di Daniele John Angrisani

Le indagini sull'omicidio della giornalista russa, Anna Politkovskaya, hanno raggiunto un punto di svolta inatteso. Ieri pomeriggio, il procuratore generale russo, Yuri Chaika, ha infatti informato il presidente Putin, come vuole il protocollo in questi casi, di "importanti novità" nell'ambito delle indagini su citate. Ha quindi convocato una conferenza stampa, mediante la quale siamo venuti a conoscenza del fatto che sono state arrestate 10 persone con l'accusa di aver partecipato, a vari livelli, a questo delitto. Tra essi, afferma Chaika, c'è anche "l'esecutore materiale" del delitto, una persona che la Politkovskaya "conosceva bene ed aveva incontrato poche ore prima" di essere ammazzata e che "appartiene al giro della criminalità organizzata cecena" presente nella capitale russa. Chaika ha però anche specificato che tra coloro che sono sotto indagine vi sono anche alcuni ufficiali della polizia moscovita, di cui almeno uno ancora in servizio e, cosa rilevante, un tenente colonnello dell'FSB, i servizi segreti russi, il cui coinvolgimento più o meno diretto nell'assassinio era stato più volte ipotizzato dagli amici e dagli ex colleghi della Politkovskaya. Alla fine della conferenza stampa, Chaika si è quindi autocomplimentato, affermando che ci sono voluti "meno di 10 mesi" per risolvere il delitto e che, molto probabilmente, le persone che sono state arrestate avevano avuto un ruolo anche nell'assassinio ancora irrisolto di un altro giornalista famoso, Paul Klebanikov, nel 2004. Nel dicembre 2006, il presidente russo Vladimir Putin era stato investito dalle critiche di tutto il mondo per via della mancanza di libertà di stampa in Russia e per la creazione di un ambiente in cui tali omicidi erano all'ordine del giorno, ed aveva perciò affermato che “le indagini era in mano ad un team molto serio” e che si sarebbero dovuti attendere risultati quanto prima. Al momento, comunque, non risulta esserci alcun commento ufficiale da parte del Cremlino alle parole di Chaika, sebbene nessuno a Mosca pensi realmente che il procuratore generale abbia fatto questa mossa senza prima essersi accordato con il presidente Putin. La notizia è in ogni caso rimbalzata in un attimo sulle prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo così come sui giornali e telegiornali russi, che sino ad ora non erano certo stati prodighi di notizie sulla Politkoskaya, nota critica del Cremlino di Putin,. L'ITAR-TASS, agenzia di stampa statale erede della TASS di sovietica memoria, si è soffermata in particolar modo sulla presenza degli agenti tra gli indagati, senza però fare nomi. Da altre fonti è invece possibile ottenere alcuni dettagli maggiori sugli arrestati: "Il tenente colonnello dell’FSB, Pavel Ryaguzov, è stato arrestato il 21 agosto perchè sospettato di estorsione e di aver preso parte alla preparazione dell'omicidio Politkovksaya", fa sapere il Direttorato degli Affari Interni dell’FSB. Invece i ceceni arrestati sembrano essere tre, tra cui Murad Musayev, e stando all'avvocato di quest'ultimo, tutti detenuti in qualità di complici dell'assassino, la cui identità, comunque, è ancora sconosciuta.

Non appena la notizia è stata resa pubblica, sono subito arrivate le prime reazioni: il direttore editoriale della Novaya Gazeta, il giornale indipendente russo alle dipendenze del quale lavorava Anna Politkovskaya, ha affermato di vedere con "favore" lo sviluppo dell'indagine, ma di aver paura che l'inchiesta possa essere politicizzata prima delle elezioni di fine anno. Il riferimento è, in particolare, rivolto ad una frase del procuratore Chaika durante la conferenza stampa di oggi pomeriggio: "Dalle indagini risulta chiaro che il mandante dell'omicidio vive all'estero e che ha tutta l'intenzione di destabilizzare il sistema politico russo e farlo entrare in crisi, per tornare al sistema precedente in cui i soldi e gli oligarchi decidevano tutto". Un vero e proprio siluro nei confronti di Boris Berezovsky, l'oligarca esule in Gran Bretagna che proprio ieri, dalle colonne del Sunday Times, accusava Putin degli omicidi Politkovskaya e Litvinenko e si appellava all'Occidente per sfidare Putin ed aiutare gli oppositori interni a far crollare il suo regime. Per quanto Berezovsky possa comunque avere avuto tutto l'interesse a sfruttare le conseguenze di questa vicenda per attaccare il suo arcinemico Vladimir Putin, è comunque estremamente difficile poter immaginare un suo coinvolgimento diretto nell'assassinio della Politkosvkaya, addirittura nei panni di mandante, sebbene tutto sia possibile quando si parla di politica russa.

Di tono molto più ottimista sono i commenti provenienti dall’estero: Renè Van Linden, presidente dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa - organismo di cui la Russia è Stato membro - ha affermato di essere fiducioso sugli sforzi della magistratura russa di arrivare ai colpevoli di questo barbaro omicidio. Tono molto simile è stato usato da William Burns, ambasciatore americano a Mosca, che ha detto che “è stato fatto un passo avanti molto importante”. Molto più cauta invece la famiglia della Politkovskaya che, mediante il suo avvocato, ha fatto sapere che questo è solo un primo passo per la soluzione della vicenda e che “vi è ancora molta strada da fare” per arrivare a scoprire coloro che hanno ordinato l'assassinio della figlia. Comunque, fa notare l'avvocato, il fatto che si sia venuto a sapere il nome di alcuni dei sospetti è una grave violazione del segreto istruttorio che potrebbe mettere a rischio il futuro delle indagini. La diffidenza è sentimento comune anche tra diversi analisti politici esperti della situazione russa. Maria Lipman, membro del “Carnegie Center” di Mosca, nonchè contributore mensile di editoriali per il sulla situazione in Russia, afferma che "è interessante di per se che una tale dichiarazione sia stata fatta da parte del procuratore generale, perchè la società civile in Russia non si era proprio interessata della faccenda", aggiungendo anche una sana verità, ovvero che la Politkovskaya era molto più conosciuta all'estero che in Patria.

La domanda che gira oggi nei palazzi che contano di Mosca è perciò la seguente: Vladimir Putin ha voluto forse dare un segnale all'Occidente con questi arresti? E se sì, per quale motivo? Vale a questo proposito la pena di notare che proprio oggi a Mosca si trova, in visita ufficiale, il presidente della Commissione Esteri del Senato USA, il democratico Richard Lugar, una delle persone che negli ultimi mesi si era esposto maggiormente contro la nuova "arroganza" politica del Cremlino. L'obiettivo dei colloqui tenuti con alcuni funzionari del governo russo, era la possibilità che il Congresso USA nei prossimi mesi possa votare per abolire il cosiddetto "Emendamento Jackson-Vanik" che, approvato nel 1974, prevede l'impossibilità per gli Stati Uniti di avere "normali relazioni commerciali" con alcuni Paesi, tra cui, per l'appunto la Russia. Lugar si è oggi detto favorevole alla sua abolizione in quanto "si tratta di un residuo della Guerra Fredda" ed inoltre "la Russia di oggi è un Paese che ha compiuto tutti i passi avanti necessari per ottenere l'abolizione di questo regime discriminatorio". Chissà che anche la possibile soluzione dell'omicidio Politkovskaya, la quale aveva anche cittadinanza americana oltre a quella russa, non sia in realtà un ulteriore incentivo per ottenere questo obiettivo e, più in generale, per aiutare a migliorare le relazioni tra le due ex superpotenze che negli ultimi mesi avevano raggiunto il punto più basso dalla fine della Guerra Fredda.


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