di Fabrizio Casari

Società fittizie con sedi in Spagna e alle Cayman, paradiso dell’off-shore; spioni, soldi occulti, banner pubblicitari per far credere ad una finta rete commerciale, server all'estero e ingegneri informatici che non sapevano di lavorare per il governo Usa. Questa è la storia occulta (ma ora nota grazie ad una inchiesta dell’agenzia Associated Press) di ZunZuneo, ormai noto come il “twitter cubano”. Le modalità, i personaggi, i finanziamenti e la rete occulta dell’operazione sono noti, anche se molto ancora ci sarà da scoprire.

Ma intanto si può dire che tutti i componenti di una moderna spy-story dell’era tecnologica sono abbondantemente presenti nella vicenda dell’ennesima figuraccia statunitense nei confronti di Cuba. ZunZuneo (colibrì in italiano) infatti, era un programma della CIA introdotto a Cuba tramite la USAID, che si presenta come agenzia per lo sviluppo ma è, a tutti gli effetti, un braccio operativo dell’intelligence statunitense. Pare che il programma fosse stato messo a punto in Nicaragua, grazie ad un operatore informatico impiegato presso l’ambasciata statunitense a Managua.

Lo riferiscono fonti giornalistiche nicaraguensi, che definiscono Mario Behrnheim, impiegato presso l’ambasciata USA a Managua, uno dei principali programmatori del sistema. Stando alle stesse fonti, Behrnheim fu arruolato da sua sorella, Noy Villalobos, direttrice generale di Creative Associates International, dietro richiesta della USAID. Le basi operative dell’operazione erano appunto a Managua, San Josè de Costa Rica e Washington.

Il suo lavoro consisteva nel creare una rete sociale di messaggi di testo che potesse arrivare ai cellulari cubani allo scopo di un suo successivo utilizzo a fini politici antigovernativi. A capo del progetto c’era Joe McSpedon, funzionario del governo USA e dirigente della USAID che si riunì nel 2010 con una squadra di specialisti in alta tecnologia (tra questi Behrnheim) per creare una rete sociale destinata ad essere utilizzata per attività antigovernative nell’isola socialista.

Presentatosi come prodotto gratuito in un paese dove l’accesso alla rete è carissimo, per via dell’impossibilità - causa embargo - da parte dei cubani di servirsi dei cavi sottomarini attraverso i quali viaggia la rete Internet, ZunZuneo aveva visto l’adesione di 40.000 utenti, che scambiavano opinioni e commenti sullo sport, la musica e su vicende di vita quotidiana.

Il progetto dei suoi ideatori, però, non era certo quello di favorire le relazioni tra cubani: l’intento mascherato di quest’ultimo cavallo di Troja della CIA era invece quello di costruire una rete sociale sulla quale, appena fosse possibile, far viaggiare la protesta contro il governo.

L’USAID, ente del governo statunitense, che si presenta al mondo come organismo umanitario, aveva la gestione diretta dell’affaire. L’idea di utilizzare la Rete per promuovere la sovversione a Cuba, aveva solleticato Langley. Ma come è sempre successo dal 1959 ad oggi, il sogno statunitense della sovversione a Cuba si è rivelato una frustrazione.

Come già con il terrorismo e la guerra diplomatica, politica e commerciale ai danni dell’isola, anche l’utilizzo della Rete si è rivelato un fallimento e l’ultimo tentativo in ordine di tempo perpetrato dal governo statunitense di istigare la sovversione a Cuba è stato prima smascherato e poi irriso.

E’ stata, come si diceva, una magistrale inchiesta giornalistica della Associated Press a scoprire l’ennesimo tentativo statunitense di costruire sovversione e destabilizzazione politica in paesi sovrani. Il Portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, in evidente imbarazzo, ha sostenuto che l’iniziativa non era segreta, dal momento che il Congresso l’aveva discussa e l’Ufficio di contabilità del governo l’aveva approvata. Successivamente lo stesso Carney ha aggiustato il tiro: l'amministrazione Obama avrebbe chiesto solo a una sottocommissione di Capitol Hill - quella che approva i programmi federali - di discutere sui finanziamenti di Usaid al programma.

E comunque non sarà stata (forse) segreta per il Congresso Usa, ma certo lo era per i cubani, che non sapevano di utilizzare un sistema (che credevano destinato ad usi commerciali) impiantato dagli Usa a scopi di sovversione interna. Resta poi il fatto che, a conoscenza del governo o no, l’operazione è illegale, in quanto in palese violazione delle norme del diritto internazionale che proibiscono l’ingerenza negli affari interni dei paesi.

Nella sua inchiesta la Ap cita un promemoria del 2010 di Mobile Accord, una società di media coinvolta nel progetto, dove si avverte che “non sarà menzionato il governo degli Stati Uniti, è cruciale per la riuscita a lungo termine della Missione”. Non solo: ad evidenziare il carattere dell’operazione destinata all’infiltrazione spionistica, la Ap rende noto che in un altro documento si dice che “falsi banner pubblicitari daranno l'impressione di una impresa commerciale”.

Quale che sia lo scenario e i mezzi utilizzati, il refrain delle attività sovversive e terroristiche di Washington verso L’Avana, l’esito è sempre lo stesso: milioni di dollari impiegati, zero risultati ottenuti. E, oltre al danno, la beffa, perché l’ennesima vicenda d’ingerenza statunitense nei confronti di Cuba finisce come tutte le altre, con il Dipartimento di Stato che raggranella la sua ennesima figuraccia.

Una parte dell’establishment USA, comincia ad aver chiaro il quadro. Ultimo, in ordine di tempo, il Senatore democratico e presidente della commissione giudiziaria del Senato, Patrick Leahy, che in  un'intervista al canale Msnbc, ha definito il progetto ZunZuneo  "stupido, stupido, stupido".

Non solo stupido, ma notevolmente costoso. Come avviene del resto con la fallimentare Radio e Tv Martì, dirette e gestite dalla mafia cubano americana di Miami e da nessuno ascoltate; o come con l’inutile utilizzo della mercenaria Joany Sanchez, popolarissima sui media occidentali ma sconosciuta a Cuba, dove della sua esistenza sono informati solo i parenti stretti, falliscono di nuovo i tentativi d’invadere l’isola socialista con la propaganda trasmessa attraverso denaro e mezzi tecnologici imponenti.

Le covert action dell’intelligence USA proseguono, ma incontrano regolarmente sconfitte che sembrano replicare quelle ottenute in sede Onu quando, annualmente, Washington si trova da sola contro il mondo intero per il suo blocco anacronistico e illegale verso Cuba.

In quest’ultima vicenda emerge semmai l'aspetto simbolico di una sconfitta patita dagli inventori e gestori di Internet, prima potenza al mondo per spionaggio e risorse tecnologiche, che devono arrendersi davanti ad un paese agli ultimi posti al mondo per risorse informatiche. Per arrogante e muscoloso che appaia Golia, Davide ha una buona mira.

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