di Carlo Benedetti

Come dire: a volte tornano. Accade nella repubblica ex sovietica del Baltico, l'Estonia, dove le forze della destra estrema - fasciste e naziste - stanno revisionando la storia e sfogando il loro odio nei confronti di quella che fu la lotta per la libertà dei popoli. Decidono, infatti, di riabilitare le formazioni di SS estoni che, nel corso della seconda guerra mondiale, combatterono a fianco dei tedeschi contro l'Armata Rossa che cercava di affrancare il Baltico dal giogo nazista.
Tutto avviene secondo un copione prestabilito. Con il governo di Tallin che approvando un progetto di legge per il ripristino dell'indipendenza del Paese (e cioè per l'avvenuto distacco dall' Unione Sovietica) va ben oltre la normativa istituzionale. Perché fa diretto riferimento a quel periodo intercorrente tra la fine degli anni '30 e gli anni '40 del secolo scorso. E così, secondo il nuovo dispositivo, quei cittadini dell'Estonia che combatterono - uniti alle forze armate naziste - contro l'URSS sono riconosciuti come combattenti per la libertà e l'autonomia nazionale. E' una decisione che solleva ondate di proteste non solo nell'Estonia democratica, ma anche nella Russia di Putin che non perde occasione per ricordare a tutti il suo impegno nella lotta contro il nazismo. E' chiaro, quindi, che il governo di Tallin approvando la legge (che riconosce le ex SS come "combattenti per l'indipendenza") pone l'Estonia fuori della comunità degli stati civili. Ne consegue che i politici dei paesi baltici, il loro potere esecutivo e legislativo, non dovrebbero trovare spazio degno in Europa.
Intanto nelle città estoni i nazisti di un tempo esultano. Ricordano le loro "Schultz-Staffeln" (Squadre di protezione) che erano, appunto, quelle formazioni paramilitari che erano state formate nel 1925 dal Partito nazionalsocialista tedesco, con funzioni di servizio d'ordine e guardia di Hitler. I fascisti locali - che da tempo svolgono normali riunioni celebrative - ricordano che anche le loro "SS" erano state guidate, dal 1929 da Himmler. E sono sempre i rappresentanti della nuova destra che rivalutano quelle "SA" (Sturmabteilungen, Reparti d'assalto) che erano formazioni paramilitari costituite dal Partito nazionalsocialista tedesco, note anche come "camicie brune", per il colore della divisa. Squadre che si dedicarono alla repressione degli oppositori del regime e che erano vere e proprie unità combattenti (Waffen-SS), impiegate nella repressione dell'attività partigiana nel Baltico (occupato dai tedeschi, è bene ricordarlo…) e nella deportazione delle popolazioni civili, nell'organizzazione e la gestione dei lager e nell'attuazione della "soluzione finale" per gli ebrei.
Le prime squadre si formarono in Baviera, nel 1921, e furono comandate inizialmente da Göring; dal 1931 passarono sotto la guida di Röhm, che ne incrementò enormemente la consistenza. Nel 1934, forti di circa 3 milioni d'effettivi, accumularono un notevole potere rappresentando l'ala populista e rivoluzionaria del partito. La storia ci ricorda che Hitler, poi, decise di liquidarle, facendo assassinare Röhm, con tutto il suo stato maggiore, nel 1934, durante quella che fu definita come la "notte dei lunghi coltelli".

Quanto alla storia dell'Estonia è chiaro, oggi, il tentativo di revisionare le vicende storiche e militari che caratterizzarono l'area del Baltico. Si sa, infatti, che allo scoppio della rivoluzione russa, fu proclamata una repubblica democratica autonoma (1918) ma la regione fu poi occupata dai tedeschi. La repubblica dell'Estonia, fu successivamente riconosciuta dall'URSS con un accordo raggiunto nella città di Tartu, nel febbraio del 1920. E fu una repubblica che si batté per una decisa riforma agraria che andava a colpire gli interessi dei grandi latifondisti. Seguì un colpo di stato di stampo reazionario e nel 1934 la regione fu occupata dall'Armata Rossa, divenendo nel luglio del 1940 una Repubblica Socialista nell'ambito dell'URSS.
Occupata dai tedeschi - dal 1941 al 1944 - l'Estonia dopo la liberazione ha registrato un'intensa immigrazione russa con i movimenti nazionalistici e fascisti che, entrati nella clandestinità, hanno continuato ad operare in attesa di una rivincita. Si è poi registrato un forte movimento democratico teso al riconoscimento dell'indipendenza estone e al rilancio della tematica nazionale. E con il progressivo sgretolamento dell'Urss il movimento nazionalista - sostenuto anche da forze di destra dei paesi confinanti (in particolare Svezia e Norvegia) - ha guidato il paese verso la proclamazione dell'indipendenza che è stata raggiunta il 30 marzo del 1990.
Da allora a Tallin si sono susseguiti governi di centro-destra, che hanno perseguito l'integrazione nella NATO (2003) e nell'UE. Per giungere, ora, alla riabilitazione dell'infamia.

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