di Alessandro Iacuelli

Il governo nord coreano ha annunciato la propria intenzione di interrompere il programma nucleare in atto e smantellare le centrali già attive. La decisione è stata presa dopo una lunga stagione di colloqui con gli Stati Uniti. L’accordo prevede che la Corea del Nord renda note le cifre del suo progetto nucleare e si impegni ad eliminare del tutto la tecnologia atomica entro la fine del 2007. Il responsabile del programma nucleare coreano, Kim Kye-gwan, ha dichiarato che in cambio il Paese riceverà benefici politici ed economici. Al tavolo dei negoziati, oltre a Stati Uniti e Corea del Nord, sedevano Cina, Russia e Giappone, con posizioni da mediatori, che hanno permesso all’AIEA di ottenere, nei mesi scorsi, l’autorizzazione a fare dei sopralluoghi nei siti nucleari coreani. La stessa notizia dello smantellamento era già stata annunciata, in via ufficiosa, dal vicedirettore generale dell’AIEA, il finlandese Olli Heinoen. Da un punto di vista politico, potrebbero migliorare le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti. Gli attuali rapporti sono ancora basati sull’armistizio del 1953, dopo la guerra di Corea. Il presidente Bush, durante il suo intervento alla riunione dell'APEC a Sidney, ha dichiarato che gli Stati Uniti prenderanno in considerazione un trattato di pace formale con la Corea del Nord, se Pyongyang abbandonerà il suo programma di armi nucleari. "Attendiamo con trepidazione il giorno in cui potremmo mettere fine alla Guerra di Corea. Ciò accadrà quando Kim Jong-il smantellerà in modo verificabile il suo programma di armamenti", ha detto Bush ai giornalisti, dopo aver incontrato il presidente sudcoreano Roh Moo-hyun a margine del forum APEC.

La Guerra di Corea del 1950-53 si è conclusa con una semplice tregua nei combattimenti, ma senza una pace vera e propria. Alcuni esponenti del governo di Washington, tra cui l'ex ambasciatore all'Onu John Bolton, hanno sempre consigliato la linea dura contro la richiesta di Kim Jong-il di un formale trattato di pace e di colloqui bilaterali. Ma Bush ha detto di essere ottimista circa i progressi negli sforzi per convincere la Corea del Nord a rinunciare ai suoi armamenti, avvertendo però che altro lavoro deve ancora essere fatto.

La Corea del Nord era stata inserita nel 2002 dal presidente americano tra i Paesi del cosiddetto "asse del male", accusati di sostenere il terrorismo, insieme all'Iran e all'Iraq. Il 4 settembre, un portavoce del ministero degli Esteri nordcoreano, citato dall'agenzia ufficiale KCNA, aveva annunciato che il regime di Pyongyang stava per essere cancellato dalla lista dei paesi che sostengono il terrorismo. Secca ed immediata la risposta americana: "La Corea del Nord non è stata ancora cancellata dall'asse del male". Lo ha affermato il giorno stesso un funzionario americano che viaggia al seguito del principale negoziatore Usa sul dossier nucleare nordcoreano, Christopher Hill. "Che siano o meno cancellati dalla lista nera dipende dai progressi che faranno sulla strada della denuclearizzazione", ha dichiarato Hill, citato dal funzionario americano che ha voluto mantenere l'anonimato. In pratica, prima lo smantellamento nucleare e poi - a discrezione di Washington - un eventuale trattato di pace, che il mondo sta aspettando dal 1953.

Forse la smentita americana del 4 settembre non è piaciuta al governo di Pyongyang: il giorno dopo diversi stranieri e cittadini nordcoreani sono stati arrestati dalle autorità con l'accusa di spionaggio. La notizia è stata resa nota dall'agenzia ufficiale Nuova Cina. Secondo il governo nordocoreano, gli arrestati sono stati sorpresi a spiare "installazioni militari vitali" del Paese. "Le spie utilizzavano apparecchi fotografici digitali e videocamere per raccogliere informazioni sulle installazioni militari vitali della Repubblica popolare democratica della Corea del Nord", ha dichiarato il portavoce dei servizi di sicurezza, Su-gil. Secondo il portavoce di Pyongyang gli arresti sono quindi stati compiuti "in flagrante, durante la trasmissione delle informazioni", ed ha aggiunto che gli arrestati avranno un processo rapido. Su-gil ha anche parlato di "forze ostili" che intendono "lanciare una guerra psicologica contro la Corea del Nord e rovesciare il socialismo e il governo nel nostro Paese".

Un'alternanza, giorno dopo giorno, tra segnali di distensione ed il proseguimento delle vecchie tensioni. Chi ne fa le spese sono l'equilibrio geopolitica di un'ampia zona dell'Asia Orientale, che interessa anche Corea del Sud, Giappone, Cina e Russia, e la popolazione nordcoreana, recentemente colpita dalle inondazioni del 25 agosto, con circa 600 morti, e in fuga verso il nord.
Proprio per limitare la fuga della popolazione, il governo sta erigendo una barriera lungo la frontiera con la Cina. Le autorità nordcoreane, a detta degli abitanti della città di frontiera cinese di Dandung, avrebbero cominciato a installare una barriera lungo il fiume Yalu, che segna il confine tra i due Paesi. Lunga 10 km, sorge in una zona usata per gli espatri clandestini, parallelamente a un’altra chiusura installata dalla Cina l’anno scorso.

Per fuggire la fame e la repressione, decine di migliaia di nordcoreani sono entrati illegalmente in Cina negli ultimi anni e ciò ha suscitato tensioni tra i due Paesi. Sistematicamente, Pechino li rimanda in patria. Nel maggio scorso, l’associazione umanitaria Good Hope, aveva rivelato che il governo aveva installato telecamere di sorveglianza lungo la frontiera per bloccare i fuggitivi, contro i quali sono state irrigidite le sanzioni.


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