di redazione

Dopo un anno la Roma di Garcia torna al primo posto in classifica. Lo fa battendo 2-1 al Franchi una sbiadita Fiorentina, al secondo ko casalingo della settimana dopo il clamoroso 1-2 contro il Poznan in Europa League. Decidono la sfida un formidabile tiro a giro dopo 6 minuti di Salah (ex della gara, espulso alla fine per uno sciocco gesto nei confronti dell'arbitro) e una galoppata in contropiede di Gervinho, che parte dalla sua metà campo e arriva a insaccare.

I viola ci mettono del loro, non sfruttando le molte occasioni create e lasciando inspiegabilmente campo libero all'ivoriano per il raddoppio: tutti avanti come fosse il 95esimo, ma era ancora il primo tempo. Bella ma inutile la zampata vincente di Babacar, arrivata a tempo scaduto.

I giallorossi - alla quarta vittoria consecutiva - salgono così a 20 punti, portandosi a due lunghezze di vantaggio su ben quattro squadre. Oltre alla Fiorentina, infatti, a 18 punti ci sono anche Inter, Lazio e Napoli, che nel posticipo di giornata batte 1-0 il Chievo fuori casa grazia a una rete del solito Higuaìn.

In uno degli anticipi di giornata, i nerazzurri perdono ancora terreno non riuscendo ad andare oltre l'1-1 sul campo del Palermo. Al tap-in di Perisic su assist del ritrovato Biabiany risponde Gilardino, che segna l'ottavo gol in carriera all'Inter e il 180esimo complessivo in Serie A. Mancini sembra un po' in confusione: oltre a schierare giocatori fuori ruolo (Guarin a destra?), il tecnico di Jesi sembra assai indeciso sul modulo, che continua a cambiare apparentemente senza motivo. Il risultato è una squadra lenta nelle ripartenze, che fa poco e male il pressing e non ha schemi né automatismi. Con i giocatori che ha, ben altro gioco dovrebbe esprimere.

Recupera terreno invece la Lazio, che all'Olimpico supera facilmente un Torino stranamente svagato e lungo sul campo. Il 3-0 finale è figlio soprattutto della visione di gioco di Klose, autore di due assiste al bacio: il primo con una sponda di testa per Lulic, il secondo con un tocco volante per un velocissimo inserimento di Felipe Anderson. Lo stesso brasiliano firma il tris finale all'ultimo secondo, scaraventando in porta dal limite un cross ancora di Lulic.

I granata vengono così raggiunti a 14 punti dalla Sampdoria, che travolge 4-1 il Verona con i gol di Muriel, Zukanovic, Soriano ed Eder. Gialloblù inconsistenti e ormai ultimi insieme al Carpi con 5 punti.

Più in basso in classifica rialzano la testa Milan e Juventus, che salgono rispettivamente a 13 e 12 punti. I rossoneri tornano al successo dopo tre partite superando a fatica il Sassuolo: a San Siro, dopo il rigore di Bacca e il pareggio su punizione di Berardi (che a 21 anni segna il suo ottavo gol al Milan), la decide una zuccata di Luis Adriano a 5 dalla fine.

Più convincente la vittoria della Juve, che passa 2-0 in casa sull'Atalanta. Allegri sembra essersi finalmente convinto che la sua squadra ha bisogno di Dybala, decisamente il più in forma e il più ispirato in fase offensiva. E' proprio l'argentino a segnare l'1-0 e a servire l'assist per il 2-0 di Mandzukic. Nel finale c'è tempo anche per vedere Sportiello che para un rigore a Pogba.

Una lunghezza sotto la Signora si rivede l'Udinese, che vince di misura su un combattivo Frosinone (7 punti) con il gol dell'ex di Lodi, che insacca una punizione nata per essere un cross. Ancora più bruciante la sconfitta del Carpi, superato 2-1 in casa dal Bologna. I biancorossi passano in vantaggio con Letizia, ma poi sono costretti a giocare tutta la ripresa in 10 per l'espulsione di Lollo e vengono beffati al 93esimo da un gol di Masina che salva la panchina di Delio Rossi. Chiude il quadro della giornata il 2-0 dell'Empoli sul Genoa, che consente ai toscani di raggiungere proprio i rossoblù a quota 10. 

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L'Inter manca l'occasione di riportarsi da sola in testa alla classifica pareggiando in casa 0-0 contro la Juventus, che a sua volta manca l'appuntamento con il riscatto. Quest'anno il derby d'Italia vive di agonismo più che di tecnica: Mancini punta sull'intensità con un centrocampo affollato di mediani (Brozovic, Medel e Felipe Melo) e nel primo tempo i nerazzurri impongono un ritmo altissimo, costringendo i bianconeri a giocare quasi solo in contropiede, affidandosi all'estro di Cuadrado e alla buona volontà di Zaza. Le occasioni però latitano: la più ghiotta è un tiro-cross di Brozovic deviato sulla traversa da Buffon. In generale, però, l'uomo più pericoloso è sempre Jovetic.


Nella ripresa il pressing interista cala vistosamente e la Juve prende coraggio, con Pogba che entra finalmente in partita. Il livello tecnico sale e la contromossa di Mancini è Guarin al posto di Felipe Melo. Ma nemmeno il colombiano riesce a dare quel guizzo in più che serve al centrocampo muscolare dei nerazzurri. La palla gol più clamorosa del secondo tempo finisce sul piatto destro di Khedira, che da due passi colpisce a botta sicura ma centra il palo. Alla fine è un pareggio che scontenta tutti.


L'Inter (17 punti) raggiunge al secondo posto la Roma - vittoriosa 3-1 sabato contro l'Empoli -, ma non approfitta del passo falso della Fiorentina. I viola escono sconfitti 2-1 dal San Paolo, ma conservano la prima posizione solitaria a 18 punti. Per il Napoli continua a brillare la coppia Insigne-Higuaìn, autori dei due gol che valgono 3 punti per gli azzurri.


La squadra di Sarri arriva così a quota 15, affiancando in quarta posizione Sassuolo e Lazio, ieri impegnate nello scontro diretto al Mapei. A uscirne vincitori sono i neroverdi, che passano con un rigore dubbio trasformato da Berardi e un tap in fortunoso di Missiroli. Inutile il gol della speranza di Felipe Anderson. Alla Lazio manca la panchina: inserire Mauricio, Onazi e Cataldi al posto degli infortunati De Vrji, Biglia e Parolo vuol dire far colare a picco il tasso tecnico della squadra, che infatti sbaglia passaggi a ripetizione.


In quinta posizione con 14 punti troviamo Torino e Atalanta. Nel secondo anticipo della giornata, i granata agguantano il pari contro il Milan con il quarto gol stagionale di Baselli, che risponde alla quarta marcatura di Bacca. Tutto facile invece per i bergamaschi, che passeggiano 3-0 sul Carpi. Pinilla per una volta fa un gol normale (di testa), e allora ci pensa el Papu Gomez a stupire, infilando il pallone in porta direttamente da calcio d'angolo. Chiude i giochi Cigarini su rigore.


A metà classifica fuochi d'artificio fra Genoa e Chievoverona, che danno vita a uno spettacolare 3-2: Paloschi segna dopo 50 secondi, i rossoblu la ribaltano ma subiscono il pareggio dell'eterno Pellissier, infine al 94esimo Tachtsidis la risolve in favore dei padroni di casa con una botta da fuori. Nelle retrovie, clamorosa vittoria del Frosinone, che supera 2-0 la Sampdoria grazie alle reti di Paganini e Dionisi. I ciociari escono così dalla zona retrocessione, salendo a 7 punti e staccando di 2 lunghezze il Verona, raggiunto sull'1-1 nel finale dall'Udinese (la zampata di Thereau risponde al rigore di Pazzini). In coda prosegue lo psicodramma del Bologna, che perde ancora (0-1 contro il Palermo, gol di Vasquez) e resta ultimo con soli 3 punti.






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Sei vittorie su sette partite, le ultime cinque consecutive. Mai nella sua storia la Fiorentina aveva iniziato così un Campionato di Serie A e il primo posto in solitaria conquistato ieri sera (18 punti, contro i 16 dell'Inter) ne è la logica conseguenza. L'ultima vittima dei viola è l'Atalanta, che ci mette del suo, con Paletta espulso dopo 5 minuti, e cade al Franchi 3-0 sotto i colpi di Ilicic, Borja Valero e Verdù.

A questo punto quello che ci aspetta dopo la pausa per la Nazionale ha l'aria di uno scontro scudetto. Il 17 ottobre si giocherà infatti Napoli-Fiorentina, e al momento la squadra di Sarri sembra l'unica in grado di eguagliare la brillantezza degli 11 di Sousa. E' vero, gli azzurri sono un po' attardati in classifica (solo 9 punti) a causa di un avvio difficile, ma il 4-0 rifilato ieri sera al Milan non è estemporaneo: segue le goleade contro Bruge e Lazio, oltre alla vittoria contro la Juventus. Anche a San Siro, grande protagonista è Insigne: trasfigurato dall'allenatore toscano, il brevilinieo napoletano offre un assist ad Allan, segna su inserimento e poi anche su punizione. In casa rossonera, l'impressione è che ci sia poco da fare: nonostante qualche buon giocatore, ci sono troppi gregari da medio-bassa classifica per poter puntare davvero al terzo posto.

Dopo la prima sconfitta subita contro la Fiorentina, arriva anche il primo pareggio per l'Inter, che a Genova non va oltre l'1-1 contro la Sampdoria. I nerazzurri costruiscono (e sprecano) molto in attacco nonostante l'assenza di Jovetic, ma concedono ancora di più in difesa. Soltanto gli incredibili errori dei doriani (assurdo quello di Correa a un metro dalla porta sguarnita) salvano Handanovic da un'altra giornata da incubo. Le reti arrivano nella ripresa e portano le firme di Muriel e Perisic, che segna il suo primo gol in Italia grazie a uno strepitoso assist d'esterno di Icardi.

La terza posizione in classifica è occupata dalla Lazio, che in una delle due partite della 18 supera con grande difficoltà un eroico Frosinone. Dopo molte palle gol sprecate e moltissime occasioni concesse, i biancocelesti passano con una rete da campione di Keita, che dialoga nel breve con Djordjevic. Proprio il serbo firma il raddoppio al 94esimo, quando il Frosinone - in uno slancio di ingenuità - porta 10 uomini nell'area degli avversari sperando di pareggiare e spalancando la porta alla ripartenza dei ragazzi di Pioli.

La Lazio sale a 15 punti e si riporta così sopra la Roma (a 14), che - come l'Inter - dimostra capacità offensive incredibilmente superiori a quelle difensive. Sul campo del Palermo i giallorossi giocano una partita speculare a quella di Champions contro il Bate Borisov: chiudono il primo tempo in vantaggio di tre reti (Pjanic dopo 180 secondi, l'onnipresente Florenzi e Gervinho con un destro a giro dal limite), ma nella ripresa quasi si fanno rimontare. I rosanero si rifanno sotto con Gilardino (primo gol con la nuova maglia) e Gonzalez (seconda rete consecutiva), ma alla fine la chiude con un colpo d'esterno Gervinho, che sembra tornato quello del primo anno nella Capitale.

Si riprende anche la Juventus, che nell'altra partita delle 18 supera 3-1 il Bologna, cogliendo il primo successo di quest'anno allo Juventus Stadium. Andata in svantaggio al primo tiro in porta degli avversari, la Signora reagisce prima con Morata, poi con Dybala (su rigore) e infine con Khedira. Con tutto l'affetto per Padoin, capro espiatorio cui sono state attribuite troppe responsabilità, un campione del mondo a centrocampo fa una certa differenza.

Nella partita-ore-pasti della domenica, l'Empoli batte inaspettatamente il Sassuolo, che vede così sfumare l'imbattibilità. Al termine di una partita ricca di occasioni, il gol arriva con un'incornata prepotente di Big Mac Maccarone, che conferma il buono stato di forma di questo avvio di stagione.

Soffre di qualche acciacco in più l'eterno Totò Di Natale, che però contro il Genoa trova la sua prima rete in questo Campionato. Ma alla sua Udinese non basta, perché i rossoblù trovano il pari con Perotti su rigore. Finisce 1-1 anche il derby di Verona, sbloccato dall'Hellas con un colpo di testa di Pisano, in posizione di netto fuorigioco, e pareggiato da uno stacco rabbioso di Castro.

Chiude il quadro della settima giornata la prima vittoria del Carpi in Serie A. I biancorossi superano in casa un Torino irriconoscibile grazie a una sfortunata autorete del portiere Padelli (che devia con la schiena nella propria porta un tiro di Gabriel Silva rimbalzato sul palo) e a un colpo di testa di Matos su assist al bacio di Borriello. I granata provano a rientrare in partita con un rigore che Maxi Lopez si procura e trasforma. Ma è inutile: finisce 2-1. Sannino inizia la sua nuova avventura sulla panchina del Carpi con un risultato storico.

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Dopo 17 anni la Fiorentina torna in testa alla classifica di Serie A. Nello scontro diretto fra le due formazioni più in forma di questo inizio di Campionato, i viola travolgono a San Siro la capolista Inter con un 4-1 senza appello. Nerazzurri e toscani sono ora appaiati al primo posto con 15 punti. L'incubo per la squadra di Mancini comincia prima ancora dell'inizio del match, con il forfait di Jovetic, e prosegue con il riaccendersi dello psicodramma di Samir Handanovic, non nuovo a momenti di buio mentale in cui un errore tira l'altro.

Quello del portierone sloveno è un inizio choc: prima perde palla con i piedi e stende Kalinic procurando un rigore che Ilicic trasforma, poi para un tiro da fuori dello stesso Ilicic spingendo il pallone verso l'alto ma senza impedire che ricada in porta (Kalinic si toglie lo sfizio del tap in sulla linea). Già sul 3 a 0 non esce per chiudere la strada a Marcos Alonso e obbliga Miranda a un fallo da ultimo uomo che lascia l’Inter in 10.

Nella ripresa l'Inter prova a riaprire i giochi e al 60esimo passa con il secondo gol in campionato di Icardi, che ribadisce in porta un pallone da lui stesso stampato di testa sul palo. Ma non basta: un quarto d'ora più tardi Kalinic corona la sua serata dei sogni con la rete della tripletta. L’Inter si trova ora a dover riflettere seriamente su una serataccia aiutata dalla scelta incomprensibile di Mancini che ha deciso all’improvviso di stravolgere tatticamente una squadra sin qui vincente.

In classifica, ad appena due punti dalla coppia di testa, sale il Torino, vittorioso per 2-1 sul Palermo grazie a un autogol di Gonzales e a uno straordinario destro al volo in estensione di Benassi.

Una lunghezza sotto ai granata c'è la strana coppia Lazio-Sassuolo. I biancocelesti colgono la prima vittoria in trasferta della stagione rimontando sul campo del Verona (privo di Toni e Pazzini): alla testata dello svedese Helander rispondono prima Biglia su rigore, poi Parolo su punizione. Da segnalare la prestazione del giovane serbo Milinkovic Savic, centrocampista atipico con fisico da energumeno e piede raffinato. La squadra di Pioli agguanta così a 12 punti quella di Di Francesco, che non va oltre l'1-1 contro il Chievo (in rete Defrel e Paloschi).

Proprio i gialloblu condividono con la Roma la quarta posizione a quota 11. In uno degli anticipi di giornata, i giallorossi passeggiano 5-1 sul Carpi (gol di Manolas, Pjanic, Gervinho, Salah e Digne), ma - come ammette lo stesso Garcia - quella dell'Olimpico potrebbe rivelarsi una "vittoria di Pirro", perché costa gli infortuni di Totti, Djeko e Keita. I primi due dovranno stare fermi almeno un mese.

Due punti sotto la Roma, a metà classifica, viaggiano appaiate Milan e Napoli, ma con umori molti diversi. Gli azzurri sono reduci dalla vittoria di sabato sera al San Paolo contro quel che resta della Juventus di Allegri (grande momento di forma dei due marcatori partenopei: Insigne e Higuain), mentre i rossoneri non riescono a dare continuità ai risultati e ripiombano nel tunnel delle incertezze perdendo 1-0 sul campo del Genoa (tiro di Dzemaili deviato da Bonaventura).

In attesa di Atalanta-Sampdoria e Frosinone-Empoli, chiude il quadro della sesta giornata di Serie A la resurrezione dell'Udinese, che passa 2-1 sul campo del Bologna con le reti di Badu e Zapata. 




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Quinta vittoria su cinque partite (non succedeva dal '66-67) e per la quarta volta il risultato finale è 1-0. Continua il sogno a punteggio pieno dell'Inter, che stavolta supera di misura il Verona con un'incornata imperiosa di Felipe Melo, uno dei protagonisti meno attesi di questo inizio di stagione. Il gioco dei nerazzurri non è ancora esattamente uno spettacolo da stropicciarsi gli occhi, ma per i tifosi, per il momento, va benissimo così. Forse preferirebbero vincere con più di un gol di scarto per finire una partita in tranquillità, ma in fondo non serve, almeno finché la difesa regge così bene (un solo gol subito finora, dal Carpi) e la dea bendata fa il suo.

Dietro ai nerazzurri sono in molte a steccare. Il risultato più clamoroso è quello dei Campioni d'Italia in carica. Prima della partita, che il Frosinone dovesse mettere a segno il suo primo punto in serie A allo Juventus Stadium era pura fantascienza. Eppure è andata proprio così, grazie al gol al 92esimo con cui Blanchard ha pareggiato il vantaggio iniziale firmato Zaza. I bianconeri non riescono quindi a dare seguito alla vittoria di domenica contro il Genoa e si fermano a 5 punti, già a meno 10 dalla vetta. Allegri rimanda ancora l'appuntamento con il primo successo allo Stadium.

Tira il freno a mano anche il Napoli, come la Juventus fermato da una neopromossa. Dopo i 10 gol marcati nelle ultime due partite contro Bruge e Lazio sembrava impossibile che l'attacco di Sarri potesse rimanere a secco in casa del Carpi, ma effettivamente lo 0-0 resiste fino alla fine. Un pugno di mosche che fa seguito a due manite.

Gli azzurri (6 punti) si vedono così staccare in classifica dalla Lazio, che sale a quota 9 dopo il 2-0 rifilato al Genoa sul prato dell'Olimpico. A suo modo, è un risultato storico: non tanto per il periodo psicodrammatico attraversato dagli 11 di Pioli (che fin qui hanno vinto tutte le partite in casa e perso rovinosamente tutte le trasferte), ma perché negli 8 precedenti scontri diretti aveva sempre vinto il Grifone. Stavolta i liguri si sono dovuti inchinare al ritorno al gol di due pedine finora mancanti nella scacchiera laziale: Djordjevic e Felipe Anderson.

Ben diverso l'umore sull'altra sponda del Tevere, quella giallorossa. Dopo il pareggio casalingo contro il Sassuolo, la Roma di Garcia delude ancora, rimediando una sconfitta sul campo della Sampdoria. Come domenica, Salah prova a metterci una pezza, pareggiando alla grande la staffilata iniziale di Eder. Ma stavolta non basta, perché a decidere la partita è una goffa autorete di Manolas, che devia nella sua porta un cross del solito Eder. Beffa suprema: la Roma, a 8 punti, si vede scavalcare di una lunghezza dai cugini biancocelesti, in piena crisi.

Quanto ai blucerchiati, raggiungono in quarta posizione il Torino a 10 punti, stessa quota del Chievo, che sconfigge 1-0 proprio i granata (gol di Castro). Al secondo posto sale la Fiorentina, che infila la terza vittoria consecutiva superando 2-0 il Bologna con le reti di Blaszczykowski e Kalinic.

Il terzo gradino del podio viene conquistato invece allo spettacolare Sassuolo di Di Francesco, vittorioso di misura in casa del Palermo grazie a una staffilata da fuori del redivivo Floccari.

Chiude il quadro della giornata l'anticipo vinto faticosamente per 3-2 dal Milan contro l'Udinese. In casa rossonera, a quanto pare, Balo è tornato. La difesa ancora no.


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