di Carlo Benedetti

MOSCA. Ieri, primo gennaio, Harold Adrian Russel Philby avrebbe compiuto i 95 anni. Era nato nel 1912 ed è morto a Mosca nel 1988. Diplomatico e giornalista era stato uno dei maggiori agenti dell’Intelligence (SIS) di Londra e, contemporaneamente, una spia dei sovietici. Una storia, la sua, densa di avventure e di missioni al limite dell’incredibile sino a quel gennaio 1963, quando “scomparve” per riapparire a Mosca in qualità di colonnello del Kgb. Oggi la stampa russa lo ricorda con brevi, ma significative note biografiche. E lo ricordano i suoi vicini di casa, in quel vicolo Triochprudny che si trova nel cuore della vecchia Mosca, nei pressi del laghetto Patriarscij descritto da Bulgakov nelle prime pagine del Maestro e Margherita. E appunto Philby - ormai russificato - amava passeggiare in questa zona per poi mettersi a sedere nella panchina immortalata dal Voland bulgakoviano. Un Philby in pantofole, ma pur sempre carico di storie ed intrighi degli anni della guerra fredda.

di Bianca Cerri

Solo la morte poteva fermare la dirompente fisicità di James Brown, che se n’è andato il giorno di Natale per i postumi di una polmonite. Il suo genio puro e il suo orgoglio nero ci mancheranno. Qualcuno ha detto che non era un’icona come Elvis Presley o Ray Charles ma la sua fine è stata una gran brutta notizia. Il regista Spike Lee ha già annunciato che farà un film sulla vita di James Brown e, del resto, lo stesso leggendario padrino del soul aveva detto che gli sarebbe piaciuto dimostrare in un film che anche un perdente come lui poteva farcela nella vita. Qualcuno magari dirà che il termine “perdente” non si addice molto ad un interprete esplosivo del suo calibro ma è proprio così che lui stesso si definiva. Il suo funerale verrà celebrato oggi ed i suoi resti, dopo la veglia di giovedì nel Teatro Apollo ad Harlem, verranno portati per una nuova veglia nella sala dei concerti che porta il suo nome ad Augusta, in Georgia, la città dove nacque.

di Alessandro Iacuelli

La rete Internet italiana ha iniziato a rallentare progressivamente ai primi di dicembre. Ogni giorno è più lenta. A partire dal 10 dicembre è divenuto generalmente più lento sia l'accesso ai siti sia la trasmissione della posta elettronica. Iniziano i reclami degli utenti presso i maggiori provider nazionali, alcuni dei quali non riescono a fornire spiegazioni. Una spiegazione l'ha data Telecom Italia, la quale sostiene che basta cambiare i “Dns” impostati sul computer per tornare a navigare veloce. Ipotesi, questa, che sinceramente fa sorridere chi tecnicamente conosce il funzionamento della rete delle reti. I “Dns”, acronimo di Domain Name Servers, altro non sono che dei grandi elenchi, che ai nomi dei siti associano i reali indirizzi internet (numerici) delle macchine che li ospitano: gli indirizzi IP. Se fosse vera la spiegazione di Telecom, allora basterebbe navigare usando gli indirizzi IP e non i nomi dei siti, per risolvere il problema.

di Agnese Licata

"Qua se ti vedono di colore o sei puttana o fai le pulizie. Non puoi essere altro per loro". Parla a bassa voce, Margaret Edaqe. La forza di questa piccola donna keniana è tutta in due occhi neri che non hanno paura di guardare dritto in quelli di chi ha di fronte. Con questa voce flebile e con questi occhi decisi, Margaret racconta la quotidianità di una donna di colore in una città - Trieste - che fa della multietnicità la sua bandiera, il suo vanto più grande. Racconta di un lavoro, quello di mediatrice culturale, che troppo spesso è confuso con la semplice traduzione. E si sporge in avanti, si avvicina, quasi per essere sicura che la sua voce e la sua rabbia arrivi dall'altra parte, quando parla del suo Paese, del suo continente, di quest'Africa che piano piano "sta morendo".

di Cinzia Frassi

Come accaduto ad alcuni dei suoi predecessori, anche il ministro Mastella si troverebbe nella scomoda posizione di portare la croce della laicità dello Stato, sancita dalla Carta Costituzionale.
Ad investirlo della questione sarebbe il giudice Luigi Tosti, magistrato ordinario di Camerino e imputato in vari procedimenti penali davanti al Tribunale dell'Aquila, tutti riguardanti la sua richiesta di rimozione del crocifisso dalle aule giudiziarie e il suo contestuale rifiuto di tenere udienze alla presenza sul muro alle sue spalle del simbolo religioso. Molti ministri della Giusitizia, da Claudio Martelli a Giovanni Maria Flick ad Oliviero Dilliberto, furono destinatari, tra gli altri, di missive volte ad ottenere risposte circa l'annosa questione crocifisso si, crocifisso no nella lunga vicenda processuale Montagnana, relativa in particolare all'esposizione del crocifisso presso i seggi elettorali. Ancora, l'ex ministro della Giustizia Castelli si trovò a fare i conti con le polemiche legate ai casi di Adel Smith e della cittadina finlandese, vicende giudiziarie simili per la rimozione dei simboli religiosi dalle aule scolastiche.


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