di Elena Ferrara

Ora, senza pudore, ci sbattono in faccia i loro “sistemi”, le loro bugie. Ci informano - a posteriori s’intende - che gli esperti di comunicazione della Casa Bianca avevano messo in piedi un team di “commentatori” che avevano come obiettivo quello di rendere popolare la guerra contro l’Iraq. E così erano stati assoldati alcuni personaggi (“autorevoli ed indipendenti”) che dalle tv americane avevano il compito di addolcire la pillola, presentando la guerra di Bush, come una missione sacra, nuova crociata dell’Occidente contro gli infedeli dell’impero del male. Tutti questi analisti erano passati attraverso le scuole e le caserme del Pentagono. C’erano - sull’etere e sul video made in Usa - il colonnello Kenneth Allard che, dalla rete Nbc, “bombardava” i telespettatori con le sue analisi ottimistiche; c’era il generale Wayne Downing che si faceva riprendere in tenuta casalinga, con sullo sfondo la sua biblioteca. Parlava delle azioni militari e dipingeva un futuro roseo. E poco dopo la sua apparizione arrivava il generale Thomas Mcinerney che alla Foxtv riferiva sulle azioni vittoriose dell’armata statunitense. Anche lui ripreso in borghese e sullo sfondo del palazzone della Casa Bianca. Poi, a ruota, gli altri “giornalisti” tutti al soldo del Pentagono e della Cia: i generali Robert Scales dai microfoni di National Radio, Mongomery Meigs della rete Today-Nbc e, infine, Don Sheppard il falco della Cnn. Ed ecco ora che la Bbc parte all’attacco del mondo arabo seguendo la scia aperta dalla Cnn. Il bombardamento dall’etere si intensifica: perché questa rete lancia un canale televisivo per l’intero mondo arabo. Le trasmissioni, in un primo momento, andranno in onda per 12 ore al giorno su tre satelliti. Poi la ArabicTv si diffonderà con un’offensiva a tutto campo sviluppando ampi programmi. Le previsioni sono che supererà sia la saudita Al-Arabiya che Al-Jazeera, per diventare il primo servizio televisivo di news in arabo in appena sei settimane e precisamente entro il 1° maggio prossimo. Di conseguenza, il panorama generale della televisione e dei canali satellitari nel mondo arabo si ritrova ad essere scosso da un evento che non è solo di ordine tecnico e mediatico. La comparsa sulla scena della “nuova” BBC non può essere definita come una pura e semplice offerta di notizie con sforzi di marketing di tutto rispetto. Si prevedono, infatti, effetti sociali e psicologici a lungo termine.

La realtà è che l’apparizione di questo “canale arabo” (che va ad aggiungersi agli ormai numerosi canali stranieri che trasmettono in lingua araba nei paesi dell’area mediorientale) dimostra sempre più l’importanza che ha assunto lo spazio dell’informazione e dei canali satellitari. Ed è chiaro il desiderio di molti di inserirsi in questo spazio per essere in grado di far sentire la propria voce in un bacino di utenza di centinaia di milioni di persone.

“Non aspettavamo altro - dice con molto pragmatismo professionale il direttore dell’ufficio del Cairo di Al-Jazeera, Hussein Abdel-Ghani - perché questo nuovo canale si aggiunge al fronte dei sostenitori di un’informazione libera e indipendente”. Ma è chiaro che questa dichiarazione è solo di facciata. Perché sull’intera questione dell’ampliamento delle reti informative dedicate al mondo arabo grava una forte incognita dal momento che i ministri dell’informazione di 20 paesi della Lega Araba hanno approvato recentemente un nuovo codice di regolamentazione delle trasmissioni satellitari che ha già suscitato numerose critiche e reazioni contrastanti.

La notizia, intanto, è che la nuova emittente della BBC si dovrebbe caratterizzare con un linguaggio svelto e ironico e con un realismo di particolari. Ma nel mondo giornalistico arabo si insiste nel far notare che la nuova BBC avrebbe come compito quello di imbavagliare i canali satellitari di informazione che ormai rappresenterebbero una vera preoccupazione per diversi regimi arabi desiderosi di mantenersi al potere.

Ed è lo stesso esponente massimo di Al-Jazeera a mettere in guardia il mondo dei giornalisti che lavorano per i canali satellitari arabi, annunciando che la relativa libertà di cui hanno goduto finora potrebbe essere minacciata proprio dal nuovo codice di regolamentazione al quale si ispirerebbe la BBC. Un codice di comportamento che permette “azioni punitive nei confronti dei canali satellitari che arrechino offesa ai leader arabi”. Il documento, intitolato “Principi per la regolamentazione delle TV satellitari nel mondo arabo”, consente, infatti, alle autorità di ritirare i permessi ai canali arabi. Ma il fatto eclatante è che questo documento, che ha provocato grande agitazione tra i canali satellitari, non si applicherà alla BBC per il fatto che si tratta di una televisione britannica. Di conseguenza BBC Arabic TV sarà il primo canale satellitare lanciato dopo l’approvazione del nuovo codice e sarà anche “il primo a trarre vantaggio da esso”, dice Ayman El-Sayyad, esperto di media e redattore del mensile culturale Weghat Nazar.

Intanto si sviluppano le polemiche. “Nella coscienza araba la BBC è associata alle notizie ‘in assenza di notizie’ “, dice El-Sayyad, “e la storia sembra ripetersi, ora che la BBC inaugura una nuova presenza televisiva“. Di conseguenza gli esperti dei media si mostrano ansiosi di confrontarla con Al-Jazeera e con Al-Arabiya, che sono, è noto, due emittenti con politiche editoriali molto diverse. Mentre Al-Jazeera è generalmente considerata come pan-araba e solidale con le cause del mondo arabo, Al-Arabiya, di proprietà saudita, cerca di dare l’apparenza di un’informazione imparziale e obiettiva. Quanto al linguaggio che sarà usato si dice comunque che se Al-Arabiya parla di “terrorismo”, di “attentati suicidi” e di “forze americane in Iraq”, Al-Jazeera si riferisce alla “resistenza”, al “martirio”, all’ “occupazione americana dell’Iraq”. Ora la BBC araba sembrerebbe aver risolto il problema con la definizione di “campagna statunitense in Iraq”.

Ci vorrà tempo, comunque, perchè la BBC possa ritagliarsi una nicchia nell’affollato mercato via satellite. L’inizio delle trasmissioni, tuttavia, rivela un’appassionata conduzione: presentatori e ospiti vivaci e un look elegante. Spazio - si dice - ai grandi momenti della storia pubblica, alle adunate politiche, agli spettacoli sportivi o comunque di massa, a celebrazioni della memoria nazionale. Gli eventi bellici attuali faranno solo da sfondo di uno spettacolo televisivo. Come dire che la guerra secondo la BBC sarà una fiction tra visibilità e spettacolarità.

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