di Marco Montemurro

Non sarà facile decidere la nomina di un suo successore per Rupert Murdoch, l’anziano magnate dei media. Il settantasettenne imprenditore australiano vorrebbe consegnare il suo impero ai figli Lachlan e James ma, se ciò avverrà, si rafforzerebbe il potere di Peter Chernin, attualmente la figura più influente nella compagnia dopo Murdoch. Una clausola del contratto con Chernin infatti concederebbe al suo vice, in caso di licenziamento o dimissioni, libertà di produrre film e show per sei anni dal budget della News Corporation, la grande holding multimediale. Il solo modo per Murdoch di evitare tale vincolo sarebbe quindi nominarlo numero uno dell’azienda. Molte sono quindi le incognite sulla successione, soprattutto perché nel corso degli anni la figura di Chernin ha acquisito sempre più potere in quanto è il responsabile di un ramo decisivo. Nel 1996 la direzione del settore delle televisioni, satelliti e film, cioè di tutte le operazioni non prettamente giornalistiche, fu affidata a Chernin, campo nel quale gli investimenti sono costantemente in espansione. Lavorando in tale ambito si accorse che grazie alle nuove tecnologie stava cambiando l’approccio del pubblico verso la fruizione degli spettacoli poiché diveniva possibile scegliere cosa guardare in televisione. E’ lui il fautore dei cambiamenti in quanto fortemente deciso sulla necessità di dirigere il futuro della compagnia nell’ambito del web e dei nuovi media. Da anni il suo obiettivo è fare della News Corporation una superpotenza anche su internet. Recentemente Chernin si è espresso con parole forti alla rivista economica Forbes: “Adesso è il tempo di evolvere o morire. La gente vuole consumare i nostri contenuti in digitale. O troveremo un modo per farlo, oppure ne approfitteranno altri e, se ciò accadesse, sarebbe per noi vergognoso”. Anche il magnate australiano ha svelato i notevoli cambiamenti che intraprenderà la compagnia: “C’è un enorme lavoro da fare. Stiamo cominciando una grande transizione”.

Nel luglio 2005 Chernin fu il promotore dell’acquisto di MySpace, il sito di socializzazione in rete, iniziativa che fu solo l’inizio di un lungo percorso. Puntò in seguito sulle potenzialità future nel campo dei telefoni cellulari e di conseguenza nel 2006 la News Corporation acquistò Jamba per 188 milioni di dollari, sito che offre contenuti per cellulari (suonerie, musica, video, sfondi, giochi, etc). Tale mossa condusse poi al lancio di una versione per cellulari di MySpace. Il successivo importante passo avvenne nell’agosto 2007 con la creazione di Hulu, servizio in comproprietà con la NBC che diffonde on-line le trasmissioni delle reti televisive. Chernin dichiara di essere entusiasta dei cambiamenti verso internet e aggiunge che "provare a proteggere il mercato tradizionale mi sembra veramente noioso". Finora la News Corporation ha speso 1 miliardo e 300 milioni di dollari per comprare siti internet e tali cambiamenti hanno persino indotto la rivista Forbes a coniare il nuovo nome “Murdoch 2.0”, appellativo che sottolinea l’approdo del magnate australiano nel cyberspazio.

Tuttora la News Corporation possiede prevalentemente vecchi strumenti di informazione, poiché i grandi investimenti sono stati diretti verso giornali, riviste, libri e televisioni. L’impero di Murdoch infatti si estende in tutto il mondo e in esso sono presenti celebri nomi come la casa cinematografica 20th Century Fox, l’editore Harper Collins, i giornali Wall Street Journal e The Sun, le riviste Weekly Standard e TV Guide, numerosi canali televisivi (in Italia è nota la Sky). La holding multimediale ammonta un valore complessivo di 28,5 miliardi di dollari e incassa introiti annui pari a 4,5 miliardi di dollari.

Recentemente Murdoch si è impossessato del Wall Street Journal, ma non è riuscito a condurre al termine l’acquisto del Newsday, il popolare giornale americano diffuso a Long Island e, in edizione ridotta gratuita, nel resto dell’area di New York. L’espansione nel campo dei tabloid era una mossa strategica in quanto nell’area newyorchese Murdoch, già proprietario del New York Post, è in competizione con l’altro grande editore Mortimer Zuckerman, detentore del Daily News. L’acquisizione del Newsday avrebbe potuto favorire il magnate australiano verso il predominio nel mercato della pubblicità locale ma, a discapito dei piani, il terzo tabloid rivale è stato incorporato per 650 milioni di dollari da Cablevision, operatore via cavo che mira alla sinergia di carta stampata, internet e televisione. Comunque il mancato ottenimento del tabloid newyorchese è solo un sconfitta momentanea poiché le grandi mire espansionistiche della News Corporation volgono verso altri fronti multimediali.

Nel frattempo Chernin opera a Los Angeles in cerca di accordi con le case di produzione cinematografiche e recentemente ha affermato: “Siamo costantemente in marcia per diffondere contenuti nel modo più onnipresente possibile”. Il suo obiettivo è la distribuzione tramite la rete, dare la possibilità ai consumatori di fruire delle produzioni in ogni modo, in ogni momento e in ogni luogo. In vista del declino dei settore dvd e televisione via cavo Chernin vuole scommettere su internet e sicuramente le sue scelte saranno molto influenti sul futuro della News Corporation.

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