di Emanuela Pessina

BERLINO. Doveva essere una manifestazione a favore di Karl- Theodor zu Guttenberg (CSU), l’ex- ministro della Difesa tedesco dimessosi pochi giorni fa a seguito dello scandalo plagio, ma si è risolta in una vera e propria presa in giro nei suoi confronti. È successo sabato pomeriggio a Berlino, dove un centinaio di dimostranti si son presi la briga di fare conoscere la propria opinione nei confronti del cosiddetto “ministro copione”: chi lo acclamava beffardamente imperatore, chi paragonava ironicamente il suo “copia e incolla” a un moderno Bonnie & Clyde, chi esaltava il prototipo mediatico “bellezza VS verità” incarnato da zu Guttenberg, di sicuro sotto la porta di Brandeburgo non sono mancati sarcasmo e buon umore.

Ma l’atmosfera di ambigua perplessità che si respira tra i cittadini tedeschi non sorprende e, soprattutto, sembra andare a rispecchiare perfettamente la confusione che regna nel Governo di Angela Merkel (CDU): perché, anche in ambito politico, il dopo- zu Guttenberg si anticipa più turbolento e meno chiaro del previsto e non smette di sollevare dubbi.

La manifestazione a favore del barone zu Guttenberg è stata organizzata tramite il social network Facebook, grazie a un profilo a sostegno del ministro dimissionario accusato di aver copiato gran parte della sua tesi di dottorato e costretto dalla pressione mediatica a dare le dimissioni. Nel giro di pochi giorni si erano raccolte quasi 500mila adesioni: una partecipazione di tutto rispetto che sembrava incoraggiare un eventuale ritorno di zu Guttenberg in politica, probabilità già sventolata da alcuni giornali tedeschi.

Ma i social network, si sa, non sempre rispecchiano la realtà delle cose. E, in effetti, da quasi mezzo milione di adesioni virtuali é conseguita una sola manifestazione vera e propria a favore del ministro copione, e cioè a Guttenberg stesso (Sud Ovest delle Germania), suo luogo di nascita. Organizzata dal padre, il barone (e dirigente) zu Guttenberg senior, la protesta pro- zu Guttenberg ha radunato 4.000 sostenitori circa.

Che hanno cercato di difendere la causa dell’ex-incaricato alla Difesa cristiano sociale con slogan del tipo “Gutti era troppo in gamba per voi” o “l’invidia è difficile da digerire”, in riferimento all’enorme successo personale di zu Guttenberg figlio e alla sua (finora) impeccabile carriera. A dominare la scena nella maggior parte delle città tedesche, tuttavia, è stato il provocante dileggio anti- ministro copione.

Meno beffarda ma altrettanto ambigua rimane la situazione anche in ambito politico, dove la bufera sembra tutt’altro che passata nonostante le rapidissime decisioni prese dal Governo della Cancelliera Merkel in risoluzione al vuoto dopo- zu Guttenberg. Il nuovo ministro alla Difesa tedesco è stato nominato inaspettatamente dopo sole ventiquattro ore dalle dimissioni di zu Guttenberg: è Thomas de Maizière, cristiano democratico, 57 anni, definito uno degli “uomini della Merkel”, che ha lasciato il suo posto di capo degli Interni per assumersi le responsabilità della Difesa e, c’è proprio da dirlo, tutti gli oneri del caso.

Perché, in realtà, la situazione lasciata da zu Guttenberg non è delle più lineari: de Maizière si troverà a risolvere ingombranti grovigli mediatici quali gli scandali della cadetta morta a gennaio sulla nave di addestramento della marina federale, la Gorch Fork, e del soldato morto in Afghanistan lo scorso dicembre, ma non solo.

Lo scoglio fondamentale rimarrà la riforma dell’arma introdotta ufficialmente dall’ex- ministro zu Guttenberg l’anno scorso, che avrebbe dovuto compiersi a breve, ma che non sembra essere nata sotto i migliori auspici: se il cambio di guardia autorizzerà il nuovo ministro a una rivisitazione della riforma, questo rimane ancora da chiarire. E, quasi a conferma dei dubbi che aleggiano in questo senso, il leader dei cristiano sociali Horst Seehofer  ha già diffidato de Maizière da un tale passo.

In particolare, zu Guttenberg aveva previsto l’introduzione del servizio militare volontario in sostituzione della vecchia prestazione obbligatoria in vigore in Germania da 58 anni: l’obbligo di leva per i giovani tedeschi avrebbe dovuto terminare proprio quest’estate. Per l’anno in corso, tuttavia, all’arma si sono presentati solo 2’500 giovani, contro un minimo indispensabile di 12mila. Zu Guttenberg pensava di risolvere con una considerevole campagna pubblicitaria e di migliorare le condizioni del servizio militare, trasformazione che avrebbe richiesto sicuramente un investimento di fondi considerevole. Si stava addirittura pensando, in futuro, di permettere agli stranieri di far parte dell'arma. Un cambiamento importante quindi, che certo giustifica le perplessità di popolazione e ceto politico.

 

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