Ha suscitato reazioni aspre quanto ingiustificate in Europa la decisione resa nota il 25 giugno dalle autorità russe di imporre restrizioni nei confronti di 81 media europei impedendone l’accesso tv e internet al territorio della Federazione Russa.

Tra i media europei presi di mira figurano i siti di RAI, LA7, La Stampa e Repubblica, come spiega l’agenzia di stampa Ria Novosti ma anche i giornali tedeschi Der Spiegel, Die Zeit e Frankfurter Allgemeine Zeitung, i quotidiani francesi Le Monde, La Croix e l’agenzia France Presse (AFP) oltre a Radio France Internationale. La Russia ha imposto restrizioni anche ai quotidiani spagnoli El Mundo ed El Pais, all’agenzia di stampa EFE, all’emittente statale austriaca ORF e ai giornali web Politico ed EUobserver.

Non sono certo mancati gli sviluppi dopo gli “incoraggiamenti” formulati la scorsa settimana dal segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, nei confronti degli stati membri dell’alleanza affinché consentano l’impiego delle armi a raggio più esteso donate a Kiev anche contro obiettivi situati sul territorio russo.

Lo stesso Stoltenberg ha precisato che la decisione spetta ai singoli stati. “Non si tratta di decisioni della NATO sulle restrizioni. Alcuni alleati non hanno imposto restrizioni sulle armi che hanno consegnato. Altri lo hanno fatto. Credo che sia giunto il momento di prendere in considerazione tali restrizioni, anche alla luce degli sviluppi della guerra”, ha proseguito.

Il 13 maggio 2024, l'India ha firmato un accordo decennale con l'Iran per lo sviluppo e la gestione del porto iraniano di Chabahar, affacciato sul Golfo di Oman, segnando un passo significativo nella cooperazione tra i due paesi. L'accordo, stipulato tra la India Port Global Limited (IPGL) e l'Organizzazione Portuale e Marittima dell'Iran (IPO), rappresenta una mossa strategica da parte dell'India per espandere la sua influenza nella regione, migliorare le proprie rotte commerciali e rafforzare la resilienza della catena di approvvigionamento.

Dal gas ai fondi russi congelati l’Europa continua a farsi del male.  Italia, Austria, Slovacchia e Ungheria sono i quattro partner che attualmente ricevono gas russo attraverso l’Ucraina e “dovranno trovare delle alternative” entro la fine dell’anno, come ha confermato oggi il portavoce della Commissione europea, Tim McPhie.

L’Unione Europea ha deciso infatti di non prolungare l’accordo trilaterale sul transito del gas con la Russia attraverso l’Ucraina, che scadrà alla fine di quest’anno, nell’ottica di continuare a ridurre ancora la dipendenza dal gas russo. “Nel 2021 abbiamo ricevuto il 45% delle nostre importazioni di gas dalla Russia, nel 2022 il 24%, nel 2023 il 15%”, ha precisato McPhie.

Le speranze di Washington di riuscire a mantenere la presenza militare in Niger sono tramontate definitivamente dopo l’arrivo a Niamey dei primi cento consiglieri militari della “Africa Corps” russa. Gli Stati Uniti lo scorso fine settimana hanno infatti reso noto di aver accettato di ritirare dal Niger il contingente di un migliaio di militari, UAV (droni) armati MQ9 Reaper, elicotteri e aerei da trasporto.


Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy