di Carlo Musilli

Anche nei paradisi del nord Europa capita d'incontrare serpenti diabolici. Non strisciano, non invitano a mangiar mele, ma affossano i conti delle banche e i risparmi dei cittadini. L'Eden in questione è la Danimarca, una dei pochissimi Paesi dell'Unione europea a godere ancora del magico rating AAA. Il principio primo del male - come da copione nella finanza del 21esimo secolo - sono i mutui immobiliari. Vere e proprie trappole riuscite nell'impresa di mettere in dubbio la tenuta del sistema bancario e creditizio danese.

Tutto iniziò nel 2003, quando gli istituti di credito del Paese cominciarono ad offrire ai propri clienti i cosiddetti mutui "interest-only", ovvero prestiti concessi con la formula del "preammortamento finanziario". Traduzione: per i primi 10 anni paghi solo gli interessi, poi inizi a rimborsare anche il capitale.

Se il diavolo si nasconde nei dettagli, stavolta almeno è facile da trovare: il rischio evidente in mutui di questo tipo è che con il passare del tempo diventino inesigibili, vale a dire che per molti debitori le rate "normalizzate" non siano più sostenibili. Cosa che sta puntualmente accadendo. Certo, il pericolo non sembrava difficile da prevedere, ma in tempi di crisi molte persone - specialmente le cassi meno fortunate - hanno visto negli "interest only" un'occasione irripetibile per riuscire a pagare una casa, almeno all'inizio. Una tentazione irrinunciabile che ha contribuito in modo decisivo a far impennare il debito privato danese fino al 322% del reddito delle famiglie. Ad oggi, il 56% dei mutui concessi in Danimarca è del tipo "interest only".

Tutto questo si è accompagnato dal 2008 in poi agli effetti prodotti dallo scoppio della bolla immobiliare, che ha provocato un calo dei prezzi delle case pari al 20% (-2,1% su base annua solo nel quarto trimestre del 2012). L’industria dei mutui si è svalutata del 51%, pari a 255 milioni di euro, e le banche danesi hanno dovuto sborsare 17,5 miliardi di euro come garanzie supplementari per soddisfare i requisiti normativi, oltre a 14,4 miliardi per ottemperare alle richieste degli investitori internazionali. Stando ai calcoli del Fondo monetario internazionale e dell'agenzia di rating americana Standard & Poor’s, solo gli interessi sui prestiti hanno indebolito la Danimarca di 500 miliardi dollari sul mercato dei mutui.

I contratti "interest only" nascondono evidentemente dentro di sé il germe dell'insolvenza, ragion per cui sono considerati illegali in molti Paesi. Anche in quel di Copenaghen stanno pensando di vietarli, ma secondo Yingin Xiao, senior economist dell'Fmi, "sarebbe più prudente porre fine a questa tipologia di prestiti con gradualità", dal momento che risulterebbe irrealistico "chiedere alle banche di proibirli all'improvviso".

A questo punto è bene ricordare di quali spumeggianti performance sia capace l'economia danese. Le ultime notizie, a onor del vero, non sono delle più rosee, considerando che il 20 marzo la Banca centrale ha tagliato le stime sul Pil 2013 al +0,8%, dal +1,3% stimato solo tre mesi prima.

Nondimeno, per collocare i propri titoli decennali la Danimarca paga interessi dell'1,49%, oltre tre punti meno dell'Italia e appena qualche decimale più della mitica Germania. Non solo: il rapporto debito-Pil è al 45,6%, il tasso di disoccupazione fa segnare un irrisorio 4,6% e il mese scorso l'inflazione non viaggiava oltre l'1,2%. Insomma, forse non proprio l'Eden, ma qualcosa di molto vicino per chi è abituato ai numeri dell'Italia.

E' mai possibile rovinare un quadretto così idilliaco con i mutui immobiliari? A quanto pare ce la stanno mettendo tutta. Secondo uno studio pubblicato due mesi fa dalla University of Southern Denmark, i proprietari di casa che non riusciranno a ripagare i debiti sono 100 mila (su una popolazione totale di circa 5 milioni e mezzo di persone). Bisognerà aiutarli in qualche modo, altrimenti perfino nel paradiso nordico scatteranno pignoramenti in massa.

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy