Parlare di figli o dell'essere genitori non è una grande novità per il cinema. Si tratta, da sempre, di uno dei temi più affrontati - attraverso generi differenti, che spaziano dalla commedia al drammatico - e sicuramente tra i più "caldi". Soprattutto nell'epoca contemporanea, dove l'essere genitori significa sempre più spesso fare i conti con una realtà che va veloce, decisamente troppo, con poco tempo da dedicare alla prole e una quantità di esigenze che sembrano essere triplicate rispetto al passato.

Figli, nuovo lavoro di Giuseppe Bonito, trae ispirazione dal soggetto di Mattia Torre.

Sara (Paola Cortellesi) e Nicola (Valerio Mastandrea) sono sposati e innamorati. Hanno una bambina di 6 anni e una vita felice. L’arrivo del secondo figlio, però, scombina gli equilibri di tutta la famiglia svelando crepe nel loro rapporto e insoddisfazioni personali con risvolti tragicomici. Nonni stravaganti, amici sull’orlo di una crisi di nervi e improbabili baby sitter non saranno loro di aiuto. Tra l’istinto di scappare e la voglia di restare, Sara e Nicola riusciranno a resistere e a rimanere insieme?

Ed il riconoscimento in questi tragicomici personaggi per i genitori moderni è immediato, come lo è lo sguardo su una società sempre più spietata, dove la quotidianeità è spesso difficile da gestire, come lo sono le emozioni.

La forza della scrittura di Torre - scomparso ahinoi troppo presto - è quella di mostrare non solo il lato migliore, ma anche il peggiore dell'essere genitori. Mettendo a nudo tutti i difetti e le debolezze di un ruolo tanto complesso, quanto meraviglioso.

Diventa così difficile scostarsi da un quadro tanto drammatico, quanto veritiero.

 

Figli (Italia 2020)

Soggetto: Mattia Torre

Regia di Giuseppe Bonito

Cast: Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea

Produzione: Vision Distribution, Wildside e The Apartment

Fotografia: Roberto Forza

Montaggio: Giogiò Franchini

Musiche: Giuliano Taviani, Carmelo Travia

L'arte nell'arte. E' proprio il caso di dirlo per annunaciare l'arrivo al cinema di The Royal Opera. La bohème di Giacomo Puccini, per la regia di Richard Jones, coadiuvato da Julia Burbach. La bohème racconta la relazione amorosa tra lo squattrinato poeta Rodolfo e la sarta Mimì, contrapponendola a quella più spensierata tra il pittore Marcello e la cantante Musetta. Mimì è gravemente malata di tubercolosi e lei e Rodolfo decidono di separarsi in modo che Mimì possa trovare un amante più ricco, in grado di fornirle le cure di cui ha bisogno. Si riuniranno soltanto nelle ultime ore di Mimì, quando la donna farà ritorno dall’unico uomo che abbia mai amato.

L'appuntamento al cinema è per il prossimo 29 gennaio e sarà trasmessa in diretta via satellite alle 20.45.

Uno spettacolo destinato a catturare sia gli aspetti umoristici sia quelli tragici dell’opera, mentre i disegni accattivanti dello scenografo Stewart Laing, in particolare nell’Atto II, danno vita alla Parigi del XIX secolo con i suoi abbaglianti negozi e caffè. La musica è tra le più belle di Puccini, con momenti salienti tra cui le arie e il duetto d’amore di Rodolfo e Mimì nell’Atto I, i cori natalizi dell’Atto II e la straziante scena finale in cui Mimì e Rodolfo si riuniscono.

Lo straordinario cast include il tenore americano Charles Castronovo (Rodolfo) e il soprano bulgaro Sonya Yoncheva (Mimì), insieme al baritono polacco Andrzej Filończyk  nei panni di Marcello, il soprano russo Aida Garifullina, che debutta alla Royal Opera House come Musetta, il baritono ungherese e talento del Jette Parker Young Artists Programme Gyula Nagy come Schaunard e il basso slovacco Peter Kellner come Colline. Dirige l’orchestra Emmanuel Villaume.

 

The Royal Opera. La bohème di Giacomo Puccini (Londra 2020)

Regia: Richard Jones, coadiuvato da Julia Burbach

Distributore: Nexo Digital in collaborazione con la Repubblica, MYmovies.it, Classica HD, Danza&Danza e Danzadove, Sipario-La Rivista dello Spettacolo, British Council e il progetto UK Italy Partners for Culture

Una biografia ben pensata quella diretta da Clint Eastwood in Richard Jewell. Trentottesimo film del regista e basato su una storia vera, il film racconta la storia di ciò che può accadere quando quel che viene riportato oscura la verità. “C’è una bomba al Centennial Park. Avete solo trenta minuti di tempo”.

Il mondo viene così a conoscenza di Richard Jewell, una guardia di sicurezza che riferisce di aver trovato il dispositivo dell’attentato dinamitardo di Atlanta del 1996. Il suo tempestivo intervento salva numerose vite, rendendolo un eroe. Ma in pochi giorni, l’aspirante alle forze dell’ordine diventa il sospettato numero uno dell’Fbi, diffamato sia dalla stampa che dalla popolazione, assistendo al crollo della sua vita.

Rivoltosi all’avvocato indipendente e contro il sistema Watson Bryant, Jewell professa con fermezza la sua innocenza. Ma Bryant scopre di doversi scontrare con i poteri combinati dell’Fbi, del Gbi e dell’Apd per scagionare il suo cliente, e tenta di impedire a Richard di fidarsi delle stesse persone che cercano di distruggerlo.

Una regia 'pulita e lucida', con il premio Oscar Eastwood che pone il suo sguardo su un'America e, un mondo più in generale, che spesso spingono gli uomini verso una condizione poco edificante o addirittura rischiosa.

Il regista si è basato sulla sceneggiatura del candidato all’Oscar Billy Ray (“Captain Phillips – Attacco in mare aperto”), che trae spunto dall’articolo di Vanity Fair “American Nightmare - The Ballad of Richard Jewell” di Marie Brenner.

Molto valido il cast di attori scelti, che danno alla pellicola una forza in più, con i premi Oscar Sam Rockwell (“Tre manifesti a Ebbing, Missouri”) nei panni di Watson Bryant, e Kathy Bates (“Misery non deve morire”, “American Horror Story” in Tv) in quelli di Bobi, la madre di Richard; mentre Jon Hamm (“Baby Driver – Il genio della fuga”) è l’investigatore capo dell’Fbi; Olivia Wilde (“La vita in un attimo”) ritrae Kathy Scruggs la giornalista dell’ Atlanta Journal-Constitution, e Paul Walter Hauser (“Tonya”) interpreta Richard Jewell.

 

Richard Jewell (Usa 2019)

Regia: Clint Eastwood

Cast: Sam Rockwell, Kathy Bates, John Hamm, Olivia Wilde, Paul Walter Hauser

Distribuzione: Warner Bros. Pictures

I primi due episodi della nuova stagione de L’amica geniale. Storia del nuovo cognome, arrivano in antemprima al cinema, come evento speciale solo il 27, 28 e 29 gennaio. La serie è nuovamente firmata da Saverio Costanzo ed è tratta dal best seller di Elena Ferrante. Gli eventi del secondo libro de L’amica geniale, prossimamente in onda su Ra1, prendono il via esattamente dal punto in cui è terminata la prima stagione. Lila (Gaia Girace) ed Elena (Margherita Mazzucco) hanno sedici anni e si sentono in un vicolo cieco.

Lila si è appena sposata ma, nell’assumere il cognome del marito, ha l’impressione di aver perso sé stessa. Elena è ormai una studentessa modello ma, proprio durante il banchetto di nozze dell’amica, ha capito che non sta bene né nel rione né fuori.

Nel corso di una vacanza a Ischia le due amiche ritrovano Nino Sarratore (Francesco Serpico), vecchia conoscenza d’infanzia diventato ormai studente universitario di belle speranze. L’incontro, apparentemente casuale, cambierà per sempre la natura del loro legame, proiettandole in due mondi completamente diversi. Lila diventa un’abile venditrice nell’elegante negozio di scarpe della potente famiglia Solara al centro di Napoli; Elena, invece, continua ostinatamente gli studi ed è disposta a partire per frequentare l’università a Pisa. Le vicende de L’amica geniale ci trascinano nella vitalissima giovinezza delle due ragazze, dentro il ritmo con cui si tallonano, si perdono, si ritrovano.

Una storia sull'amicizia, ma anche sull'essere donna in un Paese che, spesso, non è terreno fertile per una vita semplice e soddisfacente.

 

L’amica geniale. Storia del nuovo cognome (Italia 2020)

Regia: Saverio Costanzo

Produzione: The Apartment e Wildside, parte di Fremantle e Fandango in collaborazione con Rai Fiction, con HBO Entertainment, in co-produzione con Umedia

Attori:  Gaia Girace,  Margherita Mazzucco

Il cinema torna ad omaggiare l'arte pittorica e uno dei suoi più illustri rappresentanti: Leonardo Da Vinci. Il 13, 14, 15 gennaio arriva sul grande schermo Leonardo. Le opere, docufilm che mostra la produzione pittorica del genio del Rinascimento. Le opere includeranno, tra le altre, La Gioconda, L’Ultima cena, La Dama con l’ermellino, Ginevra de ‘Benci, La Madonna Litta, La Vergine delle Rocce. L’obiettivo è quello di ripercorrere, attraverso il prisma della sua pittura, anche la vita di Leonardo (1452-1519): l'inventiva, le capacità scultoree, la lungimiranza nell’ambito dell’ingegneria militare e la capacità di districarsi nelle vicende politiche del tempo.  Il regista Phil Grabsky ha viaggiato in otto paesi per riprendere tutte le opere pittoriche attribuite a Leonardo.

Il film è stato girato infatti in Russia, Germania, Francia, Italia, Stati Uniti, Inghilterra, Scozia, Polonia e ha come fine quello di esaminare in modo profondo la pittura del Maestro, grazie agli interventi di alcuni dei principali curatori e critici d’arte del mondo.

Tra i vari interventi del docu-film, anche quelli di Luke Syson, direttore del Fitzwilliam Museum di Cambridge; Martin Kemp, professore emerito al Trinity College di Oxford; Larry Keith, Head of Conservation and Keeper della National Gallery di Londra; Mikhail Piotrovsky, direttore del Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo; Andrzej Betlej, direttore Museo Nazionale, Cracovia; Tim Marlow, storico dell’arte e direttore artistico della Royal Academy of Arts di Londra.

 

Leonardo. Le opere (Gran Bretagna 2019)

Regia: Phil Grabsky

distributore: Nexo Digital


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