di Sara Michelucci

Due personaggi completamente diversi tra loro. E nonostante le divergenze, la passione sboccia lo stesso. La nuova commedia di Lucas Belvaux, Sarà il mio tipo?, racconta la storia d’amore fra il professore di filosofia Clément e Jennifer, una parrucchiera con poche aspettative. Lui è brillante e colto. Si è trasferito da Parigi nella piccola cittadina Arras, nel Nord della Francia. Legge i grandi filosofi, come Kant e ha una vita piuttosto casalinga.

Jennifer, invece, è esuberante e vive fieramente ad Arras. Appassionata di romanzi rosa e di uscite nei locali con le amiche, dove si esibisce cantando nei karaoke, ha decisamente pochissimo in comune con il tenebroso professore che non crede nella vita di coppia. I due, però, sono attratti l’un l’altro. Anche se dovranno fare i conti con le barriere culturali e sociali che si inframmezzano nella loro storia.

Tratto dal romanzo Non il suo tipo, di Philippe Vilain, il film riesce a tenere alta l’attenzione dello spettatore, utilizzando un’ironia sofisticata, che non scade nel banale. Buona la costruzione dei personaggi, che sanno alternarsi tra di loro, facendo emergere proprio della dualità di cui ha bisogna la storia per poter decollare.

Una dicotomia che risulta essere vincente e che offre al racconto uno spunto per parlare di relazioni amorose in modo divertente, ma allo stesso tempo serio. I due provano a scambiarsi i ruoli: lui balla e lei cerca di leggere Kant, alternandosi in una raffinata storia d’amore destinata a scontrarsi con due modi di guardare la vita molto diversi.

Sarà il mio tipo? (Francia 2014)

Regia: Lucas Belvaux
Sceneggiatura: Lucas Belvaux
Attori: Émilie Dequenne, Loïc Corbery, Sandra Nkake, Charlotte Talpaert, Anne Coesens, Daniela Bisconti, Didier Sandre, Martine Chevalier

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Parlare della morte della propria madre non è certo cosa facile. Ma Nanni Moretti non delude e regala con il suo nuovo lavoro, Mia Madre, uno spaccato di vita intenso e mai scontato, dove si ride e si piange allo stesso tempo. Il dolore è qualcosa che si insinua tra le pieghe della vita, quasi fosse una taglio attraverso cui guardare, ma difficile da arginare. Proprio come l’acqua che invade l’appartamento di Margherita, interpretata da una brava Margherita Buy.

Una regista di successo che sta lavorando a un film con protagonista il famoso attore americano, Barry Huggins (John Turturro). La sua è una vita quasi totalmente inglobata dal lavoro. Si è separata dal marito, ha una relazione con un attore del set, che si è però ormai consumata, e deve vedersela anche con i problemi adolescenziali di sua figlia Livia.

Dall’altra parte c’è il fratello Giovanni, interpretato da Nanni Moretti. È lui la spalla su cui Margherita si appoggia per accudire la madre,  gravemente malata. Lui cucina, è sempre disponibile, non perde mai la calma. Mentre Margherita è il contrario.

Attraverso il suo personaggio Moretti parla di se stesso, ma anche del ruolo del regista, “uno stronzo a cui voi permettete di fare tutto”, dice testualmente Margherita al suo staff. Ma anche il ruolo dell’attore è messo a nudo da Moretti attraverso Barry Huggins, dove la voglia di uscire dal personaggio e di tornare alla vita ‘vera’ è ben esemplificata nella frase urlata da Turturro “Recitare è una perdita di tempo”.

Realtà e finzione, allora, si confrontano e si confondono ed è in questo alternarsi che Margherita dovrà trovare la sua strada e la sua serenità.

Mia madre
(Italia 2015)
Regia: Nanni Moretti
Sceneggiatura: Nanni Moretti, Francesco Piccolo, Valia Santella
Attori: Nanni Moretti, Margherita Buy, John Turturro, Giulia Lazzarini, Beatrice Mancini
Casa di produzione: Sacher Film, Fandango, Le Pacte, Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
Fotografia: Arnaldo Catinari
Montaggio: Clelio Benevento
Scenografia: Paola Bizzarri




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Azione e passione nel nuovo film di Kevin Macdonald, Black Sea. Il capitano di sommergibili Robinson, interpretato da un bravo Jude Law, ha una vita private piuttosto disastrosa: un divorzio alle spalle e un figlio adolescente con cui non ha quasi alcun rapporto. Per di più viene licenziato dalla società di recupero relitti per cui lavora. Decide allora di recuperare un carico d'oro disperso nel Mar Nero durante la Seconda Guerra Mondiale.

Con un mezzo ed un equipaggio di fortuna, inizia una pericolosa avventura. A bordo di un sottomarino il capitano parte per un viaggio che si rivelerà molto più ostico del previsto, dove il pericolo è sempre dietro l’angolo.

Il film ha sicuramente la capacità di tenere alta l’attenzione del pubblico, dosando con sapienza la suspense, ma non cadendo nel ridicolo o nel troppo assurdo. Il film è anche una chiara ‘lotta’ contro un sistema che emargina e fa vivere una crisi piena, che prende di mira la sfera personale e umana, mettendo l’individuo di fronte alle proprie paure.

Una metafora, dunque, della società odierna, dove la decadenza economica, ma anche morale, costringe l’uomo a reinventarsi, ma anche a un imbruttimento in cui quasi non riconosce più se stesso.  

Black Sea (Gran Bretagna 2015)


REGIA: Kevin Macdonald
SCENEGGIATURA: Dennis Lee Kelly
ATTORI: Jude Law, Scoot McNairy, Jodie Whittaker, Konstantin Khabenskiy, June Smith
FOTOGRAFIA: Christopher Ross
MONTAGGIO: Justine Wright
MUSICHE: Ilan Eshkeri
PRODUZIONE: Cowboy Films, Etalon Film, Film4
DISTRIBUZIONE: Notorious Pictures

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Tommaso e Carla hanno due figli, molto diversi tra loro. La maggiore è Bianca, una ragazza senza interessi, superficiale e senza alcuna vera passione. Una sorta di mentecatta. Andrea, invece, è brillante, iscritto a Medicina, vuole seguire le orme del padre, stimato cardiochirurgo. Ma Andrea sembra cambiato nell’ultimo periodo, come se nascondesse un segreto. Si isola spesso nell’intimità della sua cameretta e la sera esce senza dire ai genitori dove va.

Il dubbio, che si insinua nella famiglia e che diventa quasi una certezza, è che Andrea sia gay. Inizia così la commedia di Edoardo Falcone, Se Dio vuole, che vede protagonisti Marco Giallini, Alessandro Gassman, Laura Morante, Ilaria Spada.

Tommaso detesta le discriminazioni e si troverà ad affrontare il ‘coming out’ del figlio non senza ansie. Andrea raduna la sua famiglia, prende il coraggio e confessa il suo segreto: “Ho incontrato una persona che ha cambiato la mia vita e quella persona si chiama Gesù. Per questo ho deciso di diventare sacerdote”.

A questo punto la situazione diventa a tratti grottesca, soprattutto alla luce del fatto che Tommaso è un ateo convinto e un figlio prete è qualcosa che non può davvero digerire. Ma lui è un uomo che si è sempre dimostrato tollerante e quindi finge di dargli appoggio totale, ma inizia a seguirlo di nascosto, cercando di fare il possibile per dissuaderlo. Scopre, così, che il mentore del figlio è don Pietro, un sacerdote ‘anomalo’ che gli aprirà un mondo.


Una commedia divertente, che allo stesso tempo affronta il rapporto tra genitori e figli guardandolo alla luce delle scelte diverse che spesso sembrano dividere le due generazioni. Bravi sicuramente gli attori che danno una verve in più alla storia, che non brilla eccessivamente in originalità.

Se Dio vuole (Italia 2015)

REGIA: Edoardo Falcone
SCENEGGIATURA: Edoardo Falcone, Marco Martani
ATTORI: Marco Giallini, Alessandro Gassmann, Laura Morante, Ilaria Spada, Edoardo Pesce, Enrico Oetiker
FOTOGRAFIA: Tommaso Borgstrom
MONTAGGIO: Luciana Pandolfelli
MUSICHE: Carlo Virzì
PRODUZIONE: Wildside
DISTRIBUZIONE: 01 Distibution

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Sara Michelucci

Un film sulla diversità, ma anche sulla formazione e la crescita che porta lo spettatore a confrontarsi con scelte non semplici. La Famiglia Belier, nuovo lavoro di Eric Lartigau, racconta la storia di Paula (Louane Emera), primogenita sedicenne che vive in una famiglia, i cui componenti sono tutti sordomuti. La ragazza ha una spiccata dote per il canto. Capacità di cui si accorgerà ben presto anche il suo insegnante di musica, il quale la spingerà a partecipare alle selezioni per una nota scuola di canto parigina.

Ma Paula è un ‘contatto’ indispensabile tra il mondo estero e i suoi genitori e il fratello minore, preziosa per il funzionamento della loro fattoria. Nella vita di tutti i giorni, Paula svolge il ruolo indispensabile di interprete dei suoi familiari.

Sarà quindi, la sua, una scelta di vita da non prendere a cuor leggero, anche perché significherebbe la distanza dalla sua famiglia, ma anche un passaggio inevitabile all'età adulta. Paula, però, come tutte le adolescenti, sogna una vita diversa e la scoperta del talento di cantante cambierà per sempre il suo destino.

Un film sicuramente interessante dal punto di vista emotivo e della costruzione dei personaggi, che punta molto sulla capacità stessa dei singoli attori di dare risalto alla storia.

Se in Figli di un dio minore la disabilità era vista all’interno di un rapporto di coppia, con la presenza di un’attrice realmente sorda (Marlee Matlin) in questo caso si tratta sempre del rapporto della disabilità con l’amore e i sentimenti, ma all’interno di rapporti familiari.

Un tema sicuramente complesso, dove il rapporto solidale tra i singoli membri diventa il cardine per tenere in piedi l’intera storia.

La Famiglia Belier (Usa 2014)

REGIA: Eric Lartigau
SCENEGGIATURA: Stanislas Carre' De Malberg
ATTORI: Karin Viard, François Damiens, Eric Elmosnino, Roxane Duran, Louane Emera, Ilian Bergala, Mar Sodupe
FOTOGRAFIA: Romain Winding
MONTAGGIO: Jennifer Augé
MUSICHE: Evgueni Galperine, Sacha Galperine
PRODUZIONE: Jerico, Mars Films, France 2 Cinéma
DISTRIBUZIONE: BIM

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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