di redazione

Più che Inter-Milan sembrava un Celtic-Rangers vecchia maniera. Fatta eccezione per il colpo di genio di Palacio, che con il tacco segna e risolve la partita a cinque minuti dalla fine, il derby milanese di ieri è stato uno dei più mesti degli ultimi anni. Dopo aver fatto la storia del nostro calcio, le due big lombarde si scontrano senza nemmeno una pallida velleità di scudetto, lontane come non mai perfino dalla zona Champions.

E il campo spiega perché: errori a valanga, tasso tecnico generale a dir poco deludente, muscoli e botte come nella miglior tradizione scozzese. E' forse questo il manifesto più chiaro della decadenza del Campionato italiano, ingiustamente considerato per anni il più bello del mondo e ora tristemente ai margini della scena internazionale.

Nel primo tempo gioca meglio il Milan, anche se Poli che sparacchia fuori dallo stadio a porta vuota dopo un'uscita a farfalle di Handanovic. L'Inter è schiacciata, fatica a ripartire, ma si vede anche negare un rigore cristallino per un fallo netto di Zapata su Palacio (che, come dice Caressa, "canta e porta la croce"). Nella ripresa il gioco perde velocità: se i nerazzurri sono stanchi, i rossoneri sono stremati, e in più occasioni si fanno infilare dai raid di Nagatomo e Guarin. Alla fine il capolavoro di Palacio regala la prima gioia a Thohir e l'ennesima notte insonne a Galliani. L'Inter rimane quinta a 31 punti (-2 dalla Fiorentina, +2 sul Verona), mentre il Milan (19 punti) scivola addirittura in 13esima posizione.

Nelle posizioni di testa Juve e Roma confermano la loro supremazia, passeggiando rispettivamente su Atalanta (4-1) e Catania (4-0). I bianconeri sembrano avere qualcosa in più in termini di continuità e compattezza, ma il distacco di 4 punti dai capitolini regalerà uno scontro diretto con le scintille il giorno dell'Epifania.

Perde invece ancora terreno il Napoli, che sabato si fa fermare sull'1-1 dal Cagliari. Al di là delle solite amnesie difensive, Benitez dovrebbe essere preoccupato dalla tenuta atletica del centrocampo: il muro d'inizio stagione si è trasformato in qualcosa di più simile a uno scolapasta. I sardi non demeritano e, nel complesso, il pareggio va stretto a loro. In ogni caso, con 36 punti, gli azzurri sono ancora terzi, ma ormai la Fiorentina è a un passo e bussa alla porta della Champions. A trascinare i Viola, ieri non esaltanti ma comunque vittoriosi per 1-0 sul Sassuolo, è ancora una volta Rossi, sempre più capocannoniere della Serie A con 14 reti.

A un passo dalla zona Europa League c'è il Verona (29 punti), che in casa viaggia come un rullo compressore e continua a parlare di obiettivo salvezza solo per ridicola scaramanzia. L'ultima vittima dei veneti è la Lazio, travolta 4-1. Senza Biava - il solo a rammentare il concetto di anticipo -, la retroguardia biancazzurra si produce nelle solite magre figure: c'è chi ruzzola a terra mentre dovrebbe chiudere una diagonale elementare, chi si scorda di marcare un certo Toni sui calci piazzati.   

La Lazio si fa raggiungere così a quota 20 punti dall'Udinese, che batte 2-1 in trasferta il Livorno. Stessa posizione in classifica per il Genoa, sconfitto 1-0 dal redivivo Bologna, che si scuote dal torpore e esce momentaneamente dalla zona retrocessione grazie a una botta da fuori di Diamanti, in gol dopo nove mesi di digiuno. Gli emiliani agganciano a 15 punti il Chievo, travolto 4-1 da un Torino sempre più bello. I granata, che potrebbero insegnare a molte grandi l'arte del contropiede, ormai occupano in tranquillità la settima posizione con 25 punti. Chiude il quadro della giornata l'1-1 di ordinaria amministrazione fra Sampdoria (Eder ancora in gol) e Parma. 

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Dopo le delusioni in Champions League, Napoli e Juventus si riscattano in campionato e mettono pressione alla Roma, impegnata stasera contro il Milan. La partita più spettacolare è quella della squadra di Benitez, che nel posticipo supera 4-2 l'Inter. Il primo tempo al San Paolo è un vero spettacolo, di quelli che si vedono quando scendono in campo attacchi ispirati e difese ballerine. Il solito Higuaìn apre le danze con un sinistro al volo da applausi, poi regala un cioccolatino d'esterno che propizia il raddoppio di Mertens, seguito dal tap in vincente di Dzemaili. In mezzo, il momentaneo pareggio di Cambiasso dopo un velo geniale di Palacio. Allo scadere Nagatomo accorcia nuovamente le distanze sfruttando una grande di giocata di Guarin (il migliore dei suoi) e una dormita generale della retroguardia azzurra.

Nella ripresa il gioco si fa meno spettacolare. Il Napoli sembra più stanco degli avversari, ma riesce a difendersi, anche con un pizzico di fortuna (clamorosa la parata di faccia del portiere Rafael). Proprio quando l'Inter sembra sulla strada giusta per trovare il nuovo pareggio, subisce l'espulsione (severa) di Alvarez per somma di ammonizioni. Da quel momento a centrocampo non si gioca più: si va da un'area all'altra. I nerazzurri non mollano, ma alla fine è il Napoli a passare ancora, mandando in rete un altro dei suoi gioiellini, Callejon. Da registrare infine il personale siparietto di Pandev, che ce la mette davvero tutta per far sentire almeno un po' personalità in mezzo a tanta concorrenza: il macedone entra in campo, si procura un rigore, lo scippa a Insigne (che non la prende bene...) e lo sbaglia. Alla fine però non conta.

Il Napoli sale a 35 punti, momentaneamente a -2 dalla Roma. L'Inter invece, dopo aver mancato un'infinità di occasioni di agganciare il terzo posto, rimane a quota 28 e scivola in quinta posizione, superata dalla Fiorentina, che sale a 30 punti divorando al Franchi il povero Bologna. Quella dei Viola è una partita pressoché perfetta, condita da gesti di classe rara. Il primo gol è di Ilicic, all'esordio dal primo minuto, ma le perle sono la seconda e la terza rete: prima Borja Valero su assist di Rossi, poi Rossi su assist di Borja Valero. In entrambi i casi, lanci perfetti (quello dello spagnolo addirittura di sinistro), stop perfetti e conclusioni perfette (in particolare il pallonetto dell'attaccante italiano).

Dopo aver perso rovinosamente proprio con la Fiorentina quasi due mesi fa, la Juventus non ha più sbagliato un colpo. Nel pre-posticipo di ieri (alle 18), i bianconeri fanno merenda con il Sassuolo. E' la grande giornata di Tevez, che mette a segno la sua prima tripletta italiana. Il quarto gol è di Peluso, finora il Carneade dello spogliatoio juventino. La squadra di Conte resta quindi prima in solitaria, con 43 punti, mentre i neorverdi di patron Squinzi possono comunque tirare un sospiro di sollievo: con i loro 14 punti sono quartultimi, ad appena una lunghezza dalla zona retrocessione.

A fallire il sorpasso nei confronti del Sassuolo è il Livorno (13 punti), sconfitto 2-0 all'Olimpico dalla Lazio. I biancoazzurri ritrovano una vittoria che mancava in Campionato ormai dal 27 ottobre, e lo fanno grazie a due rientri importanti. Il più ovvio è naturalmente quello di Klose, autore di una doppietta: visto che lo scopo del gioco è segnare un gol in più degli avversari, avere a disposizione un attaccante capace di buttarla dentro non è proprio un dettaglio (ferma restando la simpatia per Floccari, ancora a secco in questo Campionato). L'altro rientro importante è quello di Biava, difensore poco pubblicizzato ma di grande efficacia, in grado di dare alla difesa laziale un ordine e una stabilità impensabili con la coppia di energumeni Ciani-Cana. 

Due punti sopra i capitolini, a quota 22, viaggia un Torino mai così bello da più di 20 anni. I granata battono 2-0 l'Udinese fuori casa con un'interpretazione assai pragmatica dello schema più vecchio del mondo: catenaccio e contropiede. Un gioco semplice, veloce e ben organizzato che è valso al Toro tre vittorie e un pareggio nelle ultime quattro giornate. Velo pietoso sulle solite esternazioni da tragedia greca di Guidolin, che confonde il tunnel del Friuli con il teatro di Siracusa e indossa i panni di Oreste: "Soffro troppo per le sorti della squadra, se sono io il problema mi faccio da parte". Tranquillo Francesco, nonostante la poca serotonina sei un bravo allenatore.

Ultima partita da segnalare è quella fra Chievo e Sampdoria, due squadre in forte ripresa. A spuntarla sono i blucerchiati, che passano 1-0 con il colpo di testa di Eder, incassano il secondo successo consecutivo e pongono fine alla striscia di tre vittorie consecutive dei veneti. Le virtù taumaturgiche di Mihajlovic superano evidentemente quelle di Corini. La Samp arriva così a 17 punti, scavalcando proprio il Chievo, che resta a 15. Chiudono il quadro della 16esima giornata tre pareggi: l'1-1 raggiunto in extremis dall'Atalanta contro il Genoa e gli 0-0 alla camomilla di Parma-Cagliari e Catania-Verona.

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Dal treno di testa si stacca un vagone. Non quello della Roma, che - ancora imbattuta - interrompe la serie di quattro pareggi consecutivi battendo in modo convincente la Fiorentina. A rallentare nuovamente è il Napoli, incapace di andare oltre un rocambolesco pareggio contro la sempre ammirevole Udinese. Gli azzurri perdono così contatto con le prime della classe, portandosi a -5 dai giallorossi e a -8 dalla Juve, ancora prima da sola dopo la vittoria esterna di venerdì (causa Champions) sul Bologna.

La partita della domenica è stata senz'altro quella dell'Olimpico. Il test era di quelli importanti e Garcia ne ricava un paio d'indicazioni essenziali: primo, la Roma può vincere anche senza Totti (è la prima volta che accade quest'anno), a patto che le gambe del centrocampo girino a mille; secondo, in avanti c'è anche Destro. E' proprio l'ex attaccante del Siena a segnare il gol partita, praticamente al primo pallone toccato dopo un infortunio di 10 mesi. Prima di lui, Maicon aveva sbloccato il risultato ballando la samba sulla linea di porta, poi Vargas aveva pareggiato fracassando la rete su un bell'assist dal fondo di Tomovic. Portieri protagonisti con grandi parate, ma alla fine è senz'altro la Roma a meritare: la compattezza difensiva dei padroni di casa neutralizza Rossi, capocannoniere del campionato. Nell'intensità di gioco i giallorossi fanno rivedere la brillantezza delle prime giornate.

Sembra invece aver smarrito qualcosa il Napoli, in particolare a centrocampo. La diga d'inizio stagione inizia a cedere, in particolare per lo scarso rendimento di Inler, e la difesa è esposta a molti più pericoli. Nel 3-3 contro i friulani è grande protagonista Pandev, che mette a segno una doppietta con i soliti movimenti da giocatore di pallacanestro a pochi metri dalla porta. La terza rete azzurra è di Dzemaili, ma ad imbeccare lo svizzero ci pensa Higuaìn, autore anche di un assist per il macedone. L'Udinese ci mette soprattutto un grande cuore, e in un paio di casi anche una discreta dose di fortuna: prima un autogol, poi una valutazione assurda del portiere napoletano Rafael (reo di battezzare alto un tiro che s'insacca passando a mezzo metro dalla traversa), infine un errore clamoroso in marcatura dei partenopei, che su palla inattiva si scordano quasi tutti gli avversai, lasciando Basta libero di pareggiare.

Nel posticipo l'Inter perde l'ennesima occasione di agganciare proprio il Napoli al terzo posto. I nerazzurri pareggiano 3-3 contro il Parma, giocando una partita a due facce: davanti Palacio (autore di una doppietta) è letale, al centro Kovacic (giustamente preferito a Taider) è sempre più direttore d'orchestra, ma dietro ci sono ancora troppi problemi. Gli emiliani sono volitivi, eppure le due reti di Sansone e il gol di Parolo erano tutte evitabili dalla retroguardia interista, disastrosa sia nelle marcature sia nei movimenti della linea per mettere in fuorigioco gli avversari. Perfino Handanovic si esibisce in un'insolita papera.

Di tutt'altra solidità la Juventus, che vince 2-0 a Bologna nonostante la giornata negativa del suo bomber Llorente. Lo spagnolo spreca almeno due occasioni nitide, ma per sua fortuna a segnare ci pensano Vidal e Chiellini. La reattività di Buffon sulle occasioni degli emiliani fa il resto. I giocatori ruotano, ma la convinzione rimane la stessa: dopo il capitombolo di Firenze, i bianconeri hanno infilato 7 vittorie su 7, segnando 15 gol senza subirne nemmeno uno.

La continuità non è invece il punto di forza del Milan (nono con 18 punti), che dopo aver vanamente parlato di "rimonta" sulle prime in classifica deve ringraziare un Balotelli in giornata di grazia se non torna da Livorno con una sconfitta. SuperMario segna prima sottoporta su assist di Kaka, poi con una meraviglia su punizione. A negargli la tripletta sono prima la bravura di Bardi, poi la traversa. La telenovela societaria di Lady B e Mr. Galliani ha abbassato i riflettori sulla testa calda di Balo, che ne ha evidentemente beneficiato. Alla squadra però non basta: per i toscani segnano Siligardi e Paulihno. Alla fine è 2-2.

Sulla carta, la partita più interessante della domenica pomeriggio doveva essere Torino-Lazio. Sul campo non è stato così, ma ai granata va bene: sono loro a imporsi per 1-0. L'uomo partita è il polacco Glik, che ha segnato ai biancazzurri 2 dei suoi 3 gol in Campionato. A questo punto per la Lazio (12esima con 17 punti) è crisi conclamata: una vittoria in 10 partite, tre punti nelle ultime sei giornate, una sola vittoria in trasferta in tutto il 2013. La difesa, in perfetto spirito natalizio, ha la mobilità di un presepe vivente, mentre a centrocampo Hernanes è la controfigura di se stesso. In attacco, orfani di Klose, i ragazzini Perea e Keità giocano bene, ma da soli non possono fare miracoli.

A ridosso della zona Europa, in sesta posizione con ben 25 punti, il Verona interrompe la striscia negativa tornando al successo contro l'Atalanta. I bergamaschi vanno in vantaggio con Denis, ma vengono raggiunti e superati prima dal colpo di testa di Gomez poi dal rigore di Jorginho. Stesso tipo di rimonta per il Cagliari (ora 10imo a 18 punti), che contro il Genoa va prima in svantaggio con un gran gol di Gilardino, poi capovolge il risultato con una doppietta del troppo sottovalutato Marco Sau. La rete del pareggio, in particolare, è un capolavoro di finte in cui a turno cadono tutti i difensori genoani.

Nelle retrovie spicca il terzo successo di fila del nuovo Chievo di Eugenio Corini, che batte 1-0 il Sassuolo fuori casa (rete del solito Théréau) e si porta a 15 punti, mettendo ben due squadre fra sé e la zona retrocessione. Infine, ennesima sconfitta per il Catania, sempre più ultimo a quota 9. Stavolta a sconfiggere i siciliani è la Samp, che archivia la pratica con un 2-0 in casa. Segna prima Eder, poi Gabbiadini con un sinistro a giro che è un capolavoro. Per questi mondiali è probabilmente troppo tardi, ma il futuro della Nazionale potrebbe passare per i piedi del giovane Manolo. 


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In quattro giornate la Juventus recupera 8 punti alla Roma, portandosi da -5 a +3 sui capitolini. L'ultimo allungo a 37 punti è stato però meno semplice del previsto: in uno stadio dominato dai bambini, i bianconeri passano solo al novantunesimo, grazie a un colpo di testa fortunoso ma meritato del solito Llorente, vera arma in più di Conte in questa fase della stagione. L'assenza di Pirlo si sente in termini di minor brillantezza e fluidità, ma alla fine la Vecchia Signora s'impone con grinta e soprattutto con un grande Buffon, autore di almeno tre interventi decisivi sulle belle azioni firmate Di Natale & Co. I friulani si difendono compatti e sanno ripartire, ma se la Juve non subisce gol da sei partite un motivo ci sarà.

I Campioni d'Italia approfittano così del nuovo passo falso della Roma, che senza Totti non riesce più a guarire dalla pareggite. Quello di Bergamo è il quarto punto consecutivo in altrettante partite per i giallorossi, dopo la cavalcata delle 10 vittorie iniziali. I padroni di casa vanno addirittura in vantaggio grazie a una punizione di Brivio, che buca prima la barriera, poi le mani di De Santis, autore della prima papera stagionale. La Roma di lì in avanti assedia gli avversari, ma trova il pareggio solo all'ultimo, quando Strootman (il migliore in campo) trova sottoporta il tap in vincente. In precedenza, un paio di grandi parate di Consigli e soprattutto un rigore negato ai giallorossi per un fallo di mano abbastanza evidente in area, sui cui sviluppi Bradley segna in fuorigioco. Alla fine è 1-1: Roma seconda a 34 punti.

Stesso risultato, ma ancora più amaro, per l'Inter, che - in attesa di Fiorentina-Verona e Lazio-Napoli - butta al vento l'occasione di dare l'assalto al terzo posto. In casa contro la Sampdoria, i nerazzurri giocano un buon primo tempo e vanno avanti con Guarin, che scarica in porta un pallone recapitato da Alvarez dopo una serpentina da applausi. Nella ripresa però gli uomini di Mazzarri calano d'intensità e subiscono la maggiore freschezza degli avversari, evidentemente rinvigoriti dall'approdo di Mihajlovi? in panchina. Il pareggio arriva a un minuto dalla fine con il destro da fuori di Renan, al primo gol in serie A. Una beffa per il neo-presidente Erik Thohir, in tribuna a San Siro accanto al suo predecessore Massimo Moratti. L'Inter rimane quarta a 27 punti e oggi rischia di essere raggiunta dalla Fiorentina.

Rispetto ai cugini, va meglio al Milan, che porta a casa la prima vittoria in trasferta dell'anno. A Catania Balotelli fa rivedere un po' d'impegno: prima segna con una staffilata su punizione il gol del 2-1, poi propizia l'espulsione di Tachtsidis (forse un tantino severa). Purtroppo per i suoi tifosi, sbaglia anche un paio di gol abbastanza semplici e litiga con gli avversari, accusando Spolli di avergli rivolto insulti razzisti. A chiudere i giochi ci pensa quel furbetto di Kakà, che da posizione angolata finta il cross e sorprende il portiere scaricando sul primo palo. Per il Milan (ora ottavo con 17 punti) è il secondo segnale di riscossa dopo la vittoria in Champions contro il Celtic. Ma prima di archiviare il capitolo crisi è necessario attendere scontri più impegnativi, considerando che al momento il Catania è ultimo in classifica con appena 9 punti.

Poco sopra i rossoneri, a quota 19, c'è il Genoa, che sabato se la vede brutta in casa contro il Torino, ma alla fine riesce a strappare un pareggio. Gli ospiti passano per primi con un tiro della domenica di Farnerud deviato da El Kaddouri. Nel primo tempo i granata dominano, ma non riescono a chiudere la partita e, nella ripresa, subiscono il pareggio di Biondini su splendido assist del giovane Fetfatzidis. Da segnalare due miracoli di Perin, che a distanza di pochi secondi salva la porta ligure prima su Cerci, poi su Immobile.

Nella parte bassa della classifica, altri pareggi. Il Sassuolo getta al vento un'occasione d'oro di allontanarsi ancor di più dalla zona retrocessione: in casa del Cagliari va in vantaggio nel primo tempo per 2-0 con le reti di Marzarati e Zaza, ma nella ripresa si fa raggiungere dai sardi, a segno con Nenè e Sau. Un risultato che non serve a nessuno, anche perché nel frattempo il Chievo schianta 3-0 il Livorno e lo raggiunge a 12 punti, a ridosso proprio di Sassuolo (14) e Cagliari (15). Per i veneti è la seconda vittoria consecutiva, mentre i toscani incassano la terza sconfitta in altrettante partite.

Sale a quota 12 anche il Parma, che nell'altro anticipo pareggia 1-1 con il Bologna. Passano prima gli emiliani con il solito Koné (il più in forma della squadra), poi a pareggiare ci pensa Cassano, che si esibisce in una volé di piatto sul palo lungo. E' il 100esimo gol in Serie A per Fantantonio e, forse, anche il più bello.




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Un portiere serbo scalza la Roma dal primo posto. Si chiama Vlada Avramov, difende i pali del Cagliari, e lunedì sera all'olimpico para tutto il parabile. I giallorossi, dopo la sfilza di vittorie iniziale, per la terza volta consecutiva non vanno oltre il pareggio e per la prima volta dall'inizio del Campionato cedono la testa della classifica. Il controsorpasso non riesce: la Juventus è prima in solitaria, anche se solo di una lunghezza, a quota 34 punti.

Agli 11 di Garcia non si può rimproverare mancanza d'impegno. E' probabilmente il tipo di gioco a imporre di rallentare sul lungo periodo. Senza alcuna punta di ruolo, i romanisti hanno come armi principali il ritmo, la velocità e l'intensità del pressing. Il bomber che sbriglia da solo la matassa, con Totti infortunato, manca. La squadra attacca sempre in massa, ma, appena le gambe iniziano a girare più lentamente, l'efficacia dell'intero sistema di gioco cala vistosamente. La Roma però non molla, ci crede fino alla fine: praticamente metà della squadra arriva al tiro in porta, ma un po' di sfortuna (il palo clamoroso di Gervinho) e la serata di gloria di Abramov (parate da campione quelle su Strootman e Maicon) negano la rete al terzo miglior attacco del Campionato. Da parte sua, il Cagliari si difende con ordine e coraggio, rischiando anche in più occasioni di sbancare l'Olimpico. Ma alla fine è 0-0.

Al contrario della Roma, la Juve un bomber l'ha trovato. Domenica la nuova capolista supera 2-0 fuori casa il Livorno con una prestazione superlativa di Llorente. Lo spagnolo mette a segno il primo gol con una volé di piatto spettacolare, poi serve a Tevez l'assist per la rete della sicurezze, mettendo in mostra grandi capacità fisiche nella protezione della palla. Una qualità anomala per un attaccante inserito negli schemi di Conte, ma è indubbio che proprio il basco sia il giocatore più in forma della rosa juventina, capace di dare al reparto offensivo quella pesantezza che era mancata nelle ultime stagioni.

Subito dietro l'accoppiata di testa, inizia il valzer delle sorprese. La più clamorosa è senz'altro quella che si consuma al San Paolo, dove il Napoli si fa superare dal Parma. I gialloblù passano 1-0 con un bel gol di Cassano, preciso nel diagonale ma lasciato incredibilmente libero dalla difesa azzurra. Benitez deve sperare che i suoi avessero già la testa alla partita di Champions contro il Dortmund, perché la squadra vista in campo domenica sembra aver fatto molti passi indietro sul fronte del gioco, in particolare per quanto riguarda la tenuta a centrocampo: quando uno a turno fra Berhami e Inler non è in giornata, la diga si rompe e le occasioni per gli avversari fioccano.

La sconfitta dei partenopei dà all'Inter l'occasione di agganciare il terzo posto, ma i nerazzurri non la sfruttano, lasciandosi fermare sull'1-1 dal Bologna. Gli emiliani passano addirittura in vantaggio (segna Koné su azione di contropiede), poi i ragazzi di Mazzarri pareggiano con un diagonale deviato di Jonathan. Di lì in avanti le occasioni per l'Inter si sprecano, ma incredibilmente la palla non entra mai e alla fine la chance di raggiungere la zona Champions sfuma. Non un esordio da ricordare per il nuovo presidente indonesiano, Erick Thohir. 

Peggio dell'Inter la Fiorentina, che spreca la possibilità di scalare una posizione in classifica (e proprio a danno dei nerazzurri), rimanendo nella quinta casella a quota 24 punti. I Viola tornano sconfitti da Udine, non riuscendo a rimontare la rete messa a segno nel primo tempo Heurtaux. Un risultato davvero difficile da pronosticare, visto il buon momento di forma dei toscani e il periodo depressivo dei friulani, che invece si risollevano e arrivano a 16 punti. La Fiorentina deve fare i conti per la prima volta con i limiti della rosa: Rossi non può risolvere tutte le partite da solo, e a centrocampo Borja Valero non è più il geometra infallibile dell'anno scorso.    

Fuori dalla zona Europa, cade clamorosamente anche il Verona, superato all'ultimo secondo (e in casa) dai perfidi cugini del Chievo, che con questi tre punti prendono una boccata d'ossigeno e si portano a 9 punti: sempre ultimi in classifica, ma ora alla stessa altezza del Catania e a soli due punti dalla terzultima.

Perde invece l'occasione di uscire dalla zona retrocessione la Sampdoria, che subisce il pareggio della Lazio a pochi istanti dalla fine. I padroni di casa - evidentemente rinvigoriti dall'arrivo in panchina di Mihajlovic - ci mettono almeno il cuore, e nel secondo tempo - pur essendo in inferiorità numerica - vanno in vantaggio con un gol da paperissima di Soriano, abile a sfruttare la goffaggine in disimpegno della retroguardia biancoceleste. Gli uomini di Petkovic (che in tutto il 2013 hanno vinto una sola partita in trasferta) si salvano grazie a un'inusitata prodezza d'attaco di Cana, ruvido difensore centrale con assai sporadici raptus da bomber.     

Il pareggio della Lazio farebbe comodo al Milan, ma anche i rossoneri incappano nell'ennesimo stop stagionale. Succede tutto in 8 minuti: De Jong s'inventa assistman per un giorno e serve a Kaka un lancio perfetto per l'1-0. Poi l'ex di turno, il buon vecchio Gilardino, pareggia sparando sotto la traversa un rigore sacrosanto.

Il Milan (13 punti) si fa così scavalcare in classifica dal Torino, che strapazza 4-1 un Catania troppo brutto per essere vero. Stupisce invece in positivo il Sassuolo, che batte 2-0 in casa l'Atalanta e si porta a 13 punti, mettendosi dietro ben cinque squadre. Una vera e propria seconda vita per i neroverdi, che dopo le prime giornate sembravano destinati a una retrocessione senza appello, simile a quella del Pescara l'anno scorso.


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