di Sara Michelucci

Woody Allen torna con i piedi per terra nel nuovo film, Irrational Man. Dopo le storie un po’ fiabesche e poco convincenti di To Rome with love o Midnight in Paris, Allen tenta di riconquistare ‘la retta via’, nonostante neppure questo ultimo lavoro sia tra i migliori della sua lunga carriera.

La storia è quella di un professore di filosofia, Abe Lucas, interpretato da un bravo Joaquin Phoenix, il quale decide di andare a vivere a Rhode Island per lavorare nel college Brailyn. La sua è una crisi esistenziali piuttosto profonda, a sarà proprio durante il suo nuovo lavoro che incontrerà Rita, collega con cui inizierà una relazione. A complicare le cose, però, ci si mette una brillante studentessa, Jill (Emma Stone), la quale si innamorerà perdutamente dell’affascinante professore.

I due, mentre sono in un bar, ascoltano per caso la storia di una donna che sta per perdere l’affidamento dei suoi figli, a causa di un giudice corrotto. Il professore decide di cambiare la sua vita cercando di fare giustizia e aiutare la donna, eliminando il giudice. Da qui iniziano una serie di avvenimenti che porteranno il film verso il genere del giallo e del thriller, senza dimenticare l’approccio esistenzialista tipico di Allen.

Il personaggio che costruisce continua a possedere quel ‘male di vivere’ e quella inadeguatezza che rappresentano lo stesso Allen, anche se rispetto al passato si è persa quella freschezza e originalità che hanno spesso accompagnato le sue opere.

Irrational man (Usa 2015)

REGIA: Woody Allen
ATTORI: Emma Stone, Joaquin Phoenix, Parker Posey, Jamie Blackley
SCENEGGIATURA: Woody Allen
FOTOGRAFIA: Darius Khondji
PRODUZIONE: Gravier Productions
DISTRIBUZIONE: Warner Bros Pictures

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Potente il nuovo film di Steven Spielberg, Il ponte delle spie, che vede protagonista un convincente Tom Hanks. Il racconto si concentra sulla crisi degli U-2 tra Stati Uniti e Unione Sovietica, durante la Guerra Fredda, quando Francis Gary Powers, pilota di un aereo-spia Lockheed U-2, fu abbattuto, catturato e condannato dai russi. Il titolo, poi, fa riferimento a un reale ponte, oggi chiamato Ponte di Glienicke, che si trova a Berlino e che una volta univa le due Germanie, quella dell’Ovest e quella dell’Est.

Ancora una volta Spielberg fa i conti con la storia, regalando un nuovo e interessante spaccato su una delle tante vicende nascoste del conflitto tra Usa e Urss. La storia è quella dell’avvocato di Brooklyn, James B. Donovan, il quale si ritrova coinvolto nelle dinamiche della guerra fredda, quando gli viene assegnato l’incarico di negoziare il rilascio del pilota Powers.

Il regista di Schindler's List e Lincoln ‘usa’ la storia per raccontare le vicende di singoli uomini, andando al fondo delle loro vite sia pubbliche che private e mettendo sul piatto tutto il peso delle scelte fatte e delle decisioni prese.

Anche in questo caso, il regista sceglie di ‘usare’ la storia per raccontare l’attualità, le trame del potere e quello che ricade inevitabilmente sulla vita delle persone comuni. E lo fa ancora una volta con maestria, dando il giusto peso a tutti gli elementi messi in scena, che si articolano in maniera armonica dando potere al racconto. 


IL PONTE DELLE SPIE

REGIA: Steven Spielberg
ATTORI: Tom Hanks, Billy Magnussen, Amy Ryan, Alan Alda, Eve Hewson, Domenick Lombardozzi
SCENEGGIATURA: Matt Charman
FOTOGRAFIA: Janusz Kaminski
MONTAGGIO: Michael Kahn
MUSICHE: Tomas Newman
PRODUZIONE: DreamWorks SKG, Marc Platt Productions, Participant Media, Studio Babelsberg
DISTRIBUZIONE: 20h Century Fox

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

La felicità è un sistema complesso. Si chiama così l’ultimo lavoro di Gianni Zanasi, commedia agrodolce che va alla profondità di un sistema sociale cinico e complesso, che mescola valori morali autentici con azioni il più delle volte biasimabili. Protagonista un bravo e convincente Valerio Mastandrea, il quale veste i panni di Enrico Giusti, ingaggiato di volta in volta per ‘fare fuori’ dirigenti di azienda incompetenti o irresponsabili.

Li avvicina, se li fa amici, li frequenta e poi li convince a cambiare vita e a mollare il ruolo di guida all’interno della loro società. Un lavoro che poco gli lascia dal punto di vista della gratificazione personale, ma in cui ormai si è fatto un nome e in cui ha successo. Fino a quando sulla sua strada non compare la strana ragazza israeliana di suo fratello minore, mollata di punto in bianco a casa sua. Sarà lei ad aprirgli gli occhi su quello che fa e su ciò che è diventato.

L’occasione si presenta quando Filippo e Camilla, due fratelli di 18 e 13 anni, rimangono orfani di un'importante coppia di imprenditori. Enrico viene chiamato per far si che i due ragazzini non diventino i dirigenti di un gruppo industriale potente a livello nazionale. E da qui tutto cambierà per sempre.

Zanasi riesce a raccontare una storia apparentemente semplice, utilizzando un sistema temporale esteso, che mette in atto una serie di azioni che porterà a scandagliare l’intera vita del protagonista e non solo. Dall’altro canto a Mastandrea va riconosciuta un’ironia sottile e spontanea, che strappa risate, ma al tempo stesso conduce alla riflessione.

La felicità è un sistema complesso (Italia 2015)
REGIA: Gianni Zanasi
ATTORI: Valerio Mastandrea, Hadas Yaron, Giuseppe Battiston, Paolo Briguglia, Maurizio Donadoni
FOTOGRAFIA: Vladan Radovic
PRODUZIONE: Pupkin Production
DISTRIBUZIONE: BIM

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Sergio Rubini torna al cinema con una commedia intelligente, che scandaglia il rapporto di coppia in tutti i suoi aspetti. Dobbiamo parlare racconta la storia di Vanni, cinquantenne scrittore di successo. Linda, più giovane di vent’anni, collabora invece nell’ombra ai suoi romanzi. I due vivono in un bell’attico nel centro di Roma. Dall’altra parte ci sono i loro migliori amici: Costanza e suo marito Alfredo, detto “il Prof”.

I due si sono sposati e gestiscono la vita in comune come un’azienda familiare, ponendo il patrimonio sopra ogni cosa. Una sera irrompono in casa di Vanni e Linda. Costanza ha scoperto che Alfredo ha un’amante e la notizia scatenerà una crisi che produrrà una reazione a catena, aprendo uno scenario di guerra.

La capacità di Rubini è quella di andare al cuore dei personaggi, di scavare in profondità nella loro personalità, dando così al pubblico la sensazione di conoscerli, ma anche di riconoscersi. Un film che diverte, ma che allo stesso tempo fa riflettere su se stessi e in generale sui rapporti. Riesce a essere tagliente al punto giusto, calibrando sapientemente i colpi di scena e offrendo una storia semplice, ma allo stesso tempo ricca di eventi.

Interessante anche la location in cui si svolge la maggior parte della storia: il salotto di un appartamento borghese. Un po’ come già fatto nel bel film Carnage, da Roman Polansky, mettendo in atto un profondo e inarrestabile processo psicologico di esternazione dei propri sentimenti.


Dobbiamo parlare

REGIA: Sergio Rubini
ATTORI: Fabrizio Bentivoglio, Maria Pia Calzone, Isabella Ragonese, Sergio Rubini
SCENEGGIATURA: Carla Cavalluzzi, Diego De Silva, Sergio Rubini
FOTOGRAFIA: Vincenzo Carpineta
MONTAGGIO: Giogiò Franchini
MUSICHE: Michele Fazio
PRODUZIONE: Palomar e Nuovo Teatro
DISTRIBUZIONE: Cinema

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Si torna alla Preistoria e al mondo dei dinosauri. Il viaggio di Arlo è il nuovo film di animazione di Pixar Animation Studios, distribuito dalla Walt Disney Pictures. Diretto da Bob Peterson, ideatore della storia, fino ad agosto del 2013 e poi sostituito da Peter Sohn, racconta le avventure del giovane Apatosauro di nome Arlo.

Il protagonista  perde suo padre in un tragico incidente. Afflitto, cade in un fiume sbattendo la testa contro una roccia. Si ritrova così lontano da casa e cerca il modo per ritornarsi. Nel suo peregrinare incontra e diventa amico di Spot, un giovane uomo delle caverne.

È un viaggio quello di Arlo sulla scoperta delle proprie paure e del mondo circostante. Ma anche sulle proprie capacità e sulla volontà di farcela per superare le avversità. La curiosità è sicuramente una delle caratteristiche più spiccate che ritroviamo nel giovane dinosauro e che muove tutta la storia. Uno spunto interessante che mette in evidenza l’opportunità di sfruttare le proprie potenzialità e credere in se stessi.

Un film per tutti, grandi e piccini, che combina bene l’utilizzo delle immagini con la storia, risultando piacevole. Ed è la natura selvaggia la vera protagonista.

Il viaggio di Arlo
(Usa 2015)

REGIA: Peter Sohn
SCENEGGIATURA: Meg LeFauve
MUSICHE: Jeff Danna, Mychael Danna
PRODUZIONE: Pixar Animation Studios
DISTRIBUZIONE: Walt Disney Pictures

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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