di Emanuela Pessina

BERLINO. Poco prima di Pasqua, il ministero dell'Economia tedesco ha pubblicato il rapporto annuale 2008 sulle esportazioni di materiale bellico della Germania. Una comunicazione poco vistosa, diffusa quasi in sordina proprio mentre il Bundestag, il Parlamento tedesco, era in ferie e, soprattutto, fatta in grande ritardo. Il comunicato descrive in maniera particolareggiata le autorizzazioni e le licenze concesse dal Governo Merkel per l'export delle armi da guerra e degli armamenti nell'ormai lontano 2008: nonostante il ritardo, non ha mancato di destare l'attenzione dell'ala più critica dell'opinione pubblica tedesca. La relazione ufficiale è stata diffusa in questi giorni dal BITS, il Centro Informazioni per la Sicurezza Transatlantica di Berlino. A Otfried Nassauer, direttore del Centro, il compito di commentarne il contenuto nell'edizione odierna del quotidiano berlinese Tagesspiegel.

Nel 2008 il Governo tedesco ha autorizzato l'esportazione di materiale bellico per un totale di 5,8 miliardi di Euro, superando il valore dell'anno precedente di oltre 2 miliardi di Euro. I dati parlano chiaro: per quel che riguarda l'export di armamenti, tra cui radar e satelliti, camion, trasporto truppe e logistica a terra, la Germania ha aumentato il suo volume d'affari virtuale del 57,6 per cento nel giro di un anno. Secondo quanto riporta il quotidiano berlinese Tagesspiegel, si tratterebbe della cifra più alta raggiunta negli ultimi 13 anni. Forse, aggiunge Nassauer, addirittura dell'intera storia della Repubblica federale.

I dati contenuti nel comunicato ufficiale permettono anche un'analisi più approfondita del fenomeno.  Le autorizzazioni per l'esportazione di materiale bellico sono aumentate soprattutto per quel che riguarda le armi da guerra leggere nel senso più banale e crudele del termine, quell armi che possono essere trasportate facilmente da una persona singola o da un gruppo di persone, come mitra, lanciagranate, munizioni o mine antiuomo.

Dai 464 milioni di Euro previsti nel 2007, la Germania è passata ad autorizzare un'esportazione di 2,62 miliardi nel 2008. Altro particolare interessante, dal comunicato emerge che il 95 percento delle autorizzazioni sono state concesse a stati "terzi", non appartenenti né alla Nato né alla Comunità Europea.

Ciò che non viene affrontato in maniera chiara, invece, è il volume effettivo degli affari conclusi dallo Stato tedesco nell'ambito dell'export dell'equipaggiamento bellico in generale. E cioè quante sono le transazioni concretamente portate a termine indipendentemente dal valore delle autorizzazioni concesse dal Governo. Da questo punto di vista, secondo Nassauer, le informazioni vengono fatte passare con il contagocce e arrivano, spesso, troppo tardi. Come a voler evitare un confronto diretto con l'opinione pubblica.

Nel rapporto 2008, l'unico dato reso noto a questo riguardo è il valore delle armi da guerra, quelle finalizzate all'uccisione, effettivamente vendute dalla Germania. Secondo quanto riporta Nassauer, nel 2008 l'esportazione concreta di queste ultime - indipendentemente dalle licenze concesse - è diminuita leggermente, da 1,5 a 1,4 miliardi di Euro. Ma Nassauer non si lascia illudere: "Molte delle autorizzazioni alla vendita rlasciate dal Governo tedesco nel 2008 sono state probabilmente utilizzate per operazioni vere e proprie conclusesi soltanto nel 2009", sottolinea il direttore del BITS. Con ogni probabilità, stando ai ritmi attuali, per conoscere i dati relativi all'anno 2009 si dovrà aspettare il 2011.

Tra le esportazioni autorizzate nel 2008, tra l'altro, vengono segnalate anche alcune vendite "problematiche". Come le licenze per gli export verso l'Arabia Saudita, con cui sono state concesse autorizzazioni per un valore complessivo di 55 milioni di Euro, per la maggior parte investiti nell'acquisto di fucili d'assalto Heckler & Koch G36. Il Pakistan, invece, ha ottenuto permessi per una somma complessiva di 93 milioni di Euro, mentre alla Thailandia è stato venduto un simulatore di sommergibile: a quanto sembra, quest'ultima starebbe pianificando la costruzione di una flotta di sommergibili.

E sono proprio i sommergibili e i carri armati a essere tra i beni prodotti dall'industria bellica tedesca che riscuotono maggiore successo all'estero. A marzo, il Sipri (Stockholm International Peace Research Institute) ha pubblicato la classifica dei Paesi considerati i maggiori esposrtatori di materiale bellico del 2009: dopo gli Stati Uniti e la Russia, la Germania si ritrova al terzo posto. Un podio di scarso onore. 
 
 
 

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