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di Sara Michelucci
Una nuova “mission” per Tom Cruise, ma stavolta dal sapore fantascientifico. L’attore hollywoodiano è infatti il protagonista di Oblivion, science fiction film del regista Joseph Kosinski basato sull’inedita graphic novel di Radical Comics. Omaggio ai film di fantascienza degli anni Settanta, come ha sottolineato il regista, Oblivion racconta le peripezie di un ex Marine, Jack Harper, che a seguito di una invasione aliena 60 anni prima, che ha quasi distrutto la Terra, è uno degli ultimi esseri umani di stanza sul pianeta.
Jack vive in una torre sospesa sopra la Terra, dove lui e la sua collega Victoria (Andrea Riseborough) fanno parte di un'operazione per sconfiggere le restanti forze aliene ed estrarre risorse residue dal pianeta. Jack e Victoria mantengono i contatti con la civiltà tramite un collegamento video con il loro comandante, Sally (Melissa Leo). Jack ha costanti flashback e sogni ricorrenti, con le immagini di New York prima dell'invasione e di una donna sconosciuta. Ad assistere Jack nel suo lavoro di “pulizia” ci sono i “droni”, sofisticate macchine aeree che distruggono ogni forma di vita aliena.
Il fumetto la fa da padrone, contaminando la struttura del film attraverso dinamiche e personaggi propri e innescando un processo di mixaggio narrativo decisamente interessante e che sta diventando parte costante dell’ultima cinematografia del genere. Non si rinuncia però all’avventura, con scene che tengono con il fiato sospeso e che vedono Cruise sfruttare a pieno la propria fisicità, come per altro gli è toccato fare nei recenti film che ha interpretato.
Il corpo attoriale, dunque, torna ad essere dimora delle dinamiche del film e sulla figura dell’attore si incentra la pellicola, con il regista che sceglie di incanalare il suo lavoro all’interno di dinamiche più consuete. E sono le immagini e i suoni, più che le parole, ad avere la meglio, creando un’architettura davvero interessante e che porta verso mondi nuovi.
Oblivion
Regia: Joseph Kosinski
Sceneggiatura: Joseph Kosinski, Michael Arndt
Attori: Tom Cruise, Morgan Freeman, Nikolaj Coster-Waldau, Olga Kurylenko, Zoe Bell, Melissa Leo, Andrea Riseborough
Fotografia: Claudio Miranda
Produzione: Chernin Entertainment, Radical Pictures, Universal Pictures
Distribuzione: Universal Pictures Italia
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di Sara Michelucci
I legami familiari al centro dell’attenzione de I Croods (The Croods), film d’animazione scritto e diretto da Kirk De Micco e Chris Sanders e con le voci di Nicolas Cage, Ryan Reynolds, Emma Stone e Catherine Keener. Il film, prodotto dalla DreamWorks Animation, è decisamente un bell’esempio di quando i cartoon posso veicolare temi importanti come, appunto, quello della famiglia e della crescita.
Grug è il patriarca di una famiglia preistorica che, dopo un terribile terremoto, è costretto a dover lasciare la propria casa. Assieme alla moglie Ugga, ai figli Hip, Tonco e Sandy e alla suocera Nonna parte alla ricerca di un nuovo posto dove abitare e durante il viaggio incontra Guy, un ragazzo nomade di cui Hip si innamora. Guy farà conoscere alla famiglia il mondo del domani e ciò renderà la vita di Grug frustrante, dato che è molto legato alle tradizioni. Ritorna anche il tema del viaggio, momento di scoperta e di incontri, che apre la mente ed è strumento di insegnamento prezioso.
Non mancano i toni da commedia, che divertono ma allo stesso tempo mettono l’accento su alcune questioni, come l’adolescenza, che non cambia da un’epoca ad un’altra. I sentimenti che sottostanno a questo particolare momento della vita sono sempre gli stessi e vengono ben delineati in questo racconto.
Il film è stato proiettato in anteprima il 15 febbraio 2013 alla sessantatreesima edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino. Interessante anche la colonna sonora, interamente composta da Alan Silvestri, con l’esclusione di una traccia composta dagli Owl City e cantata da Yuna.
I Croods (Usa 2013)
regia: Kirk De Micco, Chris Sanders
sceneggiatura: Kirk De Micco, Chris Sanders
attori: Nicolas Cage, Ryan Reynolds, Emma Stone, Catherine Keener, Cloris Leachman, Clark Duke, Chris Sanders, Randy Thompson, Francesco Pannofino, Laura Boccanera, Luigi Morville, Rosalia Misseri, Emiliano Coltorti, Paola Giannetti
fotografia: Yong Duk Jhun
montaggio: Eric Dapkewicz, Darren T. Holmes
musiche: Alan Silvestri
produzione: DreamWorks Animation
distribuzione: Twentieth Century Fox
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di Sara Michelucci
Pedro Almodovar torna alle origini del suo cinema e alla commedia dai colori accessi e dalle non troppo ammiccanti allusioni sessuali. Tanto che non mancano, all’inizio del film, nemmeno i cameo di due suoi attori feticcio, come Penelope Cruz e Antonio Banderas. Con Gli amanti passeggeri, il regista spagnolo usa toni decisamente surreali per raccontare una storia interamente ambientata su un aereo in panne e che gira sopra la città di Toledo, in attesa di poter effettuare un atterraggio di emergenza.
A causa, infatti, di un errore di due incauti operatori, un Airbus della compagnia spagnola Peninsula partito da Madrid e diretto a Città del Messico ha un’avaria e mentre si cerca una pista libera e attrezzata, sull’aereo accadranno le cose più impensabili. Joserra, Fajas e Ulloa, i tre steward gay responsabili della business class, dopo un siparietto musicale si daranno da fare con sesso e alcool, coinvolgendo anche i passeggeri per cercare di evitare il panico.
Dopo aver drogato tutti i passeggeri della classe turistica, cercano di intrattenere quelli della business, convincendoli che non ci sia nulla di male. E così paure, desideri e segreti di questo curioso gruppo di persone cominceranno a venir fuori. Joserra è alcolizzato e amante del pilota Alex, sposato e con figli, e non sa più mentire; Fajas è invece attratto dal co-pilota Benito, omosessuale represso. Bruna è una sensitiva che cerca di perdere la sua verginità proprio sul volo in questione; il signor Mas è invece un impresario in fuga da affari poco puliti, che tenterà di riconquistare sua figlia, scappata di casa e avvezza al sadomaso.
Non manca poi la classica coppia di neosposi, che ben presto si rivelerà non tanto consueta: i due sono tossicodipendenti e non sanno amarsi senza prendere qualche sostanza. Poi c’è Norma, pornodiva in declino; Ricardo, attore che non ha fatto altro nella sua vita che prendere in giro le donne. Infine, il misterioso Infante, un sicario che però ha deciso di risparmiare la sua vittima. Il volo sarà per ognuno di questi personaggi un modo per riflettere su loro stessi e sulla loro vita. E il finale, molto simpatico, è decisamente chiarificatore.
Non possiamo certamente dire che sia il miglior film di Almodovar. Manca, infatti, quella attenta analisi nella dimensione sentimentale che il regista spagnolo ha saputo regalare con diversi film, tra cui Tutto su mia madre. Però non dispiace una certa leggerezza di cui il regista si riappropria, quasi fosse un talismano contro la morte e verso una rinascita amorosa.
Gli amanti passeggeri (Spagna 2013)
regia: Pedro Almodovar
sceneggiatura: Pedro Almodovar
attori: Penélope Cruz, Javier Cámara, Antonio Banderas, Carlos Areces, Paz Vega, Raúl Arévalo, Blanca Suárez, Lola Dueñas, Cecilia Roth, José María Yazpik, Hugo Silva, Antonio de la Torre, Miguel Ángel Silvestre, Carmen Machi
fotografia: José Luis Alcaine
montaggio: José Salcedo
musiche: Alberto Iglesias
produzione: El Deseo S.A.
distribuzione: Warner Bros. Italia
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di Sara Michelucci
Successo di botteghino, ma non solo, per Il lato positivo - Silver Linings Playbook, il film diretto da David O. Russell e tratto dal romanzo di Matthew Quick, L’orlo argenteo delle nuvole, che è valso l’Oscar 2013 come migliore attrice protagonista a Jennifer Lawrence. La pellicola, girata interamente nello stato americano della Pennsylvania tra le città di Filadelfia, Delaware County e Ridley Park, ha infatti ricevuto otto nomination agli Academy Awards.
La storia vede protagonista Pat Solitano, uomo che ha perso tutto: sua moglie, la sua casa e il suo lavoro. Torna così a vivere con i genitori, dopo aver passato otto mesi in un istituto psichiatrico. Ma non vuole arrendersi e si metterà all’opera per rimettere in sesto la sua vita e riconquistare la moglie. Ed è qui che entra in scena Tiffany, misteriosa e problematica ragazza, la quale si offre di aiutare Pat a riconquistare la moglie, consegnandole una lettera al suo posto, ma solo se lui farà qualcosa di veramente importante per lei in cambio, ovvero partecipare insieme a una famosa gara di ballo.
Ma non è il solo rapporto a dover aggiustare. Pat, infatti, ha serie problemi anche con il padre, uno scommettitore incallito col sogno di aprire un ristorante, e pure con il fratello Jake, che lo ha sempre messo in ombra. Le silver linings (fodere d’argento) stanno a significare le buone intenzioni che il protagonista tenta di seguire.
Tutto è concentrato sul concetto di equilibrio, tematica decisamente forte, e sulla difficoltà di far quadrare il cerchio, di fare sempre la cosa giusta e corretta, rispettando se stessi e gli altri e tentando di ricominciare dopo aver sbagliato. La cosa interessante di questo film sono proprio i personaggi: persone fuori dal comune e dagli schemi classici dell’amore, un po’ svitati e un po’ svaniti, ma che hanno la capacità di mettere l’accento su quelle che sono le dinamiche concrete della vita.
Il lato positivo - Silver Linings Playbook (Usa 2012)
regia: David O. Russell
sceneggiatura: David O. Russell
attori: Bradley Cooper, Jennifer Lawrence, Robert De Niro, Julia Stiles, Taylor Schilling, Chris Tucker, Shea Whigham, Dash Mihok, John Ortiz, Anupam Kher, Jacki Weaver, Bonnie Aarons, Brea Bee
fotografia: Masanobu Takayanagi
montaggio: Crispin Struthers, Jay Cassidy
musiche: Danny Elfman
produzione: Mirage Enterprises, Weinstein Company
distribuzione: Eagle Pictures
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di Sara Michelucci
L’educazione siberiana è quella con cui si crescono i piccoli abitanti di un povero villaggio in Transnistria, nella Moldavia Orientale, che fanno parte di un clan criminale. Il piccolo Kolima cresce sotto la diretta sorveglianza del nonno (John Malkovich) che gli insegna tutti i rituali del clan a cui appartiene, dall’uso del coltello alla lettura dei tatuaggi che hanno un grande significato per il loro villaggio, perché raccontano la storia dell’uomo che li ha impressi sulla sua carne. Gabriele Salvatores scegli il libro di Nicolai Lilin, Educazione Siberiana, per realizzare un film ‘fuori dalle sue corde’, molto diverso dalla filmografia che lo rappresenta.
Kolima cresce in simbiosi con l’amico Gagarin, molto più violento e fuori dalle regole di quanto lo sia lui. Il nonno, capo della comunità siberiana, insegna loro come la vita debba essere affrontata nel rispetto di rigide regole, a partire dal rispetto nei confronti dei deboli e del disprezzo di alcune categorie sociali come polizia, banchieri, spacciatori e usurai. Ma quando Gagarin verrà catturato, dopo un furto a un camion della polizia e condannato a scontare 7 anni di carcere, le vite di questi ragazzini cambieranno inesorabilmente.
Gagarin non è più lo stesso di prima. La tendenza alla violenza e l’incapacità di provare sentimenti veri emergeranno e condizioneranno la vita di tutti, anche della tenera Xenya, ragazza dalla mente semplice, figlia del nuovo medico del quartiere, che sconterà per prima la sua violenza. Il film è stato presentato da Gabriele Salvatores al Courmayeur Noir in Festival il 12 dicembre 2012, mentre il primo trailer è stato diffuso online il 18 dicembre 2012.
Nonostante l’opera di per sé funzioni a livello registico, ci si aspettava forse qualcosa di più nell’analisi dei singoli personaggi, come nel finale. Si passa con troppa velocità da un avvenimento ad un altro, senza soffermarsi troppo su alcune dinamiche e risultando un po’ frettoloso a livello narrativo. Quasi a voler mettere il più possibile di quell’affascinante racconto, contenuto nel libro di Lilin, all’interno delle due ore di durata del film.
Educazione Siberiana (Italia 2013)
Regia: Gabriele Salvatores
Sceneggiatura: Stefano Rulli, Sandro Petraglia, Gabriele Salvatores
Attori: John Malkovich, Arnas Fedaravicius, Vilius Tumalavicius, Eleanor Tomlinson, Peter Stormare
Fotografia: Italo Petriccione
Montaggio: Massimo Fiocchi
Produzione: Cattleya e Rai Cinema, Riccardo Tozzi, Giovanni Stabilini e Marco Chimenz
Distribuzione: 01 Distribution