di Emanuela Pessina

BERLINO. Il partito della sinistra radicale tedesca, Die Linke, propone ufficialmente la legalizzazione di tutte le droghe, comprese cocaina ed eroina e sorprende così la pur tollerante Germania. Approvata quasi all’unanimità, la mozione è stata proposta lo scorso week end durante il congresso annuale di partito a Erfurt. Il tempo ha dimostrato che il proibizionismo non risolve nulla e rendere le droghe pesanti legali, come alcool e sigarette, non può che aiutare ad esercitare un maggiore controllo sul loro commercio, spiega la Sinistra tedesca. E riapre un dibattito sociale che difficilmente troverà una soluzione.

Inserita nel programma politico di Die Linke dei prossimi anni, inizialmente la proposta si limitava alla legalizzazione delle sole droghe leggere quali hascisc, cannabis e marijuana, le sostanze “illecite” usualmente considerate meno pericolose. La bozza non è tuttavia stata approvata dall’assemblea: per cambiare la struttura del sistema, la legalizzazione delle droghe deve essere totale, non deve soltanto “limitarne” i danni. Legalizzare non significa accettare o approvare, ma controllare: per questo motivo non ha senso rendere legale solo il male minore, sigarette alcool o cannabis che sia. La legalizzazione delle sole droghe leggere è un compromesso che non basta: Die Linke vuole adottare una politica totale e “umana” nella lotta alle droghe e alla criminalità.

“La dipendenza non deve essere più considerata un crimine - ha spiegato a questo proposito il capogruppo della frazione parlamentare di Die Linke, Gregor Gysi - ad essere puniti e ad avere paura devono essere gli spacciatori e i grossi baroni del commercio di droga”. E all’attuale politica di proibizionismo contrappone la distribuzione controllata degli stupefacenti ai tossicodipendenti, così come l’istituzione di organi di sostegno e campagne di prevenzione: pratiche che in realtà già esistono (attraverso i medicamenti che vanno a sostituirsi a quelle droghe che danno dipendenza), ma che si accompagnano al mercato sporco delle sostanze fuorilegge, che ci combattono quotidianamente e che hanno dimostrato di non risolvere nulla.

Una società, dunque, in cui alcool, eroina e sigarette sono disponibili nel negozio sotto casa e per cui si emettono scontrini fiscali. Difficile immaginarsi l’attuazione concreta di una visione che potrebbe apparire per certi versi folle, soprattutto alla luce dei gravi problemi psicologici e fisici che cocaina ed eroina creano. Eppure il dibattito è vecchio come la nostra civiltà: fino a che punto è difficile oggigiorno procurarsi droghe illegali nonostante il proibizionismo?

È lo status d’illegalità che trattiene la maggior parte dei giovani (e non) dal farne uso oppure, al contrario, ne costituisce la vera attrazione perché rappresenta evasione e dà un senso di appartenenza elitario? E ancora: è la droga la vera malattia della società, o è soltanto il sintomo di problemi più profondi, quali la ricerca di sicurezza in un mondo che pretende sempre di più e offre sempre di meno? E fino a che punto è ancora possibile sottrarre alle grosse organizzazioni criminali giri d’affari di miliardi, per affidarli poi ai singoli Stati e governi?

Risposte definitive non ce ne sono, e non sarà di sicuro il partito di sinistra tedesco ad offrirne. Eppure è la prima volta che un partito rappresentato in Parlamento chiede una politica di legalizzazione totale degli stupefacenti in un paese dove le droghe pesanti hanno sempre costituito un tabù. Probabilmente.

Letto in un contesto più ampio, invece, è il primo passo verso una maggiore consapevolezza politica di problemi non risolti: il proibizionismo è lo scudo dietro cui si nasconde la politica per non vedere. Che funzioni o no, infatti, è più facile vietare e ghettizzare piuttosto che affrontare seriamente il problema.   

 

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