di Carlo Musilli

Due morti e diciassette feriti, circa settanta edifici distrutti, sono il bilancio di uno scambio di artiglieria tra Corea del Nord e Corea del Sud che ha avuto luogo ieri mattina. Teatro dello scontro l’isola Yeonpyeong, situata in acque la cui nazionalità è oggetto di disputa tra i due paesi. Stando alla ricostruzione di Pyongyang, diramata attraverso un dispaccio dell’agenzia di stampa KCNA, sarebbero stati i soldati di Seul ad aprire il fuoco per primi, lanciando “decine di proiettili” contro i soldati nordcoreani. “Nonostante i nostri ripetuti avvertimenti, la Corea del Sud ha esploso decine di proiettili contro le nostre truppe a partire dall’una del pomeriggio e immediatamente abbiamo deciso di rispondere al fuoco”.

Versione opposta da parte del governo di Seul, la cui presidenza ha reso pubblico un comunicato nel quale - secondo l’agenzia Yonhap - definisce quanto successo “una chiara provocazione militare di Pyonyang” e avverte che, nel caso si ripeta, ci sarà “una dura rappresaglia”. La Corea del Sud ha dispiegato nella zona aerei da combattimento ed ha elevato al massimo lo stato d’allerta. Loscambio d’artiglieria si è concluso quando una telefonata tra le due coree, attraverso una linea speciale istituita per fronteggiare situazioni d’emergenza come quella occorsa ieri, ha determinato il “cessate il fuoco” tra i due eserciti.

La tensione tra i due paesi ha subìto negli ultimi giorni un’escalation, dovuta principalmente a due fattori: l’inizio di manovre militari sudcoreane al limite delle proprie acque internazionali - che Pyongyang considera una minaccia - e le dichiarazioni sullo stato dell’arte nel nucleare nordcoreano da parte di Siegfried S. Hecker, per il quale "rapidamente e in segreto" i nordcoreani hanno costruito un nuovo impianto per l'arricchimento dell'uranio. Si trova nel sito nucleare di Yongbyon ed è di altissimo livello tecnico. Le affermazioni sono state fatte al New York Times proprio da Siegfried S. Hecker, professore a Stanford e ex direttore del Laboratorio Nazionale di Los Alamos, che il 12 novembre scorso è stato portato per mano a fare un tour nel nuovo impianto. E ne è rimasto "sbalordito".

I nordcoreani hanno invitato il professore per far capire al mondo quello che sono in grado di fare. Ma senza dare troppi dettagli: Hecker non ha potuto scattare fotografie, né gli è stato concesso di verificare se nella struttura fosse già iniziata la produzione di uranio. Il professore americano ha pubblicato su internet il suo rapporto, secondo cui sarebbero "centinaia e centinaia" le centrifughe utilizzate nel nuovo impianto per arricchire l'uranio ("duemila", dicono da Pyongyang), tutte gestite da un centro di controllo "ultramoderno".

Nonostante le cautele degli scienziati asiatici, alcuni sospetti ad Hecker sono venuti lo stesso. La Corea del Nord, infatti, si era impegnata a utilizzare l'uranio prodotto in un "reattore ad acqua leggera", vale a dire in una centrale energetica. Ma, secondo il professore di Stanford, "ci sono ragioni per dubitare che sia vero".

Eppure, una settimana prima di Hecker, a Yongbyon era arrivato l'ex inviato speciale Usa per la Corea del Nord e attuale presidente del Korean Economic Institute, Charles Pritchard. Secondo lui il famoso "reattore ad acqua leggera" sarebbe in costruzione. E probabilmente il nastro inaugurale sarà tagliato nel 2012, visto lo stato "non ancora avanzato" dei lavori.

Una lentezza sorprendente, soprattutto se paragonata alla velocità fulminea a cui invece è stato costruito il nuovo, futuristico centro per l'arricchimento dell'uranio. Poche informazioni trapelano dal governo di Pyongyang, ma di una cosa gli Stati Unisti sono sicuri: quell'impianto non esisteva ancora nell'aprile 2009, quando si consumò lo strappo con la comunità internazionale. All'epoca, infatti, furono espulsi dal Paese tutti gli ispettori internazionali e la Corea del Nord abbandonò i negoziati sul programma nucleare.

Com'è riuscito in un'impresa del genere un paese povero e isolato, i cui primi test nucleari risalgono a soli quattro anni fa? Secondo i sospetti più diffusi, Pyongyang sarebbe riuscita ad aggirare le sanzioni imposte dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu (come punizione contro il rifiuto di ispezioni internazionali) grazie a qualche aiutino proveniente dall'estero. In ogni caso, dagli Stati Uniti non si sbilanciano.

Con gli occhi fissano i monitor su cui scorrono immagini satellitari del territorio nordcoreano, ma a parole si tengono sul vago: "La Corea del Nord continua a percorrere una strada di destabilizzazione della regione", ha detto senza particolare ispirazione Mike Mullen, capo di stato maggiore Usa.

Un atteggiamento più che diplomatico. In questi giorni, infatti, é arrivato a Pyongyang Stephen Bosworth, emissario speciale Usa per la Corea del Nord. La sua missione è far riprendere i negoziati: la Corea del Nord (che da parte sua vorrebbe un incontro faccia a faccia con Washington) sarà fortemente esortata a riaprire i colloqui con i magnifici cinque del nucleare mondiale: Cina, Giappone, Russia, Stati Uniti e Corea del Sud.

Nonostante la pesantezza dell'incarico, Bosworth si sforza di minimizzare. Del nuovo impianto nordcoreano "eravamo a conoscenza da qualche tempo", ha dichiarato. Secondo lui l'episodio sarebbe certamente "molto spiacevole", tuttavia non costituirebbe "motivo di crisi".

Molto più schiette le valutazioni che arrivano dal Pentagono. Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Robert Gates, ha detto chiaro e tondo di non credere alla storiella del programma nucleare pacifico. La nuova struttura consentirà ai nordcoreani di produrre "un certo numero" di armi nucleari, che andranno ad aggiungersi a quelli che con ogni probabilità il regime di Pyongyang ha già messo da parte.

Gates ha poi ricordato che la Corea del Nord, nel frattempo, sta costruendo anche nuovi missili a lungo raggio e forse perfino un dispositivo balistico intercontinentale. "Tutti questi programmi - ha concluso il capo del Pentagono - suscitano grande preoccupazione in ogni paese".

Una preoccupazione forte soprattutto in Giappone, il primo dei big asiatici ad uscire allo scoperto sulla vicenda. Secondo il portavoce del governo nipponico, infatti, "lo sviluppo del nucleare nordcoreano è totalmente inaccettabile dal punto di vista della pace e della stabilità nella regione".

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy