di Roberta Folatti

Il circo che cambia la vita

La notizia è di un paio di giorni fa, un ragazzino rumeno che viveva in una zona dismessa di Sesto San Giovanni è morto carbonizzato in un rogo causato da alcune candele, usate per illuminare quelle stanze in disuso. Era in Italia con suo fratello, si alzava ogni mattina alle cinque per andare a chiedere qualche euro agli automobilisti di passaggio. Un fatto del genere impressiona in modo particolare se si è appena usciti dal film Parada, che ha come protagonista un gruppo di bambini rumeni, i cosiddetti boskettari, che vivono da randagi nelle fogne e nei canali di Bucarest.

di Roberta Folatti

La verità fa male...

Il fatto che Le tre scimmie sia stato premiato a Cannes (miglior regia 2008) può deporre in favore della sua non facile decifrabilità. Questo Festival ama i lavori dalla doppia, tripla lettura, dall’impatto non immediato e il film del turco Nuri Bilge Ceylan non si discosta da tali parametri.

di Roberta Folatti

La vita ricomincia a novant’anni?

Il pranzo di ferragosto del titolo si svolge all’insegna dell’allegria e della convivialità ma il film di Gianni Di Gregorio è più malinconico che spumeggiante. La vecchiaia è ripresa molto da vicino e le immagini non ci raccontano frottole.

di Roberta Folatti

Un inganno ben architettato

Patinato. Ricco di immagini e inquadrature ricercate. Scorrevole anche se la storia, a tratti, suona piuttosto inverosimile.
Sex list – Omicidio a tre è un film vedibile, soprattutto col persistere della scarsità d’offerta (da settimana prossima finalmente avremo una maggior scelta). Però dal film di Marcel Langenegger non aspettatevi nulla di più di un piacevole intrattenimento. Dovrebbe trattarsi di un trhiller ma le svolte clou sono facilmente prevedibili. Nonostante ciò, sarà per la presenza del sempre bravo Ewan McGregor e della enigmatica Michelle Williams, “Sex list – Omicidio a tre” mantiene un certo livello di tensione, catturando lo spettatore grazie anche al lavoro del direttore della fotografia Dante Spinotti.

di Roberta Folatti

Ma non volevo farlo, l’ho persino votato

Il corpo di Berlusconi chiuso in un congelatore. Sul volto il sorriso di sempre, congelato pure quello. E la cosa più strana è che chi lo tiene in fresco, il suo “assassino” non è un acerrimo oppositore politico, è uno che l’ha addirittura votato. Con quel fatalismo rassegnato che è tipico degli italiani di oggi.


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