di Roberta Folatti

Dalle fogne alle stelle Michelin

Un film d’animazione ogni tanto, soprattutto se è opera della Pixar, fa davvero bene. Anche a noi grandi. Ratatouille lascia incantati per quanto è curato in ogni dettaglio e per la solidità della storia, che vuole essere anche una parodia di un certo mondo e di certe esagerazioni. Siamo a Parigi, all’interno di un rinomato ristorante, che da quando ha perso il suo prestigioso chef naviga in acque piuttosto agitate. A dare un’ulteriore scossa compare all’improvviso Remy, un personaggio dall’olfatto sublimamente sviluppato e con un talento per la cucina unico. Chi meglio di lui può far tornare il ristorante ai fasti del passato, quando ai fornelli c’era l’idolatrato Gusteau?

di Roberta Folatti

Una comoda verità

Mara non è solo una ragazza carina, è piena di vita, aperta, curiosa. Una che ha scelto di vivere senza ipocrisie e condizionamenti, seguendo l'ispirazione del momento. Una che si sente bene dappertutto perchè in ogni luogo trova qualcosa per nutrire la sua sete conoscenza.
Quando una persona così irrompe nel sonnacchioso tran tan di un paesino sulle rive del Po, diventa subito l’oggetto della curiosità e del desiderio di molti uomini. E può sconvolgere qualche equilibrio.

di Roberta Folatti

La morte non è una cosa seria

L'ultimo film di Frank Oz sembra la saga del "politicamente scorretto". Tutto viene desacralizzato, a partire dalla morte. Quel che succede in poche ore durante un funerale alto-borghese, celebrato in un'austera residenza inglese, è il compendio di tutte le possibili farse sull'argomento.
Si parte dallo scambio di bare per arrivare agli uomini nudi sul tetto, passando per gag che prendono in giro nani, ipocondriaci, vecchi in carrozzina e chi più ne ha più ne metta. Il pubblico in sala ride, molto, anche se non tutte le trovate sono particolarmente riuscite e la qualità a tratti precipita.

di Roberta Folatti

L’arte non ci salva da noi stessi

Luca parla attraverso la musica. Solo davanti a un pianoforte riesce a sbrinare il suo mondo emotivo - solitamente tenuto a freno, cristallizato, sottoposto a ferrea sorveglianza. Anche da piccolo, quando viveva in Mozambico con i suoi genitori e i suoi tre fratelli, era un bambino un po’ diverso, più riflessivo e controllato degli altri. A tratti poteva apparire triste, ma la sua non era vera e propria tristezza, più un timore di essere sopraffatto dalla violenza delle emozioni. Quelle belle e quelle più contrastanti, difficili da gestire, come il mix di rabbia, nostalgia, amore che provava per il padre al momento delle sue frequenti partenze. Geologo di fama, era sempre in giro per il mondo e Luca ogni volta si sottraeva al rito dei saluti, facendolo arrabbiare, salvo poi inseguire la sua auto quand’era troppo tardi.

di Roberta Folatti

Le multinazionali coi piedi d’argilla

Non è un procedimento nuovissimo, alludere, seminare indizi, risvegliare l’attenzione dello spettatore fino a che trama e personaggi non escono dalla nebbia iniziale. Il regista Tony Gilroy lavora per una buona mezz’opra sull’accumulo di dettagli e sulla definizione dei caratteri, squarciando lentamente il velo che circonda la storia.


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