Scava nell'intimo l'ultimo film di Stefano Chiantini, Come gocce d'acqua. Jenny (Sara Silvestro) e Alvaro (Edoardo Pesce) sono padre e figlia. Lei è una giovane promessa del nuoto, lui un uomo silenzioso dal cuore ruvido. Il loro è un rapporto idilliaco fino a quando Alvaro lascia Margherita (Barbara Chichiarelli), la madre di Jenny, generando una profonda rottura con la ragazza. Ma quando Alvaro viene colto da un malore che lo costringe a cure e assistenza quotidiane, Jenny non riesce a voltargli le spalle e quella che in apparenza è una situazione difficile da accettare e gestire si rivela un’occasione per scoprire verità nascoste, svelare i lati più celati di entrambi, provare a rinascere e crescere insieme.

"Attraverso lo stile riflessivo della macchina da presa, il film racconta le evoluzioni emotive dei personaggi, il lento precipitare della vita di Jenny e Alvaro, ma anche la loro rinascita. Ci racconta l’amore – l’amore di una figlia verso il padre, ma anche l’amore più “egoistico” verso se stessi – con le sue conseguenze, la resistenza e la capacità di ricominciare a vivere nonostante tutto.

Lo sguardo della macchina da presa racconta gli esseri umani, vero paesaggio del film, e ne accompagna le dinamiche psicologiche, i percorsi emotivi e i cambiamenti fisici. Un narrare in cui la rappresentazione dell’azione e della parte immanente della vita si fanno rarefatte, lasciando il posto alle immagini immerse nel silenzio e nel tempo", afferma il regista.

 

Come gocce d'acqua

Regia: Stefano Chiantini

Cast: Sara Silvestro, Edoardo Pesce, Barbara Chichiarelli

Distributore: Bim Distribuzione

Ambientato nella Mosca stalinista degli anni '30, il film racconta la storia di uno scrittore senza nome – il Maestro – perseguitato per aver scritto un’opera teatrale su Ponzio Pilato e Gesù (qui chiamato Yeshua). Quando tutto sembra perduto, fa la sua comparsa Woland, un misterioso straniero vestito di nero, incarnazione del diavolo, che spinge il Maestro a scrivere un romanzo sulla propria caduta. Accanto a lui c’è Margherita, la donna che gli è fedele fino alla fine, disposta persino a trasformarsi in strega per salvarlo.

L'amore che non muore, firmato dal regista Gilles Lellouche, mette al centro la storia d'amore tra due ragazzi, sullo sfondo di una lotta di classe. Anni ’80, nord della Francia. Jackie e Clotaire crescono nella stessa città, nello stesso liceo, intorno alle stesse banchine del porto. Lei studia, lui sta in giro. I loro destini si incrociano e si innamorano perdutamente. La vita fa di tutto per tenerli lontani, ma sono come due metà dello stesso cuore pulsante…

L’amico fedele è uno di quei film rari che ti sorprendono senza clamore, ti parlano con voce pacata ma arrivano dritti al cuore. Dietro la macchina da presa ci sono David Siegel e Scott McGehee, due registi americani che da anni si distinguono per un cinema elegante, misurato, capace di toccare le corde più profonde senza alzare mai la voce.

Con L’amico fedele, tratto dal romanzo di Sigrid Nunez, i due registi si avvicinano a un territorio più emotivo, senza però tradire il loro stile asciutto. È una storia di lutto, solitudine e legami inattesi, in cui l’anima più luminosa è, incredibilmente, un cane: Apollo, un gigantesco e malinconico alano che diventa il compagno di vita – quasi per forza – della protagonista Iris, interpretata da una intensissima Naomi Watts.

Le città di pianura, firmato dal regista Francesco Sossai, racconta la storia di Carlobianchi e Doriano, due spiantati cinquantenni, il quali hanno un’ossessione: andare a bere l’ultimo bicchiere. Una notte, vagando in macchina da un bar all’altro, si imbattono per caso in Giulio, un timido studente di architettura: l’incontro con questi due improbabili mentori trasformerà profondamente Giulio nel suo modo di vedere il mondo e l’amore, e di immaginare il futuro. Un road movie nella sterminata pianura veneta che viaggia alla velocità con cui si smaltisce una sbronza.


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