di Alessandro Iacuelli

Il mensile La nuova ecologia, in collaborazione con Lorien Consulting, ha svolto uno studio su un vasto campione di italiani circa la produzione energetica del nostro Paese. Lo studio è stato presentato la mattina del 27 maggio a Roma, al Forum QualEnergia, iniziativa promossa insieme a Legambiente e al Kyoto Club. Il risultato potrebbe apparire più che sorprendente a quelle figure - praticamente tutte - del Governo italiano che vantano e ostentano un grande consenso da parte degli italiani anche sulle politiche energetiche. Secondo la ricerca, le fonti alternative piacciono a 8 italiani su 10, il 75% vorrebbe che l'energia fosse prodotta da solare e fotovoltaico, il 60% degli italiani e' contrario al nucleare, per 7 su 10 e' pericoloso. Oltre la metà si opporrebbe "con tutte le forze" alla costruzione di una centrale atomica vicino a casa propria. In generale, le questioni ambientali preoccupano il 68,7% dei cittadini, più del rischio terrorismo e guerre al 22,1% e del problema casa al 4,9%. Continuando a sfogliare i risultati del sondaggio, si scopre che i sostenitori del nucleare prevalgono tra coloro che si dicono elettori di centrodestra (25,1%), l'energia solare raccoglie consensi superiori al 65% in ogni categoria di elettorato, anche se è più forte nel centrosinistra (82,7%). Il nucleare trova più estimatori tra gli ultra 64enni e coloro che hanno 45-54 anni, il solare ha la massima punta di consenso (93,4%) tra i giovanissimi, quelli della fascia d'età 18-24 anni. Il sondaggio indica infine che il 57,7% degli intervistati sarebbero disponibili a pagare per l'energia prodotta da fonti rinnovabili, contro il 32,3% di contrari.

La fotografia dell'Italia al tempo della crisi economica rivela anche un'altra faccia del Paese: quella che conosce i piani di rilancio dell’economia verde proposti del presidente degli Stati Uniti, ma anche una serie di cittadini intenzionati a costruirsi un futuro più pulito. Dice infatti l'amministratore delegato di Lorien Consulting, Antonio Valente, che dallo studio appare "una consapevolezza che emerge con forza anche quando si tocca un tema di grande attualità come il nucleare".

Finanza, ambiente e fonti rinnovabili sono i temi del momento e in questo quadro dell'attualità succede che clima, limiti delle risorse e nuove fonti, diventano i principali fattori con cui gli opinion leader devono confrontarsi. Il Forum è così stato un'occasione per dare una risposta ai problemi energetici: dai cambiamenti climatici ai limiti delle risorse. Elementi di riflessione anche per i cittadini, consumatori d'energia, che grazie alla loro consapevolezza possono divenire protagonisti delle scelte energetiche. Nonostante questa banale riflessione, non si ha l'impressione che gli opinion leader governativi abbiano la capacità di ascoltare, su questi temi. O quanto meno l'ascolto non trova riscontro nelle politiche reali, volte sempre a massimizzare gli importi degli appalti a privati, e se una centrale nucleare costa di più...

Eppure sembra che l'interesse dei cittadini, almeno quelli intervistati nel campione, prenda a cuore molto di più il mix formato da energia solare ed eolica quello che sta nel cuore degli italiani. Non solo. Il dato forse più significato emerso dall’indagine, come già anticipato, è quello relativo ai sacrifici che gli italiani sono disposti ad affrontare pur di garantirsi un futuro ambientale e dei sistemi di produzione energetici puliti. "Anche in tempi in cui si tende a diminuire il budget quotidiano, gli italiani dichiarano un'aperta disponibilità a pagare di più per garantirsi energie pulite e sostenibili", ha continuato Antonio Valente durante il suo intervento al Forum.

Anche secondo il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, lo scarso indice di gradimento del nucleare dovrebbe fare riflettere: "Nonostante la recente pressione mediatica, la stragrande maggioranza del campione intervistato, a prescindere da fattori anagrafici, socio-economici e di appartenenza politica, definisce l'energia nucleare cara e pericolosa, e privilegia le fonti rinnovabili. Solo una minoranza indica il nucleare come fonte da preferire; minoranza che, di fronte all'ipotesi di abitare vicino a una centrale o a un deposito di scorie radioattive, avrebbe comunque seri dubbi". Il Forum QualEnergia, giunto quest'anno al secondo appuntamento, propone tra i temi la crisi economica e gli stili di vita sostenibili e, nei propositi degli organizzatori, vuole essere un’occasione per dare una risposta ai problemi energetici: dai cambiamenti climatici ai limiti delle risorse.

La crescente attenzione degli italiani per le energie rinnovabili è anche il tema di un rapporto presentato dalla Fondazione Sviluppo sostenibile, presieduta dall'ex ministro dell’Ambiente, Edo Ronchi, secondo cui entro il 2020 un kilowattora su tre (pari al 33%) dell'energia elettrica può essere prodotto utilizzando fonti energetiche rinnovabili. "L’attuale obiettivo di produrre entro il 2020 solo un kilowattora su quattro, pari al 25%, di energia elettrica utilizzando fonti energetiche rinnovabili", sostiene Ronchi, "sarebbe infatti un freno alla crescita del solare, dell'eolico e delle biomasse: si può fare di più". Il 33% di rinnovabili, che corrisponde a 108 terawattora (Twh) di produzione nazionale (partendo dai 58 prodotti nel 2008), comporta l’obiettivo di 50 nuovi TWh rinnovabili da produrre entro il 2020. Tale obiettivo è impegnativo ma, secondo la Fondazione Sviluppo Sostenibile, raggiungibile nel modo seguente: 22 Twh di nuovo eolico, 11 Twh di nuove biomasse e biogas, 7 Twh di nuovo solare, 5 Twh di nuovo idroelettrico.

Staremo a vedere, nei prossimi mesi, come il governo, impegnato in una corsa al nucleare tanto velleitaria quanto improponibile e costosa, riuscirà ad ignorare questi dati ed a mascherare un ampio consenso dietro le proprie, interessate, scelte.

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