-1 pescato al 97esimo dal Verona in inferiorità numerica sul campo dell'Atalanta (Moralez risponde a Pisano).

di redazione

I soldi non fanno la felicità, ma fanno il calcio. Dopo un'estate di spese importanti sul mercato, Inter e Milan ci regalano il derby di livello più alto che si sia visto negli ultimi anni. Se lo aggiudicano i nerazzurri 1-0 grazie a un tiro a giro da fuori di Guarin, ma il Milan esce a testa alta e con il conforto di aver (forse) ritrovato il figliol prodigo Balotelli, che negli ultimi 20 minuti è il migliore in campo e sfiora due volte il pari.

Alla fine però gli uomini di Mancini meritano il successo, soprattutto in virtù di un tasso tecnico superiore a centrocampo, dove Kondogbia fa venire più di un capogiro ai mediani rossoneri. Con appena un gol incassato e quattro all'attivo in tre partite, l'Inter è l'unica squadra della Serie A a punteggio pieno, mentre il Milan è già a -6 dalla vetta.

A due lunghezze dai nerazzurri c'è invece un gruppo di quattro squadre. La più quotata è certamente la Roma, che in uno degli anticipi di giornata passa 2-0 a Frosinone, ma senza fare una bella figura. A sporcare la vittoria dei giallorossi (2-0 con reti di Iago Falque e Iturbe) è l'invereconda sceneggiata di Digne, che sull'1-0 commette un fallo di mano plateale in area, poi si butta a terra fingendo di aver preso il pallone in faccia. Tutta la famigliola degli arbitri ci casca.

Non è una prestazione migliore quella della terna arbitrale che ha diretto Juve-Chievo, altro anticipo al veleno. L'1-1 finale figlio delle reti di Hetemaj e di Dybala è rovinato da un gol ingiustamente annullato ai veneti con Caesar, da un rigore non dato per fallo su Pogba e da uno invece concesso con molta generosità allo svenevole Cuadrado. Alla fine però il risultato rimane incredibile: bianconeri con un punto dopo tre partite e gialloblu che dal settori ospiti dello Juventus Stadium si tolgono lo sfizio di invitare gli avversari a "salutare la capolista".

A 7 punti come il Chievo ci sono anche Torino, Sassuolo e Palermo, tutte e tre protagoniste ieri di pirotecnici 2-2, rispettivamente contro Verona, Atalanta e Carpi. La partita più bella è quella della squadra di Di Francesco. Succede tutto nel primo tempo: solito colpo da circo di Pinilla (pare che in rovesciata suoni anche il campanello del portone di casa), poi sassata di Magnanelli da fuori, ancora una zampata di Pinilla e nuova staffilata dalla distanza per i neroverdi, stavolta del redivivo Floro Flores. Il tutto condito da due rigori sbagliati, uno per parte.

Subito sotto in classifica, a 6 punti, rispunta la Lazio. All'Olimpico i biancocelesti rialzano la testa dopo il disastroso 0-4 di due settimane fa a Verona, anche grazie alla collaborazione di un'Udinese pressoché evanescente. L'eroe della giornata è Alessandro Matri, all'esordio con la nuova maglia e autore di una doppietta in appena 9 minuti. Avendo ritrovato una prima punta di ruolo, forse Pioli riuscirà a convincersi che Keita è un attaccante esterno, non un ariete centrale.

In attesa di Sampdoria-Bologna (rinviata), chiude il quadro della giornata la vittoria della Fiorentina contro il Genoa, firmata dal giovane talento Babacar. I viola salgono così a 6 punti, mentre i liguri rimangono inchiodati a quota 3.

di redazione

All'insegna dell'inaspettato, con il ritmo che pure latita nella calura d'agosto, alla fine della seconda giornata del campionato la classifica vede l'Inter come unica grande in testa insieme a Sassuolo, Torino, Palermo e Chievo. Non ci si annoia insomma. La sfida più attesa di questo turno era quella tra Roma e Juventus, un classico ormai del campionato. La partita ha avuto due immagini diverse: quella della Roma, che ha costruito gioco, ha provato a vincere e ha rivendicato un rigore non dato da Rizzoli, e quella della Juventus, nervosa, brutta come non mai, priva di personalità e idee, dedita a scalciare più che a costruire calcio e alla ricerca di Pogba.

Si è conclusa con due gol per la Roma - una bella punizione di Pianjc e un’incornata di testa di Dzeko - e uno di Dybala per la Juve, che pure c’ha provato negli ultimi 5 minuti, quando la Roma ha avuto paura del pareggio che l’avrebbe beffata. Ma qualunque altro risultato sarebbe stato un abuso. Aria difficile a Torino: due sconfitte di seguito e ultimi in classifica a zero punti - inedito assoluto per la storia bianconera - mettono già piombo nelle ali juventine, che sono decisamene orfani dei suoi ex Pirlo, Vidal e Tevez. Mercato o no, gli arrivi non compensano le partenze ed alcune personalità non si trovano in poche ore. La Juve faticherà non poco a ritrovare personalità, classe e numeri in grado di farla primeggiare.

Da Milano, invece, arriva la conferma che quello del calcio è un mondo contorto. Ci sono sconfitte che sanno di vittorie e poi vittorie che sembrano sconfitte. Un po’ questa la sintesi di Milan contro Empoli giocata a Milano nell’anticipo della seconda giornata del campionato. Il Milan, infatti, non solo non meritava di vincere per quanto di brutto ha mostrato in campo, ma l’Empoli ha giocato davvero una partita maiuscola, così che i tre punti in palio finiti ai rossoneri hanno assunto il sapore di un’ingiustizia assoluta. Le ore successive al match hanno certamente guastato l’umore a Milanello, ma vuoi mettere con l’emozione di giocatori, tifosi e dirigenti del Sassuolo che si vedono alla seconda giornata in testa alla classifica di serie A?

Eh sì, perché per diverse ore la squadra emiliana, grazie alla seconda vittoria in due partite giocate, si è trovata addirittura da sola in testa, roba che solo diversi sorsi ad alta gradazione alcolica avrebbe potuto prefigurare. Dopo averle suonate al Napoli dell’insopportabile De Laurentis, stavolta ha sistemato pure il Bologna in un inedito derby regionale. Bravo Di Francesco e bravi i suoi giocatori, primi in classifica, sebbene in comproprietà, oltre  rappresentare un’iniezione di autostima, colleziona punti che saranno utili a fine torneo.

Per tornare a Milano, va detto che anche l’Inter, che supera il Carpi in trasferta grazie a due gol di Jovetic, non se la passa troppo bene. Causa caldo soffocante, forse, il ritmo dato alla partita è stato quello di una scampagnata. Certo, il Carpi, come la settimana scorsa l'Atalanta, ha giocato con 9 giocatori dietro la linea della palla e questo davvero non aiuta a creare gioco ed occasioni. Fortuna sua che il fattore Jo-Jo la conferma come unica tra le grandi a punteggio pieno e in testa alla classifica.

Rocambolesco il risultato della Fiorentina, che in vantaggio si fa raggiungere e quindi nettamente superare dal Toro di Ventura, con tanti saluti allo splendido gioco dei viola celebrato sette giorni prima. Quagliarella festeggia le sue 300 presenze in serie A con un gol e Ventura ricorda a tutti come costruire un collettivo sia cosa diversa che assemblare singoli.

Il Napoli di Sarri, pure in vantaggio grazie a Higuain, finisce inchiodato sul 2 a 2 dalla Sampdoria guidata da Walter Zenga, allenatore troppo spesso sottovalutato causa forse non essersi dotato di buoni rapporti con i giornalisti. Eder è stato autore di una prestazione straordinaria. Che sia per restare o congedarsi lo sapremo tra 24 ore. L'Inter, che pare seriamente impegnata a prenderlo, non deve esitare.

E se la vittoria del Palermo a Udine è certamente una notizia, autentica super notizia è il pesantissimo rovescio (4 a 0) patito dalla Lazio contro il Verona. La squadra di Pioli è addirittura inquietante per impalpabilità e inconsistenza tecnica e fisica. L'impressione è che il tecnico abbia un problema di autorevolezza da un lato e di mancanza di idee dall'altro.

Il suo presidente maneggione e chiacchierone ha 18 ore per provare a raddrizzare l’asse di una squadra che sembra la lontana parente di quella vista solo tre mesi prima. Dopo la prematura uscita dall’Europa che conta, sembra che di slancio voglia uscire anche dalla lotta per le prime posizioni in Italia.

E’ un campionato che sembra davvero possa rivelarsi incerto e quindi avvincente. Tra quindici giorni, al rientro dopo la sosta, ci sarà il derby di Milano e la partita tra Juventus e Chievo, che disegna il primo testa-coda della stagione. Alzi la mano chi si sarebbe immaginato di vedere un simile film del campionato.

di redazione

Il Campionato riparte con il freno a mano tirato per quelle che una volta chiamavamo “le grandi della Serie A”. Si salva solo l'Inter, che sblocca la gara contro l'Atalanta soltanto al 93esimo con il primo gol ufficiale in nerazzurro di Jovetic, bravo a sfruttare un clamoroso colpo di sonno dei bergamaschi (fin lì catenacciari perfetti, scuola Reja) con un gran tiro a giro. La squadra di Mancini domina nel possesso palla e tira una ventina di volte verso la porta avversaria, ma il gioco non è ancora fluido e l'infortunio di Icardi in avvio di gara impone probabilmente a Thohir di tornare sul mercato per cercare un'altra alternativa in attacco.

Per il resto, la prima giornata è un'ecatombe delle big. La sconfitta più imprevedibile è sicuramente quella della Juventus campione d'Italia, superata dall'Udinese nella partita della 18 con un gol di Thereau al 78esimo. I bianconeri, lenti e prevedibili, vengono battuti al debutto in casa per la prima volta nella storia.

Fa meno clamore la caduta senza appello del Milan contro la Fiorentina. I viola, messi in campo con un sorprendente 3-4-3 da Sousa, dominano i rossoneri in lungo e in largo, passando prima su una punizione capolavoro di Marcos Alonso (il fallo era di Rodrigo, espulso nell'occasione), poi con il rigore di Ilicic, provocato con grande ingenuità da Romagnoli (il ragazzo è costato 25 milioni ma no, non ricorda ancora Nesta).

La terza grande sconfitta all'esordio è quella del Napoli di Sarri, superato in rimonta dallo spietato Sassuolo guidato da Di Francesco. Gli azzurri passano con Hamsik dopo appena 3 minuti e per la prima mezz'ora danno l'impressione di poter gestire il risultato, ma poi subiscono il pareggio di Floro Flores a fine primo tempo e la zuccata vincente nella ripresa di Sansone.

Come l'Inter, anche il Palermo vince la partita con un gol all'ultimo secondo. L'autore è il marocchino El Kaoutari, che spara in porta un pallone vagante in mischia, dopo un maldestro tentativo di disimpegno da parte di Burdisso.

Quanto alle esordienti, la vera delusione è il Carpi. Intendiamoci, perdere con la Sampdoria all'esordio assoluto in Serie A non è uno scandalo, ma genera qualche imbarazzo incassare una manita nel giro di 20 minuti. Fra il 15esimo al 36esimo Eder e Muriel segnano due doppiette, seguite dalla punizione vincente di Fernando. Mitigano le sofferenze del Capri i gol di Lazzari (che sbaglia anche un rigore nel finale) e Matos.

Esce dal campo con la testa assai più alta il Frosinone, che alla prima partita in Serie A chiude il primo tempo in vantaggio contro il Torino con un gol in spaccata di Soddimo. Nella ripresa la raddrizzano per i granata prima il solito Quagliarella, autore di una gran girata volante, poi Baselli con un fortunato tiro da fuori.

Chiude il quadro delle partite della domenica la vittoria in rimonta del Chievo sull'Empoli. Alla rete nella prima frazione di Saponara rispondono Meggiorini, Birsa e Paloschi.

Negli anticipi, la prima partita dell'anno si chiude con l'unico pareggio della prima giornata. Per la Roma, però, è una delusione: dopo il gol di Jankovic e il pareggio di Florenzi, i giallorossi hanno almeno due chiare occasioni per vincerla con Pjanic, ma la palla non entra.

Vittoria invece per la Lazio, che sabato sera passa 2-1 all'Olimpico sul Bologna. In rete Biglia e l'esordiente Kishna, mentre per il rossoblu va a segno Maicosu. Il capitano argentino dei biancocelesti però s'infortuna a un polpaccio e salterà il ritorno dei preliminari di Champions con il Bayer Leverkusen.


di redazione

A vederla così, ripresa da una ventina di chilometri, lattiginosa, seviziata da un cinese ubriaco addetto ai replay, con la palla che va dove le pare perché il campo ricorda la spiaggia dello sbarco in Normandia e in aria spira quel che resta del tifone ''Souledor'', con il bordocampista Rai che fracassa 15 microfoni per raccontare le sue ciarle, con il commentatore tecnico Rai che sproloquia in un tono da Actors Studio, con il primo cronista Rai che chiede perdono dando la colpa di tutto alla regia cinese, mentre un altro cinese ubriaco gli parla sopra nel goffo tentativo di passare una comunicazione interna...

A vederla così, più che la Supercoppa Italiana sembra una Superciofeca cinese. Eppure è la realtà del calcio nostrano traghettato per motivi di sponsor a Shanghai. Purtroppo, la qualità del gioco non aiuta a risollevare lo spettacolo, ma siccome ''vincere è l'unica cosa che conta'', alla fine vince la Juventus. E con il minimo sforzo, due reti a zero contro una Lazio inconsistente, friabile in difesa e anestetica in attacco.

A onor del vero, per un'oretta buona le due formazioni si equivalgono nel nulla assoluto (zero tiri in porta in tutto il primo tempo). Poi, i campioni d'Italia sbrigano la pratica nel giro di cinque minuti. Trasfigurati dagli addii di Pirlo, Vidal e Tevez, i bianconeri la risolvono con due nuovi arrivati: Mandzukic, che - dopo un erroraccio solo davanti a Marchetti - si riscatta incocciando di testa indisturbato nell'area piccola fra De Vrij e Basta, e Dybala, lesto nello scaraventare sotto la traversa da distanza ravvicinata un assist facile di Pogba, mentre la difesa biancoceleste, in perfetto schieramento, marca con lo schema di Madame Tussauds.

Nonostante tutte le chiacchiere da ombrellone su calciomercato, motivazioni, progetti e sogni di gloria, alla fine, lo spettacolo grottesco di questa Supercoppa lascia dietro di sé solo conferme.

Primo, la Juve rimane la squadra da battere anche nel 2015-2016, perlomeno in Italia. Secondo, Pioli è un allenatore competente, serio e volenteroso, ma non vince uno scontro diretto contro una grande neanche sotto tortura e la Lazio resta lontana dal salto di qualità che i tifosi si aspettavano.

Terzo, la Rai si affanna a prendere le distanze dalla scarsa professionalità cinese, ma, vista la qualità del servizio che continuano a propinare nonostante il canone e la pubblicità, ieri in molti avrebbero preferito completare lo scempio con una più avvincente telecronaca in mandarino.


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy