di Luca Alberini

La data per le elezioni la decide Ciampi, ma come arrivarci lo decide Berlusconi. E quindi, la par condicio non c'è più. Affondata dai berluscones in commissione di Vigilanza Rai a colpi di emendamenti che i commissari dell'Unione non sono riusciti a contrastare. Con un emendamento a sorpresa, la Vigilanza ha introdotto il principio della "proporzionalità" tra le forze politiche, impedendo di fatto l'accesso in tv a tutti quelli che "non costituiscono gruppo parlamentare" o alla Camera o al Senato. Come si è arrivati a tutto questo? E' stato un lavoro di rara minuzia, portato avanti da tutti i rappresentanti della Cdl che hanno presentato un "pacchetto" di 22 emendamenti, corredato dal parere di una serie di "esperti" che hanno contribuito non poco alle proposte di modifica della par condicio. L'Unione, sconfitta dai numeri, commenta l'aggressione della Cdl come "la dimostrazione che Berlusconi è alla disperazione", subito ribattuta dal leghista Caparini per il quale questo inciucio è solo "un'altra norma per i cittadini onesti che garantisce la legittima difesa".

di Alessandro Iacuelli

Tutto secondo copione nella strana emergenza gas di questi giorni.
A dare il fatidico annuncio è il ministro delle Attività produttive Claudio Scajola, che dichiara: "Abbiamo bisogno di chiedere agli italiani un sacrificio". L'ennesimo. Sacrificio in conseguenza di un decreto legge approvato in tutta fretta dal Consiglio dei Ministri che impone un grado in meno nella temperatura del riscaldamento delle abitazioni e degli uffici e, non bastasse, un'ora in meno nella durata del riscaldamento stesso.
Sempre il ministro Scajola fa notare che il decreto "porterà beneficio alla situazione di difficoltà nel gas che abbiamo in Italia" e grazie a questo intervento sarà possibile un risparmio dei consumi pari a 5-10 milioni di metri cubi di gas al giorno. Nonostante questo risparmio nei consumi, precisa poi il ministro di Forza Italia, anche che le misure previste per affrontare l'emergenza gas potrebbero comportare qualche ritocco alle bollette dell'energia, come se non bastassero tutti i rincari degli ultimi anni.

di Patrizia Orlandi

Il governo che voleva fare dell'imprenditorialità il fattore di successo che avrebbe rivoluzionato la pubblica amministrazione, sembra avere uno strano concetto sia della imprenditorialità che della pubblica amministrazione. Il tratto comune a diverse situazioni nelle quali sono stati innestati i criteri di imprenditorialità, dalla scuola, alla sanità, fino all'attività diplomatica e alle aziende quasi-privatizzate, sembra quello di nominare alcuni manager ed affidare loro enormi responsabilità, per poi dileguarsi non prima di aver provveduto a tagliare drasticamente i trasferimenti dallo stato. Il passo successivo è quello di accusare i lavoratori per l'inevitabile fallimento; lavoratori inadatti a "stare sul mercato" o troppo intrisi di "logiche stataliste". Succede nella scuola, è successo con Trenitalia, e in questi giorni abbiamo avuto la certezza che lo stesso destino toccherà all'Alitalia.

di Bruno Ballardini

Silvio Berlusconi L'affare BNL-Unipol, per come è stato utilizzato mediaticamente, è il primo sintomo di una transizione che sta per compiersi: l'era berlusconiana sta finendo. Tutti si stavano preparando a questo, da Fiorani a Consorte, dalla Lega Nord alla sinistra. Ognuno a modo suo. La sortita di Berlusconi in Procura nasce dal tentativo di recuperare punti di credibilità presso l'elettorato erodendoli ai suoi avversari. Ha deciso di farlo da solo, senza consultarsi prima con gli alleati. Sarebbe stato un comportamento politico e lui non è politico. E' qui la sua debolezza maggiore, come pure l'aver fondato un movimento senza basi politiche, ovvero che non si fonda sulla militanza. Ma ciò che ha fatto il presidente del Consiglio in questi ultimi giorni non può essere definito semplicemente "avanspettacolo" come l'ha definito Casini, né può essere ridotto ad una semplice "nota stonata" come ha fatto Maroni.

di Sara Nicoli

Adesso ogni dubbio è davvero fugato: Silvio Berlusconi paga le tasse. E non ci si faccia ingannare dalla propaganda comunista che diffonde informazioni sul fatturato delle sua aziende miracolosamente in ascesa da quando lui è premier: lui non miscela affari e politica, anzi la politica lo ha oggettivamente impoverito e il suo conflitto d'interessi non esiste. Inoltre, diversamente da quanto sostiene la solita propaganda comunista, è riuscito a mantenere fede ad uno dei punti principali del famoso "patto con gli italiani": ridurre le tasse.
A cominciare da se stesso.


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy